Esclusiva NL, Jürg Bachmann (sindacato radio private svizzere): Al più tardi il 31 dicembre 2026 l’FM in Svizzera dovrà sparire.
Gestire tre piattaforme (FM, DAB, IP) costa. Per questa ragione, per dieci anni, lo stato si è accollato una gran parte dei costi di diffusione tramite DAB+. Ottenendo anche buoni risultati, visto che il 40% dell’ascolto oggi avviene tramite DAB+.
Forse non era l’idea migliore dell’UFCOM di finanziare non solo le radio in transizione dall’FM al DAB+, bensì anche tutte quelle che trasmettono i loro programmi unicamente su DAB+, perché così si è creato un mercato DAB+ di programmi radio sostenuto in gran parte con soldi dello stato. Quando questi mancheranno, avranno difficoltà a pagare non solo i costi di produzione dei loro programmi, ma in prima linea quelli di diffusione su DAB+.
L’intervista con Jürg Bachmann (Comitato direttivo migrazione digitale delle radio svizzere)
Il nostro scoop sulla decisione della Svizzera di posticipare lo spegnimento degli impianti in FM per favorire la migrazione alla radio digitale (DAB+IP) ha avuto un significativo riscontro. Così abbiamo deciso di tornare ad intervistare un esponente di spicco della radiofonia digitale elvetica, Jürg Bachmann, presidente dell’Associazione delle Radio Private Svizzere e membro del Comitato direttivo per la migrazione digitale delle radio svizzere, che, come sempre, si è reso disponibile a rilasciarci un’intervista per approfondire alcuni temi specifici.
Spunti
Jürg Bachmann ci ha fornito numerosi spunti nel corso dell’intervista e abbiamo pertanto deciso di suddividerla in due parti: una relativa alla situazione attuale, l’altra con una visione prospettica del futuro della radiofonia elvetica (e non solo).
Nuovo termine (definitivo) per spegnimento FM: 31/12/2026
(Newslinet) – Pare che in Svizzera Il Consiglio Federale approverà lo slittamento dello spegnimento della FM al 2026, come richiesto da UFCOM, anche se non è chiaro se lo switch-off sarà a tappe progressive o con un’unica data….
(Jürg Bachmann) – Prima delle vacanze estive il Consigliere Federale Albert Rösti, responsabile anche per l’UFCOM, ha dichiarato di proporre al Consiglio Federale (il governo svizzero) di spostare lo spegnimento coordinato di tutte le emittenti FM dal 31 dicembre 2024 alla fine del 2026.
Coordinamento volontario
In questi due anni tutte le radio private possono mettersi d’accordo tra di loro e con la radio pubblica quando vorranno spegnere singole emittenti. Al più tardi il 31 dicembre 2026 l’FM in Svizzera dovrà sparire.
Rivisti i business plan
(NL) – Dal punto di vista del gruppo di lavoro Migrazione digitale ciò è un bene o un male?
(Jürg Bachmann) – Il gruppo di lavoro Migrazione avrebbe favoreggiato uno spegnimento coordinato, preferibilmente alla fine del 2024. Comunque ora, abbiamo consigliato a tutte le emittenti di preparare i loro business plan puntando sulla fine del 2026.
La multipiattaforma costa…
(NL) – Diciamo la verità: la FM garantisce rendite di posizione che il digitale azzera (o quasi)…
(Jürg Bachmann) – Vero è che le radio private devono pagare la distribuzione dei loro programmi tramite ogni tecnologia dagli introiti di pubblicità. Finanziare tre tecnologie (FM, DAB+ e internet) ovviamente è più oneroso che pagarne una sola o due.
… ma lo Stato aiuta
Per questa ragione, per dieci anni, lo stato si è accollato una gran parte dei costi di diffusione tramite DAB+. Ottenendo anche buoni risultati, visto che il 40% dell’ascolto oggi avviene tramite DAB+.
Mercato anomalo
Forse non era l’idea migliore dell’UFCOM di finanziare non solo le radio in transizione dall’FM al DAB+, bensì anche tutte quelle che trasmettono i loro programmi unicamente su DAB+. Perché così si è creato un mercato DAB+ di programmi radio sostenuto in gran parte con soldi dello stato.
Futuro grigio
Quando questi mancheranno, queste radio avranno difficoltà a pagare non solo i costi di produzione dei loro programmi, ma in prima linea quelli di diffusione su DAB+.
Pesi e misure
(NL) – Quanto pesa oggi l’ascolto analogico (FM) su quello digitale (DAB+IP) in Svizzera?
(Jürg Bachmann) – È impossibile dare una risposta generale. Bisogna conoscere la situazione di copertura individuale di una singola radio. In genere però, la diffusione di molti programmi sullo stesso multiplex DAB+ è significativamente più economica per un programma rispetto alla FM. Invece, per singoli programmi con una copertura locale o regionale può certamente essere significativamente più economico la FM. Soprattutto se questi impianti sono già ammortizzati in gran parte.
DAB ha raggiunto l’apice, l’IP ancora in crescita
(NL) – E’ possibile dare un peso alla componente IP e a quella DAB sul totale digitale?
(Jürg Bachmann) – In Svizzera oggi DAB+ e IP sono più o meno allo stesso livello. L’IP è in lieve crescita, mentre il DAB+ con il suo 40% ha probabilmente raggiunto il suo apice.
Quanto durerà l’era DAB?
(NL) – Il DAB è una tecnologia di transito verso il totally IP: quanto durerà l’era DAB?
(Jürg Bachmann) – Una prognosi è difficile. Dipende da stato a stato, dagli investimenti compiuti nelle reti e dalla diffusione di ricevitori presso gli ascoltatori. Le radio svizzere dovranno servire tre tecnologie di diffusione ancora per lungo tempo. Questo sarà una sfida per loro. Perché finché il 5G sarà pronto per l’ascolto di programmi radio ci vorranno ancora 10, 20 anni. Siamo solo all’inizio della ripartizione delle frequenze. E poi la trasmissione solo tramite IP aprirà altri problemi giuridici e finanziari per le radio.
Difficile mantenere gli ascolti attuali per la Radio in futuro
(NL) – Le piattaforme di streaming audio on demand come Spotify e i podcast sono concorrenti della radio?
(Jürg Bachmann) – Noi tutti abbiamo due orecchie e al massimo solo 24 ore al giorno per ascoltare quello che ci piace. Ovviamente ogni nuova proposta audio è in concorrenza con quelle esistenti. Quanto determinante questa sia, dipende anche dalle abitudini, dagli interessi di una persona, dalla sua età, dalla famigliarità con tecnologie nuove e via dicendo. Comunque, temo che in futuro sarà difficile per una radio mantenere dati d’ascolto così alti come finora. La frammentazione ha preso possesso anche del mondo radiofonico, i numeri d’ascolto per ogni singolo programma tenderanno a diminuire.
Visual Radio e smart speaker insignificanti in Svizzera
(NL) – In Svizzera la visual radio è una realtà consolidata come in Italia?
(Jürg Bachmann) – No, non ha nessun ruolo importante. Del resto, in Svizzera non esiste nemmeno un mercato per gli smart speaker. Non interessano nessuno.
Ascolto proprietario e mediato
(NL) – L’ascolto IP proprietario (app e player da sito della radio) quanto pesa su quello attraverso piattaforme di terze parti (aggregatori di flussi streaming come TuneIn, FM World, smart speaker, smart tv, ecc.)?
(Jürg Bachmann) – Non siamo in possesso di dati che mi consentirebbero una risposta fondata.
Col digitale cambia il modello di business
(NL) – A proposito di aggregatori, quale la vostra posizione: si tratta di piattaforme parassitarie che sfruttano i contenuti per vendere pubblicità autonoma senza retrocessione alle emittenti od organizzatori dell’offerta e contributori della distribuzione delle radio e pertanto alleati?
(Jürg Bachmann) – Nell’era broadcast la radio aveva il controllo su tutta la catena di produzione, dallo studio fino alle orecchie degli ascoltatori. Nel mondo digitale questo è molto più difficile. Già per la trasmissione di programmi in DAB+ le radio devono affidarsi a chi gestisce il multiplex. In Svizzera, questi sono in gran parte in mano a operatori che appartengono alle radio. Perciò, un certo controllo sulla qualità e soprattutto sui prezzi di diffusione c`è. Trasmettendo i loro programmi via IP le radio li affidano ad aziende estranee dal loro modello di business. Noi radio guadagniamo con la vendita di pubblicità nei nostri programmi, le telco con la diffusione in sé. Questo è un concetto di business completamente diverso.
L’accesso alla capacità trasmissiva DAB in Svizzera
(NL) – In breve, come funziona l’accesso alla capacità trasmissiva DAB in Svizzera? Quanti sono i mux, chi li gestisce e quali sono i titoli per farvi ingresso?
(Jürg Bachmann) – Abbiamo a disposizione sette multiplex, gestiti da tre società. Le radio con concessione hanno diritto alla diffusione, per le altre la decisione spetta al consiglio di amministrazione relativo.
Anche le radio italiane, se c’è posto
(NL) – Possono entrare (cioè essere veicolate) anche emittenti estere, nella fattispecie italiane?
(Jürg Bachmann) – Finché una radio, svizzera o estera che sia, si sottopone alle leggi vigenti, ha la possibilità di richiedere un posto su un multiplex. Se c’è posto, potrà usufruirne.
Il problema della concorrenza delle radio italiane
(NL) – Le emittenti italiane di confine sono ancora un problema per quelle svizzere? Parliamo dal punto di vista commerciale, non interferenziale….
(Jürg Bachmann) – In Italia il livello di prezzo per la pubblicità radio è più basso che in Svizzera. Per questo dislivello c’erano – e ci sono ancora – clienti pubblicitari che preferiscono la pubblicità su un’emittente italiana che svizzera, specialmente nelle regioni di confine. D’altronde il modo di fare un programma radio è differente in Italia che in Svizzera. Perciò i clienti decidono loro in quale programma preferiscono la loro pubblicità. Alle fine, non mi sembra tanto una questione di prezzo o di qualità, ma piuttosto di abitudini personali e preferenze commerciali. (E.G. per NL)