(Radio Passioni) – Ho avuto occasione in questi giorni di parlare di prospettive di digitalizzazione delle infrastrutture radiofoniche con Saverio Massari, un consulente di Bari che si occupa tra le altre cose di sistemi di monitoraggio ambientale e altre applicazioni wireless.
Saverio, "Verio", che ho scoperto essere collegato alla mia cerchia di conoscenze nel settore della imprenditoria informatica attraverso amici come Stefano Quintarelli, mi chiedeva per esempio di commentare un progetto di estensione in senso digitale di infrastrutture broadcast analogiche di cui aveva avuto notizia e che lo lasciava alquanto perplesso. Da questa conversazione Verio ha ricavato un post sul suo blog Innovazione Digitale (Esperimenti, progetti, idee per dare senso al mondo digitale, a partire dal Sud), un post intitolato "L’araba fenice della radio digitale" in cui ha avuto la bontà di citare alcune mie considerazioni sull’eterna rinascita di sistemi come il DAB, esprimendo tra l’altro un parere molto lusinghiero su Radiopassioni. Quello di Verio è un occhio più tecnico del mio e non essendo condizionato dal mio retaggio di ascoltatore della radio analogica, si pone in una prospettiva meno "crepuscolare". Io tendo a cogliere l’aspetto di contrapposizione tra una tecnologia che potrebbe diventare completamente obsoleta e un insieme di standard in perenne ricerca di una conferma industriale e commerciale, Verio preferisce giustamente inserire il discorso in un contesto di innovazione (i suoi interessi si riferiscono in particolare a sistemi come TPEG la versione digitale dell’RDS-TMC che recentemente è stato ribattezzato Traveller Information Services Association), che premia il potenziale positivo dei sistemi digitali. Insomma, per farla breve io sono un po’ passatista, Verio guarda al futuro. Ma Verio è uno scienziato e la sua visione non prescinde certo da una sana vena di scetticismo e realismo. Mi fa piacere pensare che le sue osservazioni scaturiscano in parte dalla lettura di quello che scrivo io, la questione della radio digitale è importante e meriterrebbe un’attenzione assai più diffusa dei nostri scambi qualificati ma sempre così sporadici. Ci sono molte cose interessanti che si possono fare con un sistema come TISA, molti dispositivi da immaginare, progettare, costruire, tanti contenuti e servizi da produrre e vendere, una piccola ma significativa economia dietro (da sfruttare quando la crisi sarà superata, possibilmente prima). Ma chi ha interesse a discuterne davvero, a parte Verio e me?