A Novembre 2020 la raccolta pubblicitaria radiofonia si disallinea pesantemente da quella televisiva. Il lockdown fa bene alla tv ma non alla radio, anche se i confini di quest’ultima si stanno spostando con lo sviluppo della multipiattaforma e della crossmedialità.
Ma probabilmente pesa anche l’assenza di dati d’ascolto aggiornati che non favorisce la collocazione degli spazi sul mercato.
Novembre 2020 a -15,3%
Secondo l’Osservatorio Fcp Assoradio coordinato dalla società Reply nel mese di novembre 2020 la pubblicità nazionale radiofonica ha lasciato sul terreno il -15,3% rispetto al 2019.
Conseguentemente, il dato progressivo dei primi undici mesi dell’anno viene aggiornato negativamente al 26,0%.
Anno di difficile interpretazione
“Come abbiamo già avuto modo di commentare il mese scorso, è innegabile che il 2020 sia stato e sia attualmente un anno di difficile interpretazione, alla luce dell’eccezionalità degli eventi che lo hanno condizionato”, spiega una nota di FCP Assoradio.
Trimestre marzo-giugno 2020 trascina verso il basso il valore assoluto
Il grafico dell’immagine di apertura evidenzia le diverse fasi del trend di andamento dei fatturati. Con il periodo marzo-giugno 2020 che ha maggiormente risentito dell’emergenza epidemiologica e dei provvedimenti restrittivi in termini di mobilità e di chiusura/limitazione delle attività commerciali.
Ripresa estiva fuoco di paglia (per la radio)
Durante i mesi estivi (luglio-agosto 2020) gli investimenti pubblicitari radiofonici si erano quasi allineati a quelli storici. Tuttavia, a partire da settembre le aspettative di una progressiva stabilizzazione sono state purtroppo disattese. E i successivi ulteriori provvedimenti restrittivi hanno condizionato inevitabilmente i mesi di ottobre e novembre (anche in conseguenza che la radio è per l’80% fruita fuori dalle mura).
Sforzi ormai proiettati al recupero nel 2021
“A prescindere dai risultati che potremo registrare a dicembre e dalla chiusura di questo 2020, le nostre energie ed attività programmatiche sono ormai proiettate verso il 2021“, continua FCP-Assoradio.
Fiduciosi
“Siamo infatti convinti che l’anno prossimo il media radiofonico saprà progressivamente recuperare la dimensione economica che merita e consolidare ulteriormente il proprio fondamentale ruolo nella pianificazione tattica e strategica delle aziende“, continua l’ente.
Ma alcuni settori reagiscono positivamente
Tuttavia le analisi merceologiche evidenziano nel mese di novembre 2020 il buon andamento di settori quali Distribuzione, Alimentari e Cura Persona.
Il peso dei dati vecchi
E’ possibile che la raccolta pubblicitaria radiofonica paghi anche lo scotto di una carenza di dati aggiornati sugli ascolti per le note vicissitudini dell’indagine TER. Mentre la tv si basa su verifiche d’ascolto in real-time, la radio, infatti, deve essere pianificata con indicatori in gran parte vecchi di molti mesi. (E.G. per NL)