C’è uno zombie che si aggira nell’etere mondiale. E’ il DAB-T, il formato letargico della radio digitale che trascina i suoi stracci qua e là sulla Terra. Uno stato catatonico confondibile con la morte tecnologica che connota una tecnica di radiodiffusione numerica colpita da periodiche funeste notizie, che contribuiscono a rinnovarne la jellattrice patente. La consueta occasione per (s)parlarne viene ora dalla Digital Radio Conference che l’amico Andrea Lawendel di Radio Passioni ricorda essere in corso a Tunisi ("Una cronaca abbastanza dettagliata degli interventi di oggi alla DRC09 è già stata pubblicata dal grande James Cridland sul suo blog", sottolinea Andrea). Su RP, il giornalista esperto di cose radiofoniche spiega che "Il contributo più interessante, a detta di tutti, è stato quello del consulente inglese Grant Goddard, che ha fatto il punto sulle reali (e sottolineo reali) prospettive della radio digitale in Gran Bretagna, tra l’altro una delle nazioni leader del fenomeno e una delle poche ad aver parlato in modo esplicito di switch off della radio analogica". Continua Lawendel: "Il succo del discorso di Goddard è che a fronte della sostanziale tenuta dell’FM, degli intrinseci difetti del digitale (per esempio la scarsa qualità della ricezione indoor con il DAB), degli errori dei pianificatori (aver pensato che sarebbe bastato creare una infrastruttura con un nome modaiolo per far arrivare frotte di acquirenti, senza nemmeno pensare di proporre dei contenuti esclusivi attraverso il digitale), la bassa reattività del mercato dei ricevitori (che non hanno mai pensato di coprire il segmento per il quale il DAB era statro concepito, vale a dire l’ascolto in auto) e di imprevedibili fattori esterni (lo sviluppo di Internet mobile, lo scarso valore delle frequenze FM, assai poco appetibili in una eventuale messa all’asta)… A fronte di tutto questo il DAB, salvo un vero miracolo, ha ben poche prospettive come tecnologia di sostituzione dell’FM. Se volete, potete leggere molte di queste considerazioni nei post del blog personale di Grant a questo indirizzo".