Tra queste società c’è anche la filiale inglese di Worldspace, che ha evidentemente interesse nell’accaparrarsi il diritto a diffondere anche sul suolo di Sua Maestà la sua futura offerta di radio digitale satellitare. Worldspace si trova tuttavia a essere in una situazione particolare qui in Gran Bretagna, che non ha mai sottoscritto l’accordo di Maastricht sulla allocazione esclusiva della porzione alta della L Band ai servizi satellitari. Nel caso ottenesse la licenza, Worldspace potrebbe operare ma non sarebbe protetta contro le interferenze da terra.
Interferenze che curiosamente, vista la lista di partecipanti alla gara, potrebbero esserci (anche se è ragionevole supporre che i futuri licenziatari sapranno mettersi d’accordo in qualche modo). Si vede per esempio spuntare in Europa il nome di Qualcomm, con la sua tecnologia MediaFLO, il T-DMB all’americana. Che cosa succederà nel prossimo futuro nella L-Band, che servizi dobbiamo aspettarci? Da terra, dal satellite? Il fatto è che in Europa questa banda non è stata ancora messa alla prova via terra (il DAB è servito per attivare solo qualche stazione sperimentale). Il poco che sappiamo è che la banda funziona negli USA via satellite, ma essenzialmente per l’ascolto a bordo di automobili. Ascolto potenziato dalle reti di gap filler terrestri. All’interno delle abitazioni, il segnale in L-Band scende facilmente sotto le soglie critiche. Insomma, una rete di trasmissione digitale su questa banda funzionerebbe, ma probabilmente costringerebbe gli abbonati a dotarsi di una antenna esterna, come la tv analogica o digitale in UHF. Eppure ci credono in molti.
Alcune voci dicono che in Italia ci crede la stessa Telecom. Ricordate che qualche giorno fa ho commentato le notizie, molto recenti, della “radio digitale di Telecom Italia”? Il riferimento era all’accordo tra Telecom e Worldspace Italia (Telecom ha una quota in New Satellite Radio, la joint venture tra Worldspace e il gruppo Class) per la creazione della rete di gap filler prevista per la nostra futura rete digitale satellitare. Ebbene, le mie fonti mi informano che l’idea di sfruttare proprio i gap filler terrestri per offrire servizi facendo leva sul segnale satellitare come scusa non sia del tutto irrealistica. Posso azzardare che Telecom possa averla presa in considerazione all’epoca dell’accordo con Worldspace, prima che l’ingresso di Telefonica e i cambiamenti ai vertici scombinassero un po’ tutti gli scenari.
Tornando in UK, trovo che il fatto di avere tanti nomi interessati a una porzione di spettro come questa sia una vera notizia. Anche perché è evidente che uno dei possibili impieghi di queste frequenze è un tipo di radiofonia che non ha certo entusiasmato nelle VHF. Per me può significare che a alcuni partecipanti alla gara stanno scommettendo su un esito ben preciso: una legge, inglese o europea poco importa, che prima o poi fisserà una data per lo spegnimento della radio analogica e imporrà la radio digitale ai mercati. A quel punto una licenza in L Band potrebbe valere parecchio. Il problema sarà però convincere i legislatori a spegnere un servizio che funziona benino, pur con qualche magagna solo per favorire qualcosa che finora nessuno si è mai precipitato in negozio per acquistare. La radio digitale terrestre.
Ofcom lifts the lid on L-band bidders
By Bill Ray
Published Friday 18th April 2008 14:15 GMT
UK regulator Ofcom has published the list of approved bidders for the forthcoming L-Band spectrum.
L-Band fits between 1452 and 1492MHz, and Ofcom has decided to split the band into 16 small lots, 1.7MHz wide each, and one big chunk (at the top of the range) of 12.5MHz across.
We can’t tell who’s planning to bid for what, but we do know the nine companies who are planning to bid for something (pdf).
Some of the bidders’ intentions remain obscure. Adolphus Limited is registered to a solicitor’s office in James Street, and E-Portal Holdings is a Kuwait-based company with businesses in several industries.
Others are more likely planning to expand their operations: The Joint Radio Company runs spectrum for the UK energy industry, so it’ll be interested in some of the 1.7MHz chunks for fixed links, while Arquive runs most of the UK’s broadcasting so will be planning to sublet the band to a broadcaster in that space.
Vectone is an MVNO operator with operations in Denmark, Norway, Sweden, and the Netherlands, but why it wants L-Band spectrum in the UK is anyone’s guess. MLL Telecom provides enterprise networks around the UK, so could be looking at some of the smaller chunks to serve its customers.
But the most interesting bidders are O2, Qualcomm, and WorldSpace. O2 won’t say what it’s planning, but last we heard it was eyeing up 594MHz for its DVB-H deployments. It could also be hoping to pick up something cheaper before the big digital-dividend auction at the end of the year (when 594 comes up for grabs).
Qualcomm has its own mobile-video system, called MediaFLO, and has bought spectrum in the USA on which to run the service. Giving network operators free spectrum with every MediaFLO server would certainly be an interesting strategy, and one which could convince many to invest in the technology. The company won’t officially confirm that MediaFLO is what it has in mind, but a source within the firm suggests that’s the plan.
One bidder struggling to conceal its intentions is WorldSpace. It operates a couple of satellites broadcasting radio around the world in the L-Band spectrum, and with a footprint that covers the UK. It’s already bought the rights to the upper (12.5MHz wide) block in Switzerland, Germany ,and Italy, and is confident it’ll grab it in the UK too.
Part of WorldSpace’s confidence is based on the Maastricht 2002 Plan, which allocates that top block to satellite radio across Europe. Unfortunately for WorldSpace, the UK is not a signatory to that agreement, so not bound by it, though anyone operating in the top block will not be protected (legally) from interference coming from WorldSpace’s broadcasts which cover most of the continent.
Whether the UK is ready to pay for satellite radio is also open to question. WorldSpace makes much of its lack of on-air advertising and the range of stations it offers, but with DAB already offering a range of BBC content (thus with no advertising) and failing so badly, it’s hard to imagine users flocking to a system that requires line-of-sight to the sky, and a subscription to receive stations.
The 700MHz auction in the US was watched with interest in the hope of disruptive services being launched, and the results were greeted with disappointment when it became clear that little would change. In Europe, we’re similarly hoping that the digital dividend will create new business models and services, and this L-Band auction might show the kind of thinking that will prevail at the end of 2008.