Nel 1979 usciva “Video killed the radio star”, brano di grande successo quanto di cattivo auspicio che celebrava il funerale della radio.
A dispetto dei Buggles, a distanza di quasi quaranta anni da quel singolo, la radio non solo sopravvive, ma si evolve, integrandosi con le novità proposte dall’era digitale.
L’avvento di internet, così come quello della televisione in passato, non ha affatto condotto all’archiviazione del medium elettronico più anziano, che, anzi, continua a far registrare risultati importanti, pur in un mercato competitivo come quello attuale.
Vediamo allora le cinque innovazioni digitali che hanno cambiato profondamente il mezzo radiofonico negli ultimi dieci anni.
5 Smartphone – Ai millenials sembrerà impossibile da credere, ma c’è stato un tempo in cui gli smartphone non esistevano e la radio si ascoltava con un “transistor” attaccato all’orecchio. Oggi, mentre nell’indoor il ricevitore radio è stato sostituito dal televisore (i ricevitori stand alone sono presenti solo nel 45% delle case con una riduzione del 5-10% annuo e nel 10% degli esercizi pubblici che diffondono musica), le trasmissioni radiofoniche “in mobilità” e fuori dall’auto, si ascoltano pressoché esclusivamente con lo smartphone, con FM incorporata nei casi in cui il ricevitore è incorporato (sempre meno invero; a proposito, il braccio di ferro tra iPhone e broadcaster USA è stato vinto dalla prima; semmai ci fosse ancora dubbio sui rapporti di forza…), oppure, sempre più frequentemente, in streaming.4 streaming – Appunto. Praticamente quasi tutte le stazioni oggi possono essere ascoltate in streaming dai device mobili. A differenza però della radio in FM, le app e le piattaforme consumano in termini di traffico dati: in conseguenza di ciò chi ascolta la radio in streaming sul cellulare necessità di tariffe che garantiscono un buon volume di traffico mensile. Piani tariffari flat e auto connesse potrebbero far crescere ancora di più la fruizione via web del medium. I contro? I nemici della radio tradizionale si chiamano ormai Spotify, YouTube & SOD vari, che hanno conquistato velocemente il mercato pubblicitario sui contenuti musicali.
3 podcasting – Un tempo ci si abbonava alle riviste; ora si pagano canoni o comunque si attivano richieste per ricevere risorse audio e video con frequenza più o meno costante. “Il podcasting è la sopravvivenza di colui che si sa adattare di più, sopravvive solo il contenuto dei più talentuosi” – ha affermato Jeff McHugh, dirigente e talent scout della Randy Lane Company. Per il futuro si prevede che tutte le principali trasmissioni radiofoniche saranno diffuse attraverso free podcast on demand. Le prospettive rosee per una delle funzionalità delle radio IP devono ancora però essere confermate dai risultati. Di certo i margini per un potenziamento della raccolta pubblicitaria di questo nicchia del settore ci sono tutti (cd. digital adv).
2 auto interconnesse – Le funzioni dell’automobile, dalla gestione dell’aria condizionata alla ricezione della radio ibrida (FM, DAB+, IP), racchiuse in unico sistema operativo. È il modello delle auto connesse che grazie alle spinte propulsive dell’Unione Europea diverrà presto realtà sulle nostre strade. Come cambia la radio? Inutile ricordare l’aspetto della multipiattaforma e della connessione internet, che ripropongono anche per quanto riguarda il dashboard la battaglia tra OTT, radio tradizionale e altri protagonisti. Il nuovo giro d’affari al momento non esclude l’etere (negli USA IP, sat, HD Radio, FM e AM; da noi FM, IP, DAB+) anche se la fase transitoria di incertezza potrebbe favorire i colossi dello streaming musicale che già stanno lavorando in questo senso.
1 Social – Le strategie operative dei ceo dei gruppi radiofonici non possono non tenere in considerazione il potere commerciale dei social network. Dal lontano 2004 in cui Mark Zuckerberg lanciò Facebook il mondo è diventato un’enorme piattaforma di condivisione che condiziona la quotidianità di miliardi di utenti. Lo stesso Instagram, acquistato da Facebook nel 2012 per un miliardo di dollari, viene utilizzato come radio: famoso in Italia il caso di Fiorello che qualche mese fa creò la propria social radio “Alzabandiera”. Un caso emblematico che indica una delle tante tappe del percorso del medium che si sta evolvendo verso forme di radio ad personam: tante radio per piccoli gruppi di ascoltatori, secondo il principio del “brand bouquet“. (M.R. per NL)