Radio digitale: Digital Radio Mondial alla ricerca di un’identità, HD Radio alle prese con problemi concreti sul piano tecnico

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Riprendiamo un’interessante riflessione dell’amico giornalista Andrea Lawendel (pubblicata su Radio Passioni) a riguardo dell’annosa questione dello sviluppo della radio digitale.

Mentre è lecito conservare un certo scetticismo nei riguardi delle possibilità di affermazione di sistemi di radio digitale come il DAB o HD Radio in contesti fortemente infrastrutturati come l’Europa, il Nord America e l’Asia-Pacifico, dove la "radio digitale" parla sempre di più il linguaggio di Internet, si può essere meno negativi sulle chance di successo della radio con modulazione numerica in nazioni meno avanzate, tipicamente il quartetto del BRIC (Brasile, India, Russia, Cina). Ad eccezione della Cina, Brasile, India e Russia hanno dichiarato un certo interesse nei confronti di Digital Radio Mondiale come percorso evolutivo della radiodiffusione in onde medie e FM. Questo non vuol dire che la strada verso la radio digitale sia spianata. Ma se la nuova modalità di emissione vuole cercare qualche chance in più dopo il sostanziale fallimento ottenuto nel campo delle trasmissioni in onde corte internazionali,  non può che farlo in nazioni come queste, con tanti abitanti e una scarsa penetrazione della banda larga. Non che in India debba esserci una grande voglia di radio digitale, ma è sicuramente più facile che una offerta ben confezionata trovi riscontro e stimoli a sua volta una industria dei componenti che è già comunque presente in queste geografie. Il cerchio del mercato ha qualche probabilità in più di chiudersi rispetto all’Europa, dove il disinteresse dei potenziali acquirenti ha finora scoraggiato – soprattutto per quel che concerne il sistema DRM – i fabbricanti di chip. In Brasile lo scorso 30 marzo il governo ha acceso il semaforo verde per il futuro Sistema Brasileiro de Rádio Digital e il sito Web Digital Radio Mondiale – Brasil sta promuovendo l’adozione del DRM, dando per esempio notizia del recente (gennaio 2010) esperimento condotto da Radio Cultura di São Paulo, che ha acceso una portante DRM su 1210 kHz in simulcast con la frequenza analogica di 1200 kHz.  Ma è dall’India che grazie al sito americano AMBand.org (creato da un gruppo di tecnici favorevoli all’impiego della banda delle onde medie anche in nell’era di Internet) arrivano i dettagli di una sperimentazione tecnicamente molto interessante. Ancora una volta è opportuno ribadire che il fascino tecnologico di una sperimentazione e la sua riuscita non sono il sintomo di un futuro successo commerciale. Nessuno dice che la radio digitale non funzioni tecnicamente. L’interesse nei confronti dei test effettuati in onde medie da All India Radio è dato da un forte elemento di novità di un sistema come Digital Radio Mondiale, finora considerato poco adatto alle trasmissioni ibride analogico-digitale, un po’ per le risorse di spettro impegnate (doppie rispetto al normale) un po’ per il problema delle reciproce interferenze. Il DRM occupa normalmente tutta la banda disponibile (9 o 10 kHz nel caso delle onde medie). Una trasmissione in simulcast, ovviamente concepita per favorire la ricezione dei programmi con ricevitori non digitali, occupa necessariamente due canali affiancati. Non è così con il sistema descritto su AMBand.org, brevettato negli Stati Uniti da due inventori tedeschi (brevetto numero 7170950). Con questo metodo la componente DRM del segnale simulcast occupa 5 kHz di banda. Altri 5 kHz sono riservati al segnale analogico, che non viene modulato con la classica doppia banda laterale dell’AM, ma con un metodo analogico molto simile a quello delle onde medie stereofoniche, con banda laterale singola e portante non soppressa, implementato però con l’aiuto di tecniche DSP, assai più affidabili. Per sopprimere le interferenze del digitale sull’analogico, la componente digitale viene trasmessa in controfase sovrapposta alla modulazione analogica.
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Il risultato è che un ricevitore tradizionale con discriminatore "a inviluppo", estrae normalmente l’audio della modulazione mentre l’hash digitale viene cancellato dalla sovrapposizione tra due modulazioni numeriche in controfase. In questo modo sarebbe possibile trasmettere un segnale ibrido, analogico+DRM che occupa un singolo canale, un po’ come succede con il sistema (ibrido in partenza) HD Radio AM. La radio digitale entrerebbe in un certo senso dalla porta sul retro, senza bisogno di attivare nuovi impianti di trasmissione su frequenze diverse. Per chi ascolta con una radio normale non cambia niente, ma con un ricevitore capace di gestire la componente numerica, i vantaggi del digitale ci sarebbero. Secondo gli autori di AMBAnd.org le tecniche DSP per questo sistema potrebbero essere implementate in ricevitori economici e a basso consumo di energia. Tutto pronto per l’affermazione del DRM nell’India del miliardo e rotti di abitanti, dunque? No, non è affatto così. Intanto i ricevitori DRM continuano a non esserci e poi HD Radio ha dimostrato che anche con una buona disponibilità di ricevitori ibridi il cammino della radio digitale è a dir poco impervio. Negli Stati Uniti, dove circa 250 stazioni in onde medie hanno scelto di accendere il digitale, le cose non stanno andando per il verso giusto per Ibiquity, l’azienda che promuove il sistema. Diverse emittenti sono tornate sui propri passi, spegnendo HD Radio e le nuove attivazioni non bastano per far crescere il numero di stazioni digitali, che è fermo da un pezzo. Secondo RadioWorld, i responsabili tecnici delle stazioni a onde medie digitalizzate cominciano a registrare grossi problemi di interferenza nei confronti delle stazioni analogiche e non solo nelle ore notturne, quando l’onda di cielo di un segnale HD Radio AM viaggia ancora più lontano. Tutte queste difficoltà fanno venire in mente il vecchio proverbio inventato proprio dagli ingegneri americani: se [la radio analogica] non è rotta, è inutile aggiustarla.


 
All India Radio tested the AM single channel Digital Radio Mondiale (DRM) simulcast system on a 100 kW transmitter last year. Unlike the DRM simulcast system that was tested around 2002 which used two adjacent channels, which clearly would not work in the USA, this system used operates on a single channel using an ingenious method of squeezing the digital carriers completely within a +/- 5 kHz channel!
This means that the DRM simulcast signal will occupy LESS bandwidth than a normal AM 10 kHz analog signal. Good-bye first adjacent channel hash! The DRM signal described in US Patent 7170950.
The technique starts by bandlimiting the analog signal to 5 kHz and forming it into a modulation that has the structure of Leonard Kahn’s “compatible single sideband” from the early sixties. The big difference is that today we can use a Digital Signal Processor (DSP) to perform the job that Leonard’s analog gear could never quite get right and stay in alignment. The DSP can also learn the transmitter distortions and compensate for them. The DRM signal is a high level OFDM spectrum of the same magnitude as the average analog modulation (not some little trashy signal on your neighbor’s front porch) that is placed in the unoccupied sideband.
The ODFM signal will interfere with the analog sideband, you say! Here comes the elegant part – A mirror image of the digital signal is placed under the analog sideband. This signal, when received by an envelope detector, will cancel out the ODFM signal in the other sideband!

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