Non v’è dubbio, infatti, che perché una nuova tecnica di trasmissione digitale possa affermarsi occorrono almeno tre condizioni: appetibilità dei contenuti; plus-valore tecnologico per l’utente (e quindi interesse del medesimo ad usufruirne); parco ricevitori immediatamente disponibile. Alla mancanza di uno solo di questi requisiti, il fallimento è garantito. Alla luce di questa, semplicissima, considerazione siamo giunti alla conclusione che finché il presunto digitale radiofonico si fonderà sulla mera ripetizione di quanto già egregiamente disponibile in FM, ben pochi consumatori decideranno di investire in nuovi ricevitori; analogamente, se le "nuove" tecniche proporrano contenuti in realtà già disponibili (e meglio) con altri strumenti (Internet, DVB-T, satellite, ecc.), lo sfavillio della radio numerica sarà modesto per difetto di valore aggiunto. Infine, se il parco ricevitori sarà da utenza esoterica, difficilmente gli operatori (rectius, editori), decideranno di investire con convinzione somme rilevanti per raggiungere un numero insignificante di ascoltatori. In questa direzione va il nuovo, interessante, posto di Andrea Lawendel di Radio Passioni, che di seguito riportiamo. "Su RP si parla molto di radio digitale e di due tipi di contrapposizione: quella tra "vecchia" (intesa come AM/FM analogiche) e "nuova" radio da un lato e tra modello broadcast e uni/multicast dall’altro. Quando scrivo che le prospettive per l’introduzione di sistemi di modulazione digitale in radiofonia mi sembrano già diventate marginali in un’epoca in cui l’accesso senza-fili a Internet sta diventando sempre più pervasivo, molti lettori obiettano – a ragione – che un modello radiofonico puro, cioè broadcast, è comunque indispensabile perché Internet wireless è un sogno che forse non si realizzerà mai, non almeno negli stessi termini di copertura universle garantita dai modelli broadcast. Ora mi arriva l’ultimo numero della newsletter TechCheck della National Association of Broacaster che fa il punto sul servizio di Autonet, un provider americano che propone ai suoi abbonati un router 3G/wifi per automobile. Non è una novità, ne ho già discusso qui. Ma TechCheck per la prima volta aiuta a capire meglio il possibile impatto di Autonet sul discorso della contrapposizione tra radio e Internet. La scatola di Autonet si collega alla rete telefonica a larga banda (ormai, con Hspda, stiamo parlando di una infrastruttura potente e le cose sono comunque destinate a migliorare ancora andando verso il 4G per il cellulare) e in vettura crea una piccola nuvola wi-fi che consentirebbe di navigare sul Web e sintonizzarsi sugli stream Ip radiofonici (non a caso TechCheck cita il modello di Internet autoradio proposto al CES di Las Vegas a gennaio da Balupunkt). La scatola parte dai 300 dollari di costo, che è comunque accettabile. Abbonarsi può costare 29 dollari al mese per 1 GB di dati in download e 59 dollari al mese per 5 GB. TechCheck ha preparato una bellissima tabellina, in cui questi valori dimensionali si traducono in ore di Web radio da ascoltare. 5 GB di volume rappresentano 62 ore di radio a 192 kilobit al secondo. Diciamo un paio d’ore tutti i giorni, forse la media trascorsa per andare al lavoro dai pendolari americani. La radio satellitare SiriusXM costa molto meno e non prevede limiti di tempo, questo è vero. Ma Autonet non offre solo radiofonia via Internet, bensì posta elettronica, Web, mappe di navigazione, videogiochi per i bambini. Certo, in epoca di crisi non sono molti quelli che potranno permettersi 59 dollari di spesa ogni mese. Eppure, anche se è difficile prevedere che gli operatori – che devono finanziare la crescita delle loro reti – riducano drasticamente questi prezzi, stiamo pur sempre parlando di infrastrutture che nelle aree densamente popolate sono già in essere e con buona pace del modello broadcast funzionano meglio e in misura geograficamente più estesa, delle reti di radio digitale fino ad oggi implementate. Con una differenza enorme: le reti degli operatori non richiedono (dove le regole di mercato sono sane), investimenti pubblici, mentre la radio digitale DAB può essere considerata uno sdoppiamento di risorse, oltretutto tardivo e ridondante. Quando scrivo queste cose sono sicuro di fare la figura del nemico della radio. Ma le mie considerazioni sono puramente infrastrutturali e rimango convinto che come linguaggi e contenuti per la radio, comunque vada, il futuro digitale sarà denso di opportunità. Solo stiamo molto attenti, regolatori per primi, alle nostre scelte in ambito infrastrutturale, anche perché buttare via soldi tirati fuori da tasche già vuote è proprio l’ultima cosa che i cittadini vorrebbero.
Autonet Mobile Brings the Internet to Vehicles
Earlier this year a prototype of the first automotive Internet radio, developed by radio manufacturer Blaupunkt in cooperation with Internet company miRoamer was shown at the 2009 International Consumer Electronics Show (CES, see the January 26, 2009 issue of Radio TechCheck for additional information). This radio (not yet available for purchase) is designed to access the Internet using a Bluetooth link, for example, to a broadband-enabled cell phone, and once connected, it accesses the miRoamer Internet portal where thousands of audio streams are available.
Another way to bring the Internet into a vehicle that is available now turns the vehicle into a Wi-Fi hot spot. Autonet Mobile (San Francisco, CA, www.autonetmobile.com) has developed a device (shown in the image below) which is essentially a 3G wireless broadband device combined with a Wi-Fi broadband router. This device, available for purchase for as little as $300, is installed in the vehicle and once the user has obtained an annual subscription ($29 for 1 GB per month, $59 for 5 GB per month), the device can access the Internet through Autonets uconnect Web portal. The tables below approximate how much streaming (upper table) and/or content (lower table) can be obtained per month under the 1 GB and 5 GB options.
The first two automakers to make Autonet Mobile available as dealer-installed options were Chrysler (in August, 2008, in a variety of models) and Cadillac (in April, 2009, in the CTS). Last week, the Volkswagen Routan minivan was added to this list. Car dealers typically charge $499 for the Autonet Mobile device, however there are online vendors who sell it for less (a list of vendors is given on the Autonet Mobile Web site).
Autonet Mobile runs over the largest nationwide 3G network and is available all over the U.S. and parts of Canada. While no network carrier is mentioned on the Autonet Mobile Web site, when the coverage map link is selected, a Verizon Wireless coverage map appears.
According to the Autonet Mobile Web page, all Wi-Fi enabled devices will work with Autonet Mobile including Macintosh and Windows laptops, Playstation Portables (PSPs), Personal Digital Assistants (PDAs), and iPhones and the iPod Touch. The Autonet Mobile Wi-Fi connection is secured with WEP encryption, MAC address restriction or WAN port restriction, and supports VPN pass-through (WPA2 will be available in a few months). Over the 3G network, download speeds average from 400-800 kbps, and upload speeds range from 128-300 kbps. When not on 3G, the average download speed is 120-200 kbps and 50-100 kbps for upload. The range of the Autonet Mobile router is 100-150ft.