Già da due anni la Francia ha scelto che il futuro della sua radio sarà digitale, anche se cosciente che l’avvicendamento con l’analogico non sarà indolore.
Diciannove città sono già state scelte come campo di prova per lo standard prescelto,il T-DMB, e il 2012 era stato fissato come termine massimo per lo switch off. In realtà, la data è stata ritrattata, tanto che ad oggi si sta svolgendo un’altra indagine, commissionata dal governo, per misurare le reali aspettative del mercato (l’utenza non sembra così affamata di radio numerica, mentre spingono i broadcaster). Indagine che non si concluderà prima del prossimo mese, ragion per cui, come ha confermato al giornalista Andrea Lawendel di Radiopassioni alcune settimane fa Albino Pedroia, docente dell’Università Sorbona di Parigi e guru della radio, ancora nulla è deciso: “niente appalti, niente calendari”. Ma il periodo di stallo inizia a stancare coloro che continuano a pressare perché i tempi vengano accelerati. Un paio di giorni fa si leggeva sempre su Radiopassioni della firma di un appello da parte di DR France, il consorzio di operatori che più si prodiga per l’avvento del digitale, in collaborazione con alcuni operatori (tra cui Africa N1, Contact, Crooner, Jazz Radio, La Radio de la mer, Oui FM), con il costruttore inglese Pure e il fornitore di servizi infrastrutturali VDL. La richiesta è precisa: dal momento che esiste già l’inquadramento legislativo, la radio digitale deve partire subito, anche se molti player, anche di primo piano, continuano a tentennare. Per loro sarà lasciata aperta la porta ma, dicono i firmatari, coloro che intendono passare al digitale hanno il diritto di farlo subito. RNTest, il lancio “a partecipazione ridotta”, come è stata definita la proposta, lascia quindi l’opportunità a chi volesse entrare nel sistema a regime di fare il proprio ingresso nei multiplex digitali già in utilizzo dagli altri operatori. La spinta lobbistica è molto forte: il futuro della radio francese è già segnato, tanto vale iniziare subito. Resta, però, il rischio di spaccare il settore in due tronconi. (L.B. per NL)