Ha destato un grande interesse il recente articolo di questo periodico sulla “Radio 4.0”, in particolare a riguardo dei possibili sviluppi che il medium avrà attraverso le potenzialità della radio IP.
Come abbiamo avuto modo di osservare nell’analisi prospettica effettuata, la massa di contenuti disponibili sul web dovrà necessariamente essere gestita ed incanalata da aggregatori che potranno declinarsi in una versione “passiva”, col mero compito di organizzare e catalogare i flussi streaming selezionando (a priori su scelta dell’utente, oppure metabolizzando la frequenza delle selezioni nel tempo) fino a 35 emittenti preferite (massimo numero considerato sostenibile da un utente secondo le statistiche di zapping), oppure “liquida” che, attraverso la profilazione dell’utente decomporrà il palinsesto radiofonico ricomponendolo in tempo reale in modo vacillante e incerto, fluido e volatile. Un esempio soccorrerà per la comprensione del concetto: assumendo a riferimento il layout di una radio con un formato music & news, l’aggregatore liquido lascerà intatto il contenuto originale della stazione, cioè il contributo del conduttore, modificando la musica in funzione del profilo specifico dell’utente. Si tratta, in definitiva, della mutazione dei modelli Last.fm e Radio di Spotify, che consentono agli utenti, nel primo caso (Last.fm) di inviare le canzoni ascoltate al loro account e, nel secondo caso, di generare playlist casuali basate su generi e decenni specificati dal fruitore. Evidente che in una prospettazione come quella enunciata il futuro editoriale radiofonico sarà pressoché esclusivamente concentrato sui contributi originali, con particolare riferimento agli apporti umani non surrogabili a mezzo software, con particolare riferimento alla conduzione ed all’informazione.
Non da sottovalutare, a riguardo, la nascita in un imminente futuro di “personality radio” del tutto incentrate su uno specifico personaggio. Esempi in tal senso sono le emittenti del noto dj (anche se la definizione appare riduttiva) Howard Stern, denominate 100 e Howard 101, personality radio distribuite via IP e sulle piattaforme Sirius Satellite Radio e XM Satellite Radio, provider satellitari che già diffondono The Howard Stern Show. Non mancano anche in Italia, esempi di rilievo, come “Radio Cecchetto”, personality radio satellitare realizzata da Euromedia addirittura nei primi anni del nuovo millennio o ancora Linus WFM, da un anno webradio sul portale Deejay.it, contraddistinta dalla “più bella musica radiofonica scelta da Linus”. Rimanendo in ambito L’Espresso, selezioni musicali personalizzate di Gianluca Costella contraddistinguono Funky Town (IP su Capital.it, ma anche in DAB+), mentre il primo esempio italiano di personality bouquet è costituito dalle stazioni IP di Lolliradio, emanazione del noto regista romano Marco Lolli. Non stupirebbe a riguardo, il lancio di una personality radio di Marco Mazzoli, quanto di più simile nel nostro paese a Howard Stern. Ulteriore evoluzione del concetto di personality radio è quello promosso dall’aggregatore TuneIn, che, a maggio 2017 ha annunciato che parteciperà attivamente ad alcuni dei più importanti festival musicali estivi, realizzando stazioni dedicate che saranno domiciliate nella sezione, creata ad hoc, Vip TuneIn Festival, secondo il modello “one-of-a-kind” (letteralmente “uniche nel genere”) cucite non solo su ogni artista che si esibisce nelle singole sessioni, ma sulle performance specifiche. Infine, rilevante è anche la possibilità che un “aggregatore liquido” possa fornire la possibilità di “scomporre” il palinsesto originale per consentirne una fruizione internazionale adattata al fuso orario (si pensi alla trasmissione fruibile in Italia alle ore 18.00, ma che a Rio de Janeiro andrebbe in onda alle 13.00, così snaturando completamente la collocazione del palinsesto). Non si tratta quindi di podcast, ma di un vero e proprio palinsesto traslato sui diversi fusi orari. (M.L. per NL)