Radio digitale, in UK per incentivare l’uso di una tecnologia che non interessa agli utenti si punta agli spot

E’ notizia di questi giorni che in UK sono apparsi alcuni spot con il fine di promuovere il DAB, la Radio Digitale. “Il DAB è buono, il DAB è bello!”.

L’Inghilterra è il Paese con la maggiore diffusione del DAB: lì è stato testato dalla BBC nel 1990, per poi essere lanciato commercialmente nel 1995. Stiamo parlando di 22 anni dalla prima sperimentazione e 17 anni dalla sua prima introduzione commerciale. Nonostante questo, oggi si deve ricorrere a spot commerciali (come se si dovesse promuovere un nuovo detersivo) per cercare di vendere un prodotto per il quale la gente ha chiaramente dimostrato tutta l’indifferenza possibile. Oggi in UK l’ascolto da piattaforme digitali è circa il 30%, dato che però comprende anche l’ascolto via WEB; considerato che la percentuale DAB è di circa il 65%, abbiamo un ascolto effettivo che si attesta in poco meno del 20%. Non male in 17 anni. Teniamo poi presente che, sempre in UK, la diffusione è esclusivamente DAB, mentre in Italia (segnatamente in Trentino Alto Adige) si sta introducendo il DAB+, che non è ascoltabile con ricevitori DAB (!). Praticamente, in vari Paesi si sta sperimentando e/o introducendo un sistema broadcast che ha già delle release incompatibili. Alla faccia della semplificazione e delle piattaforme uniche. Si sta forzando l’abbandono di un sistema valido in tutto il mondo da oltre 60 anni (l’FM) per fare posto ad uno che, ancora prima di essere introdotto, è già incompatibile con se stesso (sic!). Sul sito Getdigitalradio.com (www.getdigitalradio.com/digital-radio-faqs) trovate le risposte ad eventuali dubbi, comprese alcune imbarazzanti ammissioni (come, per esempio, che se l’ascolto DAB si trova in aree decentrate, è consigliabile avere un antenna sul tetto; beh, del resto, lo facevano anche i nostri nonni all’albore dalla Radio AM…). Lì si dice, inoltre e chiaramente, che non si ha la più pallida idea se o quando il sistema switcherà su DAB+; però si parla già di switch-off dell’analogico (AM+FM). Del resto, che altro può fare la mala-politica, a questo punto, diciamolo pure, per costringere la gente ad ascoltare la radio in DAB? Spegnere l’FM! Non c’è altro modo. Finchè l’FM rimarrà operativa, gli ascoltatori hanno chiaramente dimostrato di preferire (e di gran lunga) l’FM al DAB, e le ragioni si sprecano (le ho già elencate e motivate nel precedente articolo). Qualcuno ricorda se negli anni ’80 furono trasmessi spot per invitare la gente a comprare i CD ed abbandonare il vinile? Oppure se, sul finire degli anni ’90, siano stati veicolati spot istituzionali volti a far acquistare fotocamere digitali e smettere di usare quelle con la pellicola? Furono forse adottate misure per togliere dalla circolazione di vinile e pellicola? Domanda retorica: non ce ne fu bisogno, il nuovo si rivelò da subito migliore sotto tutti gli aspetti rispetto al vecchio e nel giro di pochi anni avvenne “naturalmente” il passaggio dall’analogico al digitale, a dimostrazione che quando una cosa funziona, si autopromuove e prende il posto di quello che c’era prima senza mettere campo azioni come lo switch-off del sistema precedente. Esattamente il contrario di quello che non è avvenuto con la Radio digitale, per incentivare l’uso della quale non si ha altra soluzione che il mortificante (per il DAB) e patetico switch off. autoradio%20dab%20+ - Radio digitale, in UK per incentivare l'uso di una tecnologia che non interessa agli utenti si punta agli spotNon dimentichiamo poi alcuni ulteriori aspetti:  L’FM è uno standard broadcast a diffusione mondiale (si può acquistare una radiolina FM e utilizzarla in tutto il pianeta);  tutti i telefoni cellulari che dispongono di un ricevitore per radio broadcast fanno riferimento alla FM; nessuno è DAB equipped;  la Radio Digitale dove si è (in parte) sviluppata, ha oggi standard diversi e tutti incompatibili tra loro: abbiamo il DAB, il DAB+, il DRM, l’IBOC (USA), il Giapponese ISDB-T e quello Russo e faccio grazia dell’FM-Extra, dei sistemi IP e ultimamente (ciliegina sulla torta) del Decoder-Unico;  se a livello di diffusione il consumo tra trasmettitori FM e DAB è quasi equivalente (considerando tutti gli aspetti), così non è a livello di ascolto. I ricevitori DAB, a causa dei processori digitali, consumano sensibilmente di più rispetto ai ricevitori analogici e nel confronto è la vecchia FM ad essere “green” rispetto al DAB;  eppoi, ciliegina sulla torta, se siete in cucina e ascoltate un programma con un ricevitore DAB, e contemporaneamente ne avete un altro, di altra marca, posizionato in salotto, vi ritroverete con un bell’effetto eco, poichè essi forniranno l’audio in tempi diversi, a causa della diversa latenza del software utilizzato per il decoder (che bella era l’FM dove un milione di ricevitori fornivano un audio perfettamente sincronizzato…). Nota: chi scrive ha avuto in catalogo apparati realizzati con tecnologie digitali circa 20 anni fa, il che dimostra la propensione verso nuove tecnologie, ma solo quando queste si dimostrano inequivocabilmente superiori a quelle che devono sostituire e che non sono, come nel caso del DAB, esclusivamente fini a se stesse. A seguito dei vari articoli che ho scritto a difesa dell’FM rispetto al DAB, i casi di replica con eventuale critica (ovviamente dimostrata) alle mie affermazioni, brillano per la loro assenza. (Roberto Squillario – Suono Telecom per NL)

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