Il mercato radiofonico italiano è condizionato dalla presenza di importanti gruppi multimediali collocati ai primi posti per ricavi (come RAI e Fininvest, attraverso Radiomediaset). Tali superplayer sono in grado, attraverso la propria offerta radiofonica, di raggiungere numerosi e diversi target sociodemografici con audience significative (in particolare, Fininvest).
Elementi di criticità nell’ambito del mercato radiofonico possono derivare poi dal modello di integrazione verticale dell’attività di radiodiffusione in tecnica analogica; dalla condizione di maturità dei servizi diffusi sulla rete terrestre analogica, nelle more dello sviluppo del mercato dei servizi radiofonici in tecnica digitale; nonché dai vantaggi derivanti dalla dimensione globale degli operatori attivi nel mercato.
Infine, pur non essendo ancora destabilizzanti per il mercato e sottratte dall’esame, le piattaforme di aggregazione di flussi streaming (come TuneIn, che proprio in questi giorni ha concluso una significativa joint venture con Apple) dovranno essere attenzionate.
E’ questo il sunto dell’esame del comparto radiofonico italiano effettuato da Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, concluso con la pubblicazione della delibera 389/19/CONS.
La ricognizione di Agcom
Con la Delibera n. 389/19/CONS (qui il testo integrale), Agcom ha concluso l’analisi del mercato rilevante nel settore della radiofonia e accertamento dell’insussistenza di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo.
Dall’analisi dei rapporti di forza nel versante degli ascoltatori è emerso come, nonostante l’esistenza nel mercato radiofonico di diversi operatori in grado di ottenere performance significative (misurate sia in termini di audience complessiva, sia rapportando gli individui raggiunti al totale degli ascoltatori radiofonici ovvero alla popolazione italiana), il mercato risulti condizionato dalla presenza di importanti gruppi multimediali collocati ai primi posti per ricavi (come RAI e il gruppo Fininvest) che sono in grado, attraverso la propria offerta radiofonica, di raggiungere numerosi e diversi target sociodemografici con audience significative (in particolare, Fininvest).
Rilevanza informativa
Inoltre, l’analisi del livello di concorrenza all’interno del sistema ha messo in evidenza, in primo luogo, che RAI e Fininvest si collocano fra i primi tre operatori per risorse economiche complessivamente assorbite all’interno del SIC, peraltro con quote non distanti fra di loro e piuttosto stabili nel tempo. In secondo luogo, considerata la total audience realizzata dagli stessi gruppi multimediali nelle aree economiche del SIC più strettamente correlate, dal lato della domanda e dell’offerta (radio e televisione in chiaro), si è potuto appurare come i medesimi soggetti assumano una indiscussa rilevanza anche nel panorama dell’informazione, stante l’elevata capacità di intercettare una quota significativa della popolazione italiana.
Notevole vantaggio competitivo di Fininvest e RAI
Analizzando la dimensione complessiva d’impresa, con la Delibera n. 389/19/CONS, Agcom ha appurato la distanza fra i primi due gruppi editoriali multimediali (RAI e Fininvest) dagli altri operatori del mercato rilevante – per fatturati derivanti dal complesso delle attività svolte – che consente a tali soggetti di godere di un considerevole vantaggio competitivo.
Nel dettaglio, tale dimensione conferisce a detti operatori una elevata capacità finanziaria e di accesso al credito che può essere utilizzata per effettuare investimenti di lungo periodo e, in particolare, per effettuare investimenti promozionali volti ad accrescere l’immagine aziendale e la visibilità dei propri prodotti e servizi presso il pubblico (che rappresentano dei sunk cost) la cui incidenza può rappresentare un deterrente all’entrata per un nuovo operatore.
Sinergie radiotelevisive
Inoltre, si legge nell’Allegato A alla Delibera n. 389/19/CONS, “solamente RAI e Fininvest sono in grado di sfruttare le sinergie derivanti dall’esercizio di attività in ambiti caratterizzati da una stretta correlazione (mercati radiotelevisivi), condividendo fattori produttivi, conoscenze, tecnologie, fasi del processo produttivo stesso. Inoltre, tali operatori possono beneficiare di economie di costo derivanti dall’offerta congiunta di spazi pubblicitari sia sulle proprie emittenti televisive che su quelle radiofoniche, grazie alla capacità di utilizzare il leveraging televisivo sia sotto il profilo pubblicitario che nell’uso dei personaggi di spettacolo noti al grande pubblico. D’altra parte, si rileva che tutti questi aspetti sono stati considerati nell’analisi del mercato radiofonico operata dall’Agcm in sede di approvazione dell’operazione di acquisto del Gruppo Finelco da parte di R.T.I. e che le misure rimediali adottate in tale ambito sono state ritenute sufficienti ai fini della tutela delle dinamiche concorrenziali del mercato”.
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Rendite di posizione analogica
Infine, ulteriori elementi di criticità nell’ambito del mercato radiofonico possono derivare dal modello di integrazione verticale dell’attività di radiodiffusione in tecnica analogica; dalla condizione di maturità dei servizi diffusi sulla rete terrestre analogica, nelle more dello sviluppo del mercato dei servizi radiofonici in tecnica digitale; nonché dai vantaggi derivanti dalla dimensione globale degli operatori attivi nel mercato.
In questo contesto di riferimento, un ulteriore processo di consolidamento industriale, sebbene possa non necessariamente condurre all’accertamento di una posizione dominante (singola o collettiva) ai sensi del diritto della concorrenza, potrebbe comunque avere effetti negativi sullo stato del pluralismo.
Attenzione alle piattaforme aggregatrici di flussi streaming
Da ultimo, per quanto riguarda la concorrenza dall’esterno del sistema (esclusa dalla ricognizione Agcom conclusa con la delibera 389/19/CONS), con riferimento alla crescente diffusione di contenuti sonori e radiofonici fruibili sulla rete Internet (che comunque non rientrano nell’ambito di mercato oggetto della presente analisi bensì in quello della raccolta pubblicitaria online), relativi non solo alla diffusione in simulcast dei propri palinsesti da parte dei soggetti esercenti l’attività di radiodiffusione sonora, ma anche all’offerta da parte delle piattaforme di aggregazione online, si rileva che, allo stato, per la percezione da parte dell’utenza e l’ancora contenuta redditività generata dagli stessi, tali servizi non si pongono in concorrenza con i servizi radiofonici tradizionali e, pertanto, le pressioni competitive esercitate dalle citate piattaforme di aggregazione non sono tali da condizionare l’assetto del mercato in esame. (M.L. per NL)