Confindustria: in Europa ascolto in auto è sceso nel 2022 al 57% in termini di reach per una media di 35 minuti al giorno, mentre in Germania, la fruizione sulle quattro ruote dei contenuti in streaming (musica e podcast) è più che raddoppiata negli ultimi 5 anni (29 milioni di utenti nel 2022).
Nel Regno Unito più dell’80% delle nuove autovetture prevedono soluzioni mirroring tramite smartphone (via Bluetooth e/o cavo), il 30% circa sono connected cars (4G-5G).
Ascolto in auto: i cambiamenti in corso secondo Confindustria
Confindustria ha pubblicato uno studio sulla radiofonia che rappresenta uno spunto di riflessione sullo stato del comparto, al cospetto degli importanti cambiamenti in corso in termini di tecnologia (avvicendamento delle piattaforme) ed abitudini.
Il mondo è cambiato
Ma ciò che più rileva è che, forse per la prima volta, la più importante associazione di categoria radiotelevisiva sembra attestare la volontà dei broadcaster di superare anacronistici retaggi analogici.
Il confronto europeo
Partendo dall’osservazione di quello che sta accadendo in altri stati europei, lo studio confronta infatti la radio con le fonti audio/video alternative, comparandole lato utente (che su queste pagine abbiamo sempre sotenuto che le considerasse, appunto, mere fonti audio).
La torre d’avorio
Non si tratta di un cambiamento di prospettiva di poco conto, considerato che la sensazione che avevamo era che i broadcaster non guardassero all’evidenza, vivendo in un mondo parallelo, surreale.
Gli OTT? Non ci riguardano
Comportandosi, cioè, come se l’imponente proliferazione di fonti audio non intermediate dai sistemi di distribuzione tradizionali (radio e tv via etere), non fosse avvenuta.
L’affermazione suicida
L’emblema di questa condizione è stata, per lungo tempo, la pretesa di non considerare lo streaming audio on demand come un competitor della radio.
Da inesistenti a causa di tutti i mali
Salvo, poi, quasi di colpo, riconoscere gli OTT come la causa di tutti i mali della radiofonia. Un comportamento autolesionista, come poi i fatti hanno dimostrato.
Dalla negazione alla esaltazione
Nello studio di CRTV la tendenza negazionista ha finalmente lasciato il posto alla certificazione della competizione da parte dei rich media, pur tradendo la consueta tendenza all’autoesaltazione dei broadcaster.
La realtà
In breve, lo studio di Confindustria, almeno nella sezione su cui qui ci concentreremo, apre gli occhi sulla realtà, in quanto le tendenze registrate sull’automotive (cioè il fulcro dell’ascolto radiofonico) “rivela enormi implicazioni non solo in termini di controllo editoriale dei contenuti, ma anche commerciali, soprattutto su chi alla fine riuscirà a gestire la raccolta pubblicitaria e i dati”.
Compendio delle tendenze degli ultimi cinque anni
Un aspetto dello studio che riteniamo particolarmente oggettivo è appunto quello relativo all’automobile, in quanto appare un discreto compendio delle tendenze registrate da Newslinet nel corso (almeno) degli ultimi cinque anni.
Auto da competizione
“L’automobile rappresenta il terreno di maggiore scontro e competitività dove si intrecciano più contesti competitivi”, introduce il tema Confindustria.
Discoverability
Tali contesti sono, in termini di discoverability e accesso prioritario ai contenuti tra editori radiofonici, aggregatori radio (come TuneIN, FM World, MyTuner, Myradionline, per citare i più famosi) e piattaforme streaming (Spotify, Amazon Music, Apple Music, Deezer).
IP, DAB+ e FM/AM. In questo ordine
Mentre sul piano tecnologico, i contesti competitivi, secondo CRTV, riguardano “IP, DAB+ e FM/AM” (si noti la sequenza adottata da Confindustria), “anche se l’orientamento generale sembra essere quello “ibrido” ancorché fortemente legato agli accordi commerciali con le case automobilistiche”.
Ascolto radio in auto
L’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) rileva che, in Europa, “l’ascolto in auto è sceso nel 2022 al 57% in termini di reach per una media di 35 minuti al giorno”.
Ascolto auto in streaming in Germania raddoppiato in 5 anni
In Germania, si legge nel report CRTV, “l’ascolto in auto dei contenuti in streaming (musica e podcast) è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni (29 milioni di utenti nel 2022)”.
UK: 80% auto dotate di mirrorlink
Nel Regno Unito “più dell’80% delle nuove autovetture prevedono soluzioni mirroring tramite smartphone (via Bluetooth e/o cavo), il 30% circa sono connected cars (4G-5G)”.
Implicazioni ascolto in auto. Enormi
“Tutto questo – sottolinea Confindustria – rivela enormi implicazioni non solo in termini di controllo editoriale dei contenuti, ma anche in termini commerciali, soprattutto su chi alla fine riuscirà a gestire la raccolta pubblicitaria e i dati.
Smart tv
Un tema cruciale anche in ambito televisivo con l’avvento delle smart-tv e dei servizi di video on-demand.
Aggregatori e disintermediazione
“Il nuovo ecosistema digitale è ormai popolato da aggregatori tecnologici, in alcuni casi proprietari, in altri integrati in piattaforme globali dove le emittenti radio, siano esse nazionali o locali, vengono disintermediate a tutti i livelli”, conclude Confindustria. (M.R. per NL)