L’emittente piemontese Rete 7 ha diffuso nei giorni scorsi un ampio reportage realizzato in occasione del World Radio Day 2025 di Milano.
“Mi è piaciuta l’idea di effettuare una lettura della radio non come sua celebrazione, ma visione del futuro”, ha spiegato a Newslinet, Piero Manera, editore di Rete 7, sottoponendo in anteprima il servizio poi distribuito sui vari canali social (oltre che in lineare sul digitale terrestre in Lombardia e Piemonte), su cui abbiamo formato il presente articolo, che si compone dei resoconti di alcuni degli interventi ritenuti dalla tv torinese più rappresentativi del consesso.
Il reportage
Le considerazioni raccolte dai giornalisti di Rete 7 a margine del convegno del 20/02/2025 vanno tutte sostanzialmente nella direzione della constatazione ed incentivazione del processo di ibridazione radiotelevisiva, attraverso una declinazione sempre più marcata del medium radiofonico nella componente visual, nella sua disintermediazione dalle reti broadcast (che sono sempre una componente primaria, ma certamente non più esclusiva) e dalle conseguenza che ciò importa in termini di ingerenza da parte delle piattaforme globali.
Cruciani: visual imprescindibile oggi per la radio
Proprio in questo senso si è posto il giornalista e conduttore Giuseppe Cruciani (deus ex machina de La Zanzara, programma di punta di Radio 24), tra i primi intervistati da Rete 7, secondo il quale la “visual radio oggi è imprescindibile“, in quanto la radio non può più esprimersi senza il supporto di immagini in un’ecosistema dove esse sono centrali (social e web in primis).
All’estero miglior riconoscimento della radio sul piano commerciale
Ma anche sul piano commerciale Cruciani ha reiterato un argomento su cui spesso ci siamo soffermati su queste pagine: la radio, in Italia, non è ancora sufficientemente valorizzata sul piano economico. “In altri paesi – spiega il giornalista nel reportage di Rete 7 – a parità di condizioni il mezzo è venduto a prezzi più alti”. Circostanza che, naturalmente, ne denota un maggior riconoscimento.
Le indagini d’ascolto
Un concetto ripreso indirettamente anche da Anna Maria Genzano, responsabile delle relazioni istituzionali di RTL 102.5 e vicepresidente di Audiradio, il joint industri committe (JIC) che da quest’anno cura le rilevazioni sull’ascolto radiofonico succedendo ad ERA (Editori radiofonici Associati)/TER (Tavolo Editori Radio).
CATI+SDK: binomio essenziale
Anna Maria Genzano, nel suo intervento al World Radio 2025 e nell’intervista a latere a Rete 7, ha sottolineato l’importanza dell’introduzione (quale obbligo imposto da Agcom con la delibera 202/23/CONS) di una rilevazione mista CATI – le consuete indagini telefoniche che hanno fin qui caratterizzato tutte le iniziative di misurazione dell’audience radiofonica – ed SDK (acronimo di Software Development Kit), sistema programmato per identificare e tracciare i segnali audio della radio trasmessi su diverse piattaforme digitali attraverso watermarking audio (codici audio digitali impercettibili) o fingerprinting audio (riconoscimento del suono senza bisogno di codici pre-inseriti).
I marker nelle properties digitali
“Attraverso la collocazione di marker nelle properties digitali delle emittenti, sarà finalmente possibile misurare l’ascolto multipiattaforma in maniera più puntuale”, ha spiegato il vicepresidente Audiradio.
La competizione
Ciò, insieme alla presenza nel JIC dell’intera filiera radiofonica (editori, centri media ed inserzionisti), ha sottolineato Anna Maria Genzano, rafforzerà la possibilità di competere su un mercato sempre più articolato, caratterizzato dalla presenza delle piattaforme globali (OTT).
Aria su nativi
Anche il commissario Agcom Laura Aria, collegata da remoto, è intervenuta sulla questione delle rilevazioni d’ascolto, soffermandosi sulla posizione dei cosiddetti nativi digitali (cioè i fornitori di servizi di media radiofonici non concessionari FM), che lamentano la loro persistente esclusione dalle indagini (anche in Audiradio, com in TER, possono iscriversi solo i titolari di concessione per la radiodiffusione sonora).
Transizione in corso
“Il mercato del digitale radiofonico è ancora in una fase di transizione da FM a DAB. L’esclusiva componente digitale non ha ancora maturato una rilevanza tale da consentirne un’autonoma rilevazione. Siamo a metà del guado, anche se nell’ultimo anno il settore ha fatto molti passi in avanti”, ha sottolineato Laura Aria.
Le frequenze della rete 12
“L’arrivo delle frequenze della dodicesima rete nazionale DTT non assegnata, consentirà di colmare le lacune frequenziali” dando una ulteriore significativa spinta al settore radiofonico per la digitalizzazione del comparto locale, che fin qui ha sofferto di una disparità di illuminazione rispetto a quello nazionale.
Catenacci conferma: rete 12 essenziale
Posizione confermata anche dal Ministero delle imprese e del made in Italy, in persona della dirigente Patrizia Catenacci, pure collegata al consesso milanese da remoto, che ringraziando Agcom per la fattiva collaborazione ha ribadito il lavoro che il suo dicastero sta effettuando per evitare la realizzazione dei previsti beauty contest tra consorzi locali che determinerebbero dolorose esclusioni.
Evitare gare
La disponibilità delle risorse della rete 12, consentirà di soddisfare le richieste evitando l’effettuazione di gare, ha sostanzialmente ribadito la dirigente.

La posizione di Confindustria Radio Tv
Rosario Donato, esponente di Confindustria Radio Tv, ha ribadito l’importanza, per la radio, di un approccio multipiattaforma, dove l’elemento “visuale” assume sempre maggiore importanza. Una fattispecie dove la resilienza del mezzo, ha sottolineato Donato, ha modo di esprimersi.
Capitanio e la prominence
In questa scia, Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, esprimendosi sul cruciale tema della impari competizione con gli over the top, ha riassunto lo stato dell’arte dell’applicazione della Delibera 390/24/CONS sulla prominence, rassicurando l’impegno dell’Autorità a proseguire spedita nella pubblicazione dell’elenco dei SIG (Servizi di Interesse Generale) entro marzo 2025 ed a tenere alta l’attenzione sul bilanciamento dei rapporti con le grandi piattaforme online per evitare “gabbie tecnologiche”.
Emarginazione
OTT che – all’evidenza – tendono progressivamente ad emarginare la radio (e la tv) lineare dai device connessi ed in particolare dalle smart tv e dalla dashboard dell’auto, dove dominano i sistemi integrati Android Auto ed Apple CarPlay che a breve disintermedieranno l’autoradio, come enunciato in diversi interventi del World Radio Day 2025.
Le furbizie dell’automotive
Una considerazione interessante del commissario Capitanio al World Radio Day 2025 ha riguardato la “furbizia” di alcune case automobilistiche di aggirare l’obbligo di dotazione del DAB sulle nuove vetture eliminando tout court l’autoradio (come stanno facendo – quantomeno per alcuni modelli – Citroen e Renault).
Antitrust
Si tratta dell’opportunità di coinvolgere, istituzionalmente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), trattandosi di una potenziale alterazione del mercato, per, eventualmente, stimolare il legislatore all’assunzione di provvedimenti normativi più netti a riguardo dell’obbligo di tutela della ricezione via etere (per esempio legando l’obbligo di preinstallazione di un ricevitore DAB+ non già all’autoradio, ma al veicolo).
Il mondo che non esiste più
Una parentesi nostalgica a cui Rete 7 ha dedicato risalto è stata poi quella di Federico L’Olandese Volante, conduttore radiofonico che ha recentemente dichiarato di aver concluso la sua carriera, che, ad espressa domanda dell’intervistatore, ha affermato come, secondo lui, il miglior decennio della radiofonica sia stato quello degli anni ’70, quando lavorava a RMC, a Montecarlo.
La principessa sul Ciao
Un momento storico “dove la principessa Carolina girava col Ciao e non come ora coi fuoristrada neri” e faceva il resident dj in un locale “dove ballavano Brigitte Bardot e Frank Sinatra. Un mondo – ha sottolineato lo speaker – che non esiste più“.
L’importanza dei contenuti
Ai contenuti radiofonici ha dedicato spazio pure Mario Volanti, editore di Radio Italia, ricordando gli esordi dell’emittente nel 1982, quando decise di colmare un buco dell’offerta radiofonica che nessuno pareva vedere: quello di una stazione esclusivamente dedicata alla musica italiana.
Salto nel vuoto
“Oggi pare ovvia l’esistenza di emittenti che programmano solo musica italiana; ma 45 anni fa era quasi un’onta farlo”, ha evidenziato Volanti, rimarcando l’importanza di presidiare aree di mercato inesplorate o quasi e, soprattutto, di sperimentare.
Silvestri (Radio 24): sperimentare con attenzione
Sperimentare fino ad un certo punto, tuttavia, perché “la radio è un oggetto delicato” al cui palinsesto va dedicata molta attenzione, evitando rivoluzioni che “non portano mai a grandi risultati”, ha invece avvertito Federico Silvestri, manager di Radio 24.
Presidio social, ma non indiscriminato
Anche sul presidio social a tutti i costi Silvestri è stato critico: “Bisogna certamente lavorare su tutti gli entry point della multipiattaforma. Ma presidiare le piattaforma social non significa per forza trasferire tutto, indiscriminatamente, sui social.
Valorizzare le singole peculiarità delle piattaforme
Ogni piattaforma ha le sue peculiarità, che vanno valorizzate con una collocazione oculata dei contenuti”, ha spiegato Silvestri, sottolineando come, dopo un’attenta ingegnerizzazione del prodotto, Radio 24 abbia avuto un significativo aumento dei followers nell’ultimo anno.
Podcast, bene i branded, meno i pochi di natura editoriale
Silvestri ha anche dato spazio ai podcast, “mercato ancora in evoluzione in Italia”, dove sembrano affermarsi pochi importanti “podcast editoriali” (a fronte di un sommerso infinito), mentre trovano gradimento più marcato i “branded podcast”.
Claudio Tozzo: giocare sullo stesso tavolo degli OTT
Sul tema della tecnologia, Claudio Tozzi, editore di Radio Studio Più, intervistato da Rete 7, ha chiarito l’importanza di giocare ad armi pari con gli OTT. “Con questa prospettiva ho sviluppato una piattaforma HBBTV adottata oggi da centinaia di emittenti, che consente loro non solo di essere visibili sulle smart tv, ma anche di monetizzare la digital adv attraverso soluzioni come L Banner”.
Disintermediazione e shortcut
Anche Massimo Lualdi, direttore di questo periodico (che era media partner dell’evento) ed avvocato di Consultmedia, ha enfatizzato l’indispensabilità che le emittenti radiofoniche affrontino subito e con determinazione gli aspetti sottesi alla disintermediazione ed alle shortcut che tendono ad emarginare le componenti broadcast dei dispositivi di ascolto (autoradio e tv in primis) a favore di ecosistemi controllati da giganti come Google (con i sistemi automotive integrati Android Auto e Google Assistant, cui si è aggiunta recentemente la I.A. Gemini), Apple (con CarPlay e la I.A. Siri) ed Amazon (con gli smart speaker guidata dalla I.A. Alexa).
Una e doppia
Il tutto nella inevitabile propensione alla integrazione di radio e televisione, che sono ormai un tutt’uno nella visual radio.
30 anni fa
Cavallo di battaglia, quello della visual radio, di Lorenzo Suraci, editore di RTL 102.5, che, nella sua inedita presenza al World Radio Day, ha rimarcato come la sua emittente abbia quasi 30 anni fa iniziato ad investire massicciamente su quella che ha contributo a definire come radiovisione (termine poi codificato sul piano regolamentare).
Radiovisione in punta di piedi
“Una costruzione graduale, senza tanti proclami e senza pestare i piedi alla televisione”, ha ricordato Suraci nel suo intervento.
Integrazione visiva
Testimone raccolto infine da Massimiliano Montefusco di RDS, che, pur essendo tra le ultime emittenti nazionali ad essere approdate sul DTT, ha dall’inizio coltivato la presenza delle immagini sui social e comunque sul web, ritenendo imprescindibile la “integrazione visiva”. (E.G. per NL)