Quello tra vinile e radio è un incontro scritto nel destino, inevitabile come quegli appuntamenti a cui non puoi sottrarti: una relazione che, nata con l’avvento delle prime radio libere e con il supporto di mixer autocostruiti e giradischi Lenco (ai quali abbiamo dedicato un articolo recentemente), è evoluta in un matrimonio d’amore che dura almeno da 20 anni.
Nella seconda metà degli anni ’70 l’archivio discografico di una radio costituiva un surplus fondamentale in un frangente in cui pochissime emittenti ricevevano gratuitamente i promozionali mentre tutte le altre erano costrette ad affrontare investimenti notevoli per riuscire a tenere il passo.In un’epoca non ancora condizionata da playlist e rotazioni forzate, la sala dei dischi era una sorta di antro magico in cui il dj, sfogliando registri spesso poco (o mai) aggiornati, o tuffandosi materialmente negli scaffali, cercava di trovare l’ispirazione per costruire la sequenza del suo programma.
Sembrava un rapporto indissolubile; ma come spesso capita l’amore finisce per colpa di un terzo incomodo, il compact disc, che fa capolino a metà degli anni ’90 mandando in pensione il vecchio ingombrante poco pratico long playing, rottamato come un oggetto ormai obsoleto. Ma è una ruota che gira: negli anni a seguire internet, file audio e software di automazione faranno scomparire anche i lettori cd e le regie diventeranno sempre meno romantiche e suggestive, popolandosi solo di schermi e computer.
E negli anni ’90, mentre le radio conquistano nuovi territori acquistando frequenze FM, rafforzano i palinsesti e si strutturano, per il povero disco sembrano scorrere i titoli di coda: a chi può ormai interessare un vecchio ingombrante pezzo di plastica? Non certo ai giovani internauti che scaricano tutto gratis con un click e per i quali diventa un oggetto da schernire e relegare tra le cose inutili del passato (circostanza recentemente consacrata dall’allarmante Rapporto Miller).
Negli anni 2000 rare ma estremamente interessanti operazioni nostalgia, dopo un periodo di totale disinteresse ripropongono il binomio in FM. Claudio Coccoluto nella sua parentesi su Radio Dee Jay con ”C.O.C.C.0” impone nuovamente i giradischi dentro una regia, vezzo che si concede anche Radio Capital con Luca De Gennaro in ”Capital Singles Club”, dove la sua personale collezione di 45 giri viene selezionata e diventa il viaggio sonoro della trasmissione.L’emittente di Elemedia si trasforma in una sorta di riserva indiana per questo supporto quando anche Sergio Mancinelli, con un’idea tanto originale quanto geniale, porta il suo ”Area Protetta in Tour” direttamente nelle case degli ascoltatori per spulciarne le collezioni dei fortunati.
Dischi sempre presenti anche nel suo ”Dodici/79”, attualmente in onda la sera su Capital.
Anche la Rai, in passato, ha ceduto al ritorno di fiamma per i dischi con il programma di Francesco Roccaforte ”Un piatto solo”.
Sono, in effetti, tutte operazioni stile ”ritorno al passato” da parte di cultori del genere; ma la cosa che fa riflettere, è che mentre la radio, pur con processi di trasformazione notevoli, sta comunque incontrando enormi difficoltà a intercettare il mondo dei millenials (pur sforzandosi di parlare un linguaggio diverso ed avendo a disposizione enormi possibilità di ibridizzazione con le piattaforme più vicine a loro), che sembrano comunque continuare a snobbare l’antico medium elettronico, non ritenendolo idoneo alle proprie esigenze.Invece, il tanto vituperato antico vinile, dopo decenni di oblio inevitabilmente rimasto uguale a se stesso, sta tornando di moda anche per le nuove generazioni, che, per diversi motivi (alcuni intellegibili, altri meno) ne stanno subendo il fascino, ”costringendo” i produttori a tornare sui propri passi e a riattivare la produzione di un oggetto che sembrava ormai confinato a un ristretto gruppo di feticisti.
Cosa eternizzi la magia della puntina che scorre sui solchi potrebbe far scorrere fiumi di parole. Cosa invece renda problematico avvicinare i giovani al mondo radiofonico apre il fianco a mille controverse interpretazioni.
Il disco è antico; non è interattivo; ha un costo rilevante; spesso bisogna pure faticare per trovarlo. La radio ha sempre più funzioni innovative che la rendono attuale; è semplice da fruire su diverse piattaforme. Ciò nondimeno non decolla tra i giovanissimi.
Destini diversi e difficili da interpretare. (U.F. per NL)