“Mentre salgo le scale della radio, ogni mattina, mi vengono in mente riflessioni e pensieri… alcuni sul fatto che rispetto a 30 anni fa il fiatone e i chili sono aumentati e che una sede al piano terra sarebbe stata, già nel 1987, una buona intuizione.
Ma si sa, quando sei giovane pensi poco al “domani” e tutto ti sembra lontanissimo, come se il futuro non ti riguardasse più di tanto. Ultimamente, però, ai pensieri sul fiatone si è aggiunto quello sulla radio “ibrida” ! Già solo il nome mi mette i brividi, ma il ricordare l’errore di non avere scelto una sede al pian terreno mi induce ad essere più prudente e a prendere in considerazione la “cosa” sperando di capirci qualcosa. Mi spiego. Fino all’anno scorso tutti i massimi esperti del settore erano concordi che l’FM avrebbe giocato per (almeno) 15-20 anni un ruolo assolutamente centrale e che tutto il resto (dab e web ecc.ecc.) sarebbe stato solo un contorno, neppure poi tanto importante. Insomma, ce n’era abbastanza per delegare l’Inps (seppur anch’esso piuttosto lento nei movimenti) a risolvermi la questione. Potevo quindi continuare a concentarmi sulla Radio così come sempre fatto, senza la smania di rincorrere nuove strategie o la paura di perdere treni. Così ho fatto. Così continuo a fare. Del resto il lavoro non manca e non sento particolare bisogno di crearmi nuovi impegni, anche perchè pur continuando a fare le stesse cose avverto la sensazione di lavorare il doppio (rispetto a qualche anno fa) per ottenere gli stessi risultati. Ma va bene così: questo è il lavoro che ho voluto, ho scelto, ho creato, e del quale, lo confesso, sono anche un po’ orgoglioso.
E dunque? Qual è il senso di queste mie riflessioni? Da qualche mese noto un aumentato interesse a discutere, analizzare, ipotizzare tutti i possibili scenari sul futuro della Radio…. Sembra di assistere ad un’improvvisa accelerazione. Non che la cosa mi preoccupi, ho dei consulenti preparatissimi (Massimo Lualdi e la sua equipe) che certamente sapranno guidarmi come sempre benissimo, anche in queste nuove “diavolerie”. L’impressione è che si stia forse mettendo il carro davanti ai buoi, soprattutto nell’ipotizzare tempi così rapidi per un processo che appare complesso e non solo dal punto di vista tecnico.
Non sono pregiudizialmente ostile alle innovazioni, la mia radio (come praticamente tutte) è già fruibile via streaming, sarà presente sul DAB+ e continuerà ad esserlo in FM. Ma vorrei che tutto questo avvenisse con più tranquillità, senza quella pericolosa frenesia (diabolicamente nascosta sotto il mantello nero dell’ansia) che nel tempo ci ha portato a preferire una e-mail ad un colpo di telefono, con il risultato di farci perdere tanto, troppo tempo (è solo un esempio, ma ne potrei fare mille).
Intendiamoci: sono ben consapevole che anche la radio (come già avvenuto per video e telefonia) cambierà volto e modalità di fruizione : del resto molti utenti giovanissimi la radio come la intendiamo noi non la conoscono nemmeno, preferendo contenuti musicali on demand ecc. Dico solo che per “stravolgere” le radio ci vorrà molto più tempo di quanto immaginiamo. E tutto questo perchè non è possibile generalizzare : esistono fasce di pubblico, ed aree, dove le cose vanno (per fortuna o purtroppo) molto, molto più lentamente che in altre. Un esempio: l’ascoltatore tipo della mia radio ha un’età compresa tra 50 e 60 anni, è ancora un buon responsabile d’acquisto e lo sarà per almeno altri 15 anni. Ascolta del buon liscio (che un tempo gli proponeva anche Angelo… ma questa è un’altra storia) ha l’apparecchio in casa, anzi spesso ne ha ben più di uno. Ha la radio in cantina (dove solo l’FM arriva) ed una in officina, spesso costituita da un’autoradio riciclata (vedi foto). Con lo streaming non ha un rapporto idilliaco: se non altro perchè non comprende la ragione di scaricare la batteria del cellulare sentendo la radio come dal citofono mentre salendo in auto può alzare il volume a manetta sognando per un attimo di essere in balera (anche questa è una magia che non durerà per sempre…tanto vale approfittarne). E’ un ascoltatore della RADIO, una radio di provincia, in una città di provincia. E farà tutte queste cose per un discreto numero di anni, più preoccupato lui dei cambiamenti che noi del doverli attuare. Andrà di tanto in tanto dal dottore dal quale avrà la prescrizione per uno sciroppo ma mai quella per un aggiornamento software. Quindi, calma e gesso. Il mondo con le auto che volano l’abbiamo già visto nei disegni di Topolino degli anni 70. Ricordate? Il 2000 avrebbe portato biciclette volanti, telecomandi in grado di delocalizzare e pillolette al posto del Brasato. Avete visto qualcosa di simile avverarsi? Per fortuna no. E la cosa mi rallegra, se non altro perchè (anche) la previsione delle pillolette era sbagliata. Perlomeno nei tempi. Il vantaggio è che a Pasqua ho potuto gustarmi lo stufato al Barbaresco. In barba ai nuovi trend che anche sulla tavola vorrebbe metter becco. A proposito: ho chiesto al Barbaresco cosa ne pensasse del tofu. Mi ha risposto che di tutte queste mode si è… “stufato”. (Sergio Maccario, Radio Cuneo Nord). (E.G. per NL)