La pubblicazione dei bandi per l’assegnazione dei diritti d’uso ai consorzi di radio locali sulla base dell’anacronistico regolamento ex Del. 664/09/CONS di Agcom (che risale appunto a 13 anni fa, che, a livello di tecnologia e mercato, corrisponde ad un’era geologica) determinerebbe una strage di emittenti pari a quella dei fornitori di servizi di media audiovisivi del DTT.
Procedure. Competitive
Il Mise sarà presto chiamato ad avviare le procedure – necessariamente competitive sulla stragrande parte delle aree tecniche, a differenza del comparto nazionale per il quale non è necessaria la gara, essendo le frequenze corrispondenti al numero dei consorzi (salvo controversie tra operatori su una specifica attribuzione d’ufficio) – per l’attribuzione dei diritti d’uso per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale individuate dalla delibera n. 286/22/CONS, recante il nuovo Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze (PNAF provvisorio DAB).
Occhio al cavallo su cui montare
Ora, a parte il rischio di essere soci di un consorzio che non risulterà destinatario di diritto d’uso (ed al netto della deleteria confusione determinata dalla presenza del medesimo titolo concessorio nella compagine di enti consortili diversi, che potrebbe anche creare esclusioni delle domande), il modello su cui si formeranno i bandi ministeriali sarà disegnato sulla base di quello del DTT .
Art. 50 c. 5 D. Lgs. 208/2021
L’art. 50 c. 5 del D. Lgs. 208/2021 è infatti indiziario sul punto.
Operatori strutturati preferiti
Un modello che, come si è visto, ha premiato operatori di rete di dimensione nazionale (EI Towers e Rai Way) declinati su scala locale (areale), più che network provider locali. E ciò in quanto i primi sono (ovviamente) risultati maggiormente strutturati, organizzati, dotati di solidità finanziaria e favoriti in termini di economia di scala.
Ne bis in idem
E’ da qui, pertanto, che occorre partire, cercando di evitare di commettere gli stessi errori. Nonostante il buon lavoro svolto da Agcom nell’individuazione di risorse radioelettriche per il PNAF della radio digitale anche in aree estremamente critiche a seguito della mancata definizione del coordinamento interferenziale internazionale, in molte regioni le emittenti FM sono più di quante i mux DAB potranno ospitare. Pertanto una procedura selettiva sarà inevitabile.
Emittenti minori e comunitarie a rischio…
Selezione che, però, se basata sul regolamento ex Del. 664/09/CONS, penalizzerà soprattutto le emittenti minori, comunitarie in particolare.
… insieme ai loro consorzi
O, più precisamente, i consorzi partecipati da emittenti non commerciali, oppure di ridotta dimensione imprenditoriale.
PDV
Soprassendendo, ovviamente, sulle forche caudine dei progetti tecnici per il rispetto dei limiti di copertura al cospetto dei famigerati pdv, che hanno portato col DTT all’esclusione anche delle stesse EI Towers e Rai Way in qualche occasione (come Veneto, Val d’Aosta ed Emilia Romagna). Un impegno che imporrà investimenti importanti e l’ausilio di tecnici di elevata esperienza sulla fattispecie.
Riforma necessaria. Prima dei bandi
Occorre, pertanto, una riforma del regolamento ex Del. 664/09/CONS che allinei le procedure competitive volte all’attribuzione dei diritti d’uso individuati dal PNAF provvisorio alla situazione attuale della radiofonia. Che non è certo quella del 2009, quando il DAB era un qualcosa di evanescente.
Se non accadrà, assisteremo alla replica del film del DTT. (M.L. per NL)