“La radio senza la radio”: detto così è una sorta di manifesto programmatico, per quanto in realtà si tratti di un podcast informativo di qualità (ascoltabile qui).
L’ideatore, il giornalista radiofonico Davide Camera (un passato a RDS e Radio 101, tra le altre), la chiama “miniribellione” alla radio che si fa oggi, che cerca l’ascolto, il dato numerico e per farlo, a suo dire, si snatura.
In realtà “La radio senza la radio” è una trasmissione radiofonica di circa un’ora, che va in controtendenza rispetto al trend moderno della radiofonia, che cerca mercati più giovani, crea commistioni con altri media come la televisione, e interagisce sempre più frequentemente con gli ascoltatori attraverso i social, spesso facendoli intervenire in voce con i messaggi “Whatsapp”.
Invece il podcast di Camera fa l’esatto contrario: la radio è quella tradizionale, il conduttore conduce, intervista gli ospiti, dà spazio alle scelte musicali cercando di puntare alla qualità, mentre gli ascoltatori ascoltano.
“Sì, la vecchia radio, però non attraverso la radio tradizionale, ossia via etere, dove magari qualche editore storcerebbe il naso, ma su una moderna piattaforma, nella fattispecie Mixcloud. In sostanza, anziché spingere la radio verso le moderne tecnologie, si fa l’operazione opposta”, commenta Camera raggiunto da NL.
“Gli ospiti sono di qualità, gli argomenti anche quando sono sulla bocca di tutti vengono approfonditi con pacatezza, senza urla o risate sguaiate. Per esempio, quando si parla di calcio l’opinionista è l’ex caporedattore di Radio Rai Luigi Coppola, per il cinema è stato interlocutore Alberto Crespi, che presentando il suo libro “Storia d’Italia in 15 film” ha parlato anche della Mostra di Venezia e della morte di Jerry Lewis, che era avvenuta da pochi giorni”, continua il giornalista.
“Anche le vicende di attualità si cerca di approfondirle, magari aspettando un po’ di tempo per trattarle al netto dell’emozione del momento, e magari con commentatori che conoscono bene quello di cui si parla, senza le parole al vento che oggi affollano i social e non solo”, conclude Camera sintetizzando il progetto, che vuole essere una sorta di piccola scialuppa per gli ascoltatori che non si riconoscono più negli attuali “transatlantici – o anche solo traghetti – radiofonici”. (E.G. per NL)