Il Digital Britain Report, stilato lo scorso anno dal governo britannico per sostenere la radio digitale come piattaforma principale dell’ascolto radiofonico, e presentato nel giugno 2009, consiste in un piano di cinque punti che avrebbe portato nel Regno Unito la radio DAB su tutte le auto entro il 2013, e lo switch off generale nel 2015.
Il testo è stato redatto su pressione del consorzio Digital Radio UK. A giudicare dalle cifre riportate da RAJAR (l’equivalente dell’Audiradio in Gran Bretagna) e pubblicate dal Guardian e sul sito di Radiopassioni di Andrea Lawendel, in Italia, le date previste dal DBR sembrano sempre più una chimera. I dati, pubblicati sul sito del Guardian, parlano di una penetrazione totale
nel Paese, da parte della radio digitale, del 24,8% nell’ultimo trimestre; marginalmente superiore – date le aspettative di crescita – rispetto al 24,6% dei tre mesi precedenti. Siamo ben lontani, quindi, dall’argine del 50% d’ascolti, prima del quale il governo di Cameron non intende iniziare a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi dello switch off. A ben vedere, poi, le cifre sono ancor più negative di ciò che appare. La crescita, seppur minima, riguarda l’ascolto digitale nel suo complesso che, oltre alla tecnologia DAB, comprende la radio ascoltata via internet e quella ascoltata sui canali radiofonici della televisione digitale terrestre. L’ascolto online, infatti, ha costituito, negli ultimi tre mesi, il 2,8% della fruizione radiofonica totale, calando di uno 0,1% rispetto dal 2,9% del trimestre scorso, ma guadagnando comunque 0,6 punti percentuali rispetto al 2,2% di dodici mesi fa. Da par suo, invece, l’ascolto radiofonico sulla tv digitale cresce leggermente, passando dal 4,1% del totale del secondo trimestre del 2010, all’attuale 4,4%, crescendo ad ogni modo dello 0,8% rispetto al 3,6% di un anno fa. Escludendo, quindi, questi numeri, alla radio DAB resta un misero 15,3% dell’ascolto totale, addirittura inferiore dello 0,5% rispetto al 15,8% dei tre mesi precedenti. Un calo che non lascia ben sperare: c’è già chi dice che lo switch off non sarà praticabile prima del 2020. Sopratutto in considerazione del fatto che l’ascolto analogico AM/FM invece di calare, continua a crescere: da luglio a settembre ha catalizzato il 67,7% dell’audience totale, crescendo rispetto al 67% tondo del periodo aprile-giugno e al 66,1% dello stesso trimestre del 2009. (G.M. per NL)