La calma prima della tempesta? Dopo la pubblicazione da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy dell’aggiornamento delle Linee guida sulle procedure per l’attribuzione dei diritti d’uso ai consorzi DAB locali – in verità un vero e proprio dietrofront ministeriale sulla dimensione operativa dei consorzi, come diremo di seguito – da qualche settimana tutto tace, in attesa, appunto, della pubblicazione degli avvisi per la manifestazione d’interesse a riguardo dei singoli lotti frequenziali disponibili.
Molto probabilmente, seguendo l’esperienza del refarming della banda 700 MHz, la pubblicazione avverrà a blocchi di aree tecniche, partendo da quelle dove le verifiche propedeutiche del Ministero sulle consistenze impiantistiche analogiche si sono già concluse.
Due approcci diversi al problema
Intanto, da parte dei consorzi di emittenti locali, si stanno registrando due tipi di approccio completamente opposti: quelli che si portano avanti confidando nel fatto che il quadro è già definito e quelli che attendono l’effettiva partenza della procedura, considerato che le modifiche delle Linee guida definitive (che quindi tanto definitive non erano) non escludono (soprattutto in occasione della pubblicazione delle FAQ) possibili nuove interpretazioni in grado di alterare orientamenti che si ritenevano consolidati, magari vanificando attività nel frattempo poste in essere.
Le Linee guida definitive, più definitive di prima
Partiamo intanto dall’aggiornamento delle Linee guida definitive, pubblicato nelle scorse settimane.
A riguardo, come aveva ipotizzato NL, le variazioni riguardano gli obblighi di copertura, ripristinati con l’impegno a raggiungere determinate quote di popolazione in luogo del territorio (come per i network provider televisivi) e la possibilità per un unico consorzio di concorrere all’attribuzione dei diritti d’uso in ogni area tecnica, ovviamente attraverso raggruppamenti di soci in possesso dei requisiti specifici per bacino o sub-bacino di riferimento.
Come per il DTT
Anche qui, l’orientamento per il consolidamento del settore radiofonico digitale si è sostanzialmente uniformato al comparto tv, dove player nazionali come EI Towers e Rai Way hanno ricevuto l’attribuzione di diritti d’uso in quasi tutte le aree tecniche del territorio nazionale.
La precisazione
In questo senso, pertanto, con le novellate Linee guida, sembrano essere stati privilegiati, per una questione di economia di scala, i grandi consorzi rispetto a quelli specificamente creati per ogni area tecnica, anche se la precisazione (introdotta con l’aggiornamento) secondo la quale “resta fermo per l’emittente radiofonica in ambito locale il vincolo stabilito dall’art. 3, comma 1, lett. cc) del D. Lgs. 208 dell’8 novembre 2021”, potrebbe creare qualche problema alle grandi stazioni.
Ambito locale
La disposizione ex art. 3 c. 1 lett. cc) D. Lgs. 208/2021, come noto, definisce «ambito locale radiofonico» “l’esercizio dell’attivita’ di radiodiffusione sonora, con irradiazione del segnale fino a una copertura massima del 50 per cento della popolazione nazionale”.
Superstation
Per i soggetti che operano sulla soglia di tale limite la questione potrebbe costituire una difficoltà, considerato che, mentre in FM è possibile adeguarsi (al tetto di popolazione) regolando la consistenza impiantistica in maniera quasi chirurgica (eliminando per esempio un solo diffusore (FM) che concorre al superamento), in DAB occorre agire su interi bacini (o sub-bacini) di utenza.
L’analisi
Chiarito questo punto, per approfondire il resto della questione, abbiamo quindi intervistato due consulenti di Consultmedia, primaria struttura di consulenza in ambito radiotelevisivo che sta seguendo il processo di attribuzione dei diritti d’uso, così come lo ha fatto in occasione dell’analoga istruttoria tv col refarming della banda 700 MHz.
La procedura di attribuzione dei diritti d’uso DAB+ ai consorzi locali
“Visto che parliamo di sensazione, quella che percepiamo nella corrispondenza quotidiana con gli editori locali raggruppati in piccoli consorzi, che si stanno informando a riguardo della procedura di assegnazione dei diritti d’uso avviata con la pubblicazione delle linee guida definitive (che hanno cristallizzato le regole fino ad ora solo ipotizzate), quando non di superficialità, è, spesso, di confusione“, sottolinea Giovanni Madaro, responsabile dell’area economico amministrativa della task force di Consultmedia che seguirà i consorzi di radio locali e ovviamente i loro soci nel processo di attribuzione delle frequenze DAB+.
Mancanza di consapevolezza
“Non sembra ci sia la consapevolezza dei numerosi ostacoli che si frapporranno al rilascio dei diritti d’uso definitivi. Diritti che costituiranno il futuro per la radiofonia. Spesso non percepiamo la sensazione degli editori di essere davanti ad un passaggio fondamentale nell’evoluzione radiofonica. E se questa è la loro, la nostra “sensazione” è che questo tipo di approccio non porterà a nulla di buono”.
3 motivi: 1
“E ciò è molto grave per tre ordini di motivi.
Il primo è che le procedure sono decisamente complesse. Più di quanto la bozza iniziale delle Linee guida sottoposta a consultazione pubblica avesse fatto trasparire.
3 motivi: 2
Il secondo motivo è che il tempo a disposizione per la procedura sarà estremamente limitato, se posto a confronto con gli adempimenti richiesti.
3 motivi: 3
La terza ragione è che il DAB+ si affiancherà alla FM per un periodo più o meno lungo (ma non tanto quanto alcuni pensano), ma prima o poi la sostituirà per successione naturale. Salvo essere a sua volta sostituito dall’IP. Ma la coesistenza tra le tre piattaforme prima dell’avvento del vettore unico (difficilmente prima del 2030-2035) sarà indispensabile, pena la marginalizzazione di mercato”, continua Madaro.
Cautela e consapevolezza non percepite
“Quindi parliamo del futuro della radiofonia. Una prospettiva che dovrebbe imporre cautela e consapevolezza. Contezza che invece non percepiamo in troppi casi”, sottolinea l’economista.
I progetti
“I progetti radioelettrici che dovranno essere prodotti sin dall’imminente manifestazione d’interesse e che, quasi certamente, non potranno più essere modificati qualora la procedura specifica (per una data frequenza) evolvesse in competizione (cd. beauty contest, ndr), non sono qualcosa che s’improvvisa in pochi giorni”, interviene Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia che coordinerà l’Area Tecnica nelle istruttorie.
Ritardatari
“Eppure sento quotidianamente emittenti socie di consorzi che ancora non hanno nemmeno approcciato la questione tecnica.
Refarming tv docet: i pdv
La nostra esperienza nei bandi televisivi del refarming della banda 700 MHz, per i quali abbiamo partecipato in tutte le regioni per le reti di 2° livello – ed in qualche caso anche per quelle di primo – ci ha insegnato che i pdv sono una bestia difficile da domare.
La coperta che non dovrà essere troppo corta
E, per certi versi, nel DAB+ la bestia è ancora più difficile da controllare, tanto più che il rispetto dei pdv va bilanciato con l’obbligo di copertura del territorio che imporrà l’adozione di più impianti di minore portata singola”, continua l’ingegnere.
Documentazione economico-contabile e coordinamento
“I piani economico-finanziari, le certificazioni contabili, il coordinamento per la sottoscrizione di tutta la documentazione presentata dai consorzi da tutti i soci, renderanno non semplice la preparazione dell’istanza”, interviene nuovamente Madaro.
Attestazioni fatturato
“Proprio sulle attestazioni del fatturato da parte di professionista iscritto nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili stiamo rilevando le maggiori difficoltà da parte delle emittenti socie. Ciò, sia per la mancanza di specificazioni in merito alle modalità di predisposizione del documento, sia perchè molti soggetti non si avvalgono, per l’attività ordinaria, di un professionista in possesso dei requisiti prescritti dalle Linee Guida”, prosegue l’economista.
Sensazione di superficialità
“Per i consorzi che assistiamo ci siamo mossi per tempo, eppure stiamo facendo fatica a gestire processi così complessi. Figurarsi quindi per chi non ha ancora iniziato”, conclude il partner Consultmedia. (E.G. per NL)