Madaro (Consultmedia): “La sensazione che percepiamo nell’interazione quotidiana con gli editori locali raggruppati in piccoli consorzi che si stanno informando a riguardo della procedura di assegnazione dei diritti d’uso avviata con la pubblicazione delle linee guida definitive (che hanno cristallizzato le regole fino ad ora solo ipotizzate) è, spesso, di confusione.
Non sembra ci sia la consapevolezza dei numerosi ostacoli che si frapporranno al rilascio dei diritti d’uso definitivi che costituiranno il futuro per la radiofonia.
Spesso non percepiamo la sensazione degli editori di essere davanti ad un passaggio fondamentale nell’evoluzione radiofonica. E se questa è la loro, la nostra, di sensazione, è che questo tipo di approccio non porterà nulla di buono“.
Sensazione pericolosa
NL sta registrando, nel costante rapporto coi lettori (che, data la natura del nostro periodico, sono operatori radiotelevisivi nella stragrande parte dei casi), la sensazione da parte delle emittenti locali, in relazione all’assegnazione dei diritti d’uso DAB+, di una opportunità e non già di una necessità.
L’analisi
Per approfondire la questione, abbiamo quindi intervistato due consulenti di Consultmedia, primaria struttura di consulenza in ambito radiotelevisivo che sta seguendo il processo di attribuzione così come lo ha fatto in occasione dell’analoga istruttoria tv col refarming della banda 700 MHz.
La procedura di attribuzione dei diritti d’uso DAB+
“Visto che parliamo di sensazione, quella che percepiamo nell’interazione quotidiana con gli editori locali raggruppati in piccoli consorzi che si stanno informando a riguardo della procedura di assegnazione dei diritti d’uso avviata con la pubblicazione delle linee guida definitive (che hanno cristallizzato le regole fino ad ora solo ipotizzate), quando non di superficialità, è, spesso, di confusione“, sottolinea Giovanni Madaro (nella foto d’apertura), responsabile dell’area economico-amministrativa della task force di Consultmedia che seguirà i consorzi di radio locali e ovviamente i loro soci nel processo di attribuzione delle frequenze DAB+.
Mancanza di consapevolezza
“Non sembra ci sia la consapevolezza dei numerosi ostacoli che si frapporranno al rilascio dei diritti d’uso definitivi. Diritti che costituiranno il futuro per la radiofonia. Spesso non percepiamo la sensazione degli editori di essere davanti ad un passaggio fondamentale nell’evoluzione radiofonica. E se questa è la loro, la nostra “sensazione” è che questo tipo di approccio non porterà nulla di buono“.
3 motivi: 1
“E ciò è molto grave per tre ordini di motivi.
Il primo è che le procedure sono decisamente complesse. Più di quanto la bozza iniziale delle Linee guida sottoposta a consultazione pubblica aveva fatto trasparire.
3 motivi: 2
Il secondo motivo è che il tempo a disposizione per la procedura sarà estremamente limitato, se posto a confronto con gli adempimenti richiesti.
3 motivi: 3
La terza ragione è che il DAB+ si affiancherà alla FM per un periodo più o meno lungo (ma non tanto quanto alcuni pensano), ma prima o poi la sostituirà per successione naturale. Salvo essere a sua volta sostituito dall’IP. Ma la coesistenza tra le tre piattaforme prima dell’avvento del vettore unico (difficilmente prima del 2030-2035) sarà indispensabile, pena la marginalizzazione di mercato”, continua Madaro.
Cautela e consapevolezza non percepite
“Quindi parliamo del futuro della radiofonia. Una prospettiva che dovrebbe imporre cautela e consapevolezza. Contezza che invece non percepiamo in troppi casi”, sottolinea l’economista.
I progetti
“I progetti radioelettrici che dovranno essere prodotti sin dall’imminente manifestazione d’interesse e che, quasi certamente, non potranno più essere modificati qualora la procedura specifica (per una data frequenza) evolvesse in competizione (cd. beauty contest, ndr), non sono qualcosa che s’improvvisa in pochi giorni”, interviene Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia che coordinerà l’Area Tecnica nelle istruttorie.
Ritardatari
“Eppure sento quotidianamente emittenti socie di consorzi che ancora non hanno nemmeno approcciato la questione tecnica.
Refarming tv docet: i pdv
La nostra esperienza nei bandi televisivi del refarming della banda 700 MHz, per i quali abbiamo partecipato in tutte le regioni per le reti di 2° livello – ed in qualche caso anche per quelle di primo – ci ha insegnato che i pdv sono una bestia difficile da domare.
La coperta che non dovrà essere troppo corta
E, per certi versi, nel DAB+ la bestia è ancora più difficile da controllare, tanto più che il rispetto dei pdv va bilanciato con l’obbligo di copertura del territorio che imporrà l’adozione di più impianti di minore portata singola”, continua l’ingegnere.
Documentazione economico-contabile e coordinamento
“I piani economico-finanziari, le certificazioni contabili, il coordinamento per la sottoscrizione di tutta la documentazione presentata dai consorzi da tutti i soci renderanno non semplice la preparazione dell’istanza“, interviene nuovamente l’economista Madaro.
Sensazione di superficialità
“Per i consorzi che assistiamo ci siamo mossi per tempo, eppure stiamo facendo fatica a gestire processi così complessi. Figurarsi quindi per chi non ha ancora iniziato“, conclude il partner Consultmedia. (E.G. per NL)