Con un editoriale sul New York Sun, quello che fu il capo della FCC durante la presidenza Reagan, Mark Fowler, ha dichiarato che Sirius e XM Satellite hanno tutto il diritto di fondersi in una sola compagnia. E subito alcuni commentatori hanno scommesso che il merger si farà entro l’anno. Forbes riferisce dell’editoriale di Fowler ricordando che ai due operatori di radio digitale satellitare non basta convincere un ex-capo della FCC. E l’attuale management del regolatore USA che dice? Che per avere l’OK della FCC e del Dipartimento di giustizia occorre dimostrare che i consumatori trarrebbero immediati vantaggi dalla proposta di fusione. Fowler dice che la radio satellitare ha già dato un importante contributo, costringendo i broadcaster terrestri ad attivare una offerta digitale. Insomma il mercato è già diventato più ricco e meno monopolistico, ed è giusto dare alla radio via satellite una opportunità che due operatori separati non potrebbero sfruttare appieno a causa dei costi molto elevati da sostenere.
Io ho la netta sensazione che ancora una volta la discussione sull’intera materia della radio che cambia avviene su due livelli: uno di normale buon senso, l’altro puramente virtuale. Il buon senso dice che Ibiquity ha convinto oltre mille stazioni radio americane ad attivare un canale digitale (che per lo più ripete quello che si sente già in AM o FM). L’osservazione virtuale trascura di precisare che queste stazioni non le ascolta praticamente nessuno perché le radio riceventi sono pochissime. E’ vero, la radio sta cambiando, ma una forte percentuale di questo cambiamento avviene nei comunicati stampa, i consumatori ne percepiscono solo l’eco molto lontana. La radio digitale via satellite è innegabilmente una grande novità, ma anche qui scatta il complesso del virtuale. Io non capisco bene una cosa: se due operatori di radio digitale non riescono a sopravvivere con milioni di abbonati, perché gli esperti devono dedurre che il mercato della radio digitale nel suo complesso sarà un paese di Bengodi? Solo perché mescolando modelli di business (pay per use contro advertising revenues) i consumatori correrebbero ad acquistare radio e terminali dedicati?
I consumatori hanno sempre reagito bene al satellite, televisivo e radiofonico che sia. Milioni di abbonamenti hanno premiato una programmazione giudicata variegata e accattivante. Ma il risultato di questo entusiasmo è che dalle nostre parti Sky è l’unico operatore di tv satellitare e il mercato “alternativo” del digitale terrestre non mi sembra particolarmente fiorente (vedremo come va adesso con la nuova offerta calcistica di Sky). Mentre negli Stati Uniti la concorrenza tra due operatori della radio satellitare mobile è insostenibile e l’unica alternativa al merger è il fallimento di uno dei due. In questa situazione nulla impedirebbe a Sky (o a quello che resterà del attuale duopolio tra Sirus e XM) di imporre forti aumenti di prezzo. Se non la paura di perdere tutti i clienti. E’ una questione di price point, : quello che il pubblico percepisce come “prezzo giusto” di un servizio, non basta a sostenere l’offerta del servizio stesso. Se il costo-cliente è più alto dei ricavi medi per cliente, il negozio chiude bottega. Ergo, non è la presenza di un concorrente o di un mercato alternativo a rendere l’attuale offerta mediatica digitale conveniente agli occhi dei consumatori. Ma la paura. E un forte ingrediente di questa paura è il gran movimento che gli attuali broadcaster continuano a vedere nel campo avversario della nascente offerta mediatica basata su IP. Il grande spauracchio di Internet (e guarda un po’, l’offerta via cavo, IP o coassiale che sia, tollera meglio la presenza di più provider).
Come premessa e garanzia di un mercato sano non mi pare granché. Non è per caso arrivato il momento di ripensare meglio questa famosa transizione al digitale?
Ex-FCC Honcho Cool With Sirius/XM Combo
Andrew Farrell, 09.05.07, 2:50 PM ET
Sirius and XM have convinced a former Federal Communications Commission chairman they should be allowed to merge. Now, they just need to persuade the current one.
“If the two satellite radio companies, each only several years old, need to combine to be more effective competitors in an audio entertainment marketplace teeming with technological change and innovation, the government should not stand in the way,” said Mark Fowler in an opinion piece in Wednesday’s New York Sun. Fowler served as chairman of the Federal Communications Commission under President Reagan.
The supportive op-ed rallied hopes that Sirius and XM’s proposed merger will receive regulatory approval. Shares of XM Satellite Radio rose 22 cents, or 1.7%, to $12.94, and shares of Sirius Satellite Radio rose 7 cents, or 2.3%, to $3.08.
For a successful deal, more important than Fowler’s take is the opinion of current Federal Communications Chairman Kevin Martin. The proposed merger between Sirius and XM must receive regulatory approval from the FCC and Department of Justice.
Martin has said that Sirius and XM must prove their merger leaves consumers better off. Fowler made the case Wednesday that it will. He said satellite radio has benefited consumers by forcing terrestrial radio to offer digital channels. A combined company would only be more competitive and drive further innovation in the audio entertainment marketplace.
After a year of rumors, Sirius and XM announced they agreed to merge in February. A combination of the only two satellite radio companies would net big cost savings and could attract more subscribers with broader offerings. The proposed merger has run into furious lobbying efforts by the National Association of Broadcasters, which represents terrestrial radio stations.