Nell’attesa del futuro che verrà e che ci farà scoprire su quali vettori viaggeranno musica e parole, qualcosa in questo confuso presente bisognerà pur fare per cercare di destare dal sonno ascoltatori di cui si sono smarrite le tracce e per non perdere anche quelli attualmente fidelizzati, tentando di trovare, nel frattempo, nuovi stimoli per i clienti.
E come spesso capita alcune buone idee sono sotto gli occhi di tutti, ma per pigrizia e noncuranza vengono trascurate.
La RAI, che a volte viene accusata di lentezza e poca innovazione, per combattere l’improvvisa e aggressiva concorrenza delle private, nei primi anni ’80 si inventò una geniale programmazione notturna con ”Stereonotte”, osando dove quasi nessuno si era spinto, con una trasmissione che catalizzò l’attenzione di una nazione intera e che divenne un autentico oggetto di culto.
Proprio la notte tanto bistrattata oggi anche dalle emittenti nazionali con repliche o diffusione musicale che certamente non possono aspirare a raggiungere risultati di rilievo.
Solo il gruppo di Suraci offre ai suoi ascoltatori un palinsesto continuo di 24 ore, con la radio ammiraglia che conferma da una vita lo storico Alberto Bisi dalle 3,00 alle 6,00 con il suo ”Crazy Club” che, pur sempre nello stile di una radio di flusso, offre comunque diverse finestre divertenti in diretta con gli ascoltatori per i quali è un vero punto di riferimento.
E potrebbe essere davvero questa una chiave di volta per molte locali, che di giorno hanno enormi difficoltà spesso insolubili, riuscire a competere con programmi che corrono decisamente su altre velocità e si avvalgono di professionisti davvero difficili da battere sul loro terreno.
”Ma la notte no”, in una fascia popolata da decine di migliaia di insonni o di persone che per necessità o lavoro devono restare sveglie e a cui una voce in diretta potrebbe regalare emozioni vere.
Un pubblico poco distratto anche dai social, in quell’orario non tanto affollati e poveri di contenuti, potrebbe diventare ”facile preda” di un format che interessi chi non si ritrova in trasmissioni, in ogni caso prevalentemente musicali, come anche quella di Danny Virgillo in onda dall’ 1,00 alle 5,00 su RDS.
Chi ha bisogno di restare sveglio necessita di un format più colloquiale, più interattivo, che dia la reale sensazione di una compagnia, proposta che in questo momento latita nell’etere.
Provare insomma a ricreare, con le dovute proporzioni e adattamenti, la magia raccontata magistralmente nel capolavoro di Oliver Stone ”Talk Radio”, riportando in FM il fascino delle ”Voci nella notte” che da sempre rappresentano una forte suggestione nell’immaginario collettivo.
Per i grossi gruppi mettere in pratica tale idea è, tutto sommato, relativamente semplice e pure con esborsi che si potrebbero recuperare “scoppiando” qualche coppia di conduttori della fascia diurna che in molti casi risulta essere pleonastica e non necessaria, con diversi professionisti mortificati da interventi parlati di pochi secondi divisi per due.
Pertanto il non operare in questa direzione sembra essere più una scelta, tra l’altro poco comprensibile, che non una difficoltà oggettiva di realizzo.
Sempre considerando che individuare un novello Barry Champlain è sempre frutto di una ricerca operata con cura e con molta capacità di intuizione, è improbabile infatti che venga fuori da un talent o riciclando personaggi televisivi poco avvezzi al mezzo radiofonico.
Per le realtà più piccole evidentemente si tratta di un progetto ancora più complicato da mettere in atto ma che una volta realizzato con cura potrebbe dare buoni frutti anche sotto l’aspetto commerciale tanto gradito agli editori.
In quasi tutte le grandi città ormai esistono attività aperte tutta la notte che potrebbero essere interessate a promuoversi in un contesto stimolante oltre alla possibilità di rendere remunerative le dirette di eventi seguite non più come speciali una tantum ma con collegamenti costanti e organizzati, non avulsi dalla consueta programmazione.
Esistono migliaia di potenziali ascoltatori svegli la notte che potrebbero essere catturati da un format accattivante e quindi anche migliaia di potenziali clienti per gli inserzionisti.
Da questa sinergia scaturirebbe la sostenibilità economica del palinsesto notturno che si gioverebbe quindi di sponsor ormai stufi delle classiche proposte in orari sempre meno seguiti e di nuova linfa di ascoltatori che di giorno sono dormienti.
E’ ormai evidente che non si possa più pensare di incrementare il fatturato con la classica pubblicità, alle solite ore, nelle solite fasce.
Molte realtà, accartocciate sulle loro convinzioni errate, sono adesso in grosse difficoltà, proprio quelle che pensavano che gli spot fossero vendibili sino alle 20,00, orario di chiusura dei negozi.
Non esistono più da tempo negozi che chiudono a quell’ora e rischiano di non esistere neanche più radio locali se non ci si inventa qualcosa per uscire dal torpore e dall’ assoluto immobilismo.
Bisogna smettere di pensare di fare concorrenza ai network nelle fasce di punta ,ovviamente senza alcun risultato, ma si deve cercare di competere sfruttando i loro punti deboli.
Dovrebbe essere chiaro a tutti da tempo che è un periodo difficile per questo mondo e la rotta non si inverte suonando sempre la solita musichetta e facendo finta di nulla.
Andando avanti ad occhi chiusi si rischia di naufragare e per giunta senza accorgersene. (U.F. per NL)