La moltiplicazione dell’offerta radiofonica via etere nelle aree demograficamente e commercialmente più importanti della penisola (Milano e Roma in testa), dove, sul dashboard delle auto più recenti (cioè munite di ricezione multipiattaforma), sono sintonizzabili oltre 150 stazioni – al netto delle duplicazioni FM/DAB+ -, ha sì un parallelismo con quanto accaduto 12 anni fa alla tv, in occasione dello switch-off analogico/digitale. Ma, a differenza della televisione, la radio non gode di strumenti di facilitazione per l’utente nel processo di selezione dei contenuti. Con effetti, per certi versi, apparentemente paradossali, puntualmente tracciati da uno studio della società di analisi Com-Nect che NL ha potuto esaminare e di cui riportiamo alcuni brevi, ma rappresentativi, estratti.
Assistenti nella scelta
Se, infatti, a supporto del telespettatore arrivarono i logical channel number, cioè gli identificatori di stazione attraverso la numerazione automatica dei canali sul telecomando, più nota come lista LCN, che consentirono di organizzare e gestire un’offerta televisiva moltiplicata di colpo almeno di 6 volte, “sul dashboard delle nuove vetture non esiste nulla di simile, almeno nella prima fase della scansione”, si legge nell’elaborato che questo periodico ha consultato.
Elenchi
Per essere più chiari, dopo la scansione di tv o decoder i canali vengono sottoposti all’utente in una lista (LCN), che pone ai primi posti i contenuti più noti (anche se senza un processo di verifica nel tempo).
Tv
Tale elenco potrebbe essere riorganizzato dall’utente televisivo a piacimento (in realtà non lo fa quasi mai, anche perché, ad ogni successivo aggiornamento essa andrebbe rivista).
Radio
Viceversa, il radioascoltatore “si trova un elenco confuso, stilato dal sistema di car entertainment su principi alfanumerici (caratteri speciali, numeri, ordine alfabetico)”.
Dashboard magnum
Per sfruttare l’unico facilitatore disponibile, cioè la memorizzazione dei contenuti preferiti (le cd. memorie), l’utente dovrebbe prima identificarle tutte, scorrendo l’elenco di 150 stazioni.
Sintonia stancante
“Attività defatigante – si legge nelle studio Com-Nect – non solo per il numero di contenuti, ma anche per il fatto che, a differenza della sintonia a rotella dell’epoca analogica, che consentiva di scansionare velocemente la banda (FM/AM) fermandosi sulla canzone preferita, sui nuovi dashboard, per ascoltare una stazione, occorre premerne l’identificativo sul touchscreen”.
Scarsa reattività
Che non sempre è prontamente reattivo, rendendo il processo di scansione dei contenuti estenuante.
Criteri
Il risultato, inevitabile, è che l’utente, demotivato dalla ricerca, “si adagia su pochi contenuti che memorizza dopo un’iniziale (e quasi sempre parziale) scansione”.
Brand e omen nomen
Scegliendo tra “brand che già conosce oppure identificativi rappresentativi di un contenuto ritenuto d’interesse” (regola del omen nomen).
Comportamenti differenti
“Allo stesso tempo e per lo stesso motivo, il tempo di permanenza sul medesimo programma, dell’offerta ristretta in automobile, tenderebbe ad aumentare”. Esattamente al contrario, secondo l’analisi, di quanto accade con l’ascolto streaming attraverso aggregatori su smartphone.
Caratteri più umorali che speciali
Il medesimo studio rimarca come “sia ancora controversa l’efficacia dell’abitudine, tutta italiana, di favorire la collocazione in elenco attraverso l’utilizzo di caratteri speciali”, identificando la stazione Zot (nome di fantasia) – che finirebbe inevitabilmente in fondo all’elenco – come #Zot o ‘Zot. Siamo infatti sicuri, si chiedono gli analisti, che solo per il fatto che ‘Zot compaia in cima alla lista essa sarà ascoltata?
Omen nomen
Diverso sarebbe invece il caso di Dance (nome di fantasia) che stimola l’utente interessato a musica dance ad ascoltarla e, se del caso, a memorizzarla.
ID
L’utilizzo di tale alchimia ha condotto all’impiego, da parte di alcune stazioni con brand non particolarmente noti oppure native digitali (e quindi non ancora consolidate), di ID sul dashboard strumentali al contenuto piuttosto che alla denominazione effettiva della stazione. Cosicché, il nome in elenco rappresenta il formato invece che il marchio della stazione identificato solo dai jingles.
IA
Come se ne esce? Secondo lo studio Com-Nect, “difficilmente con dei logical channel number radiofonici. Più probabilmente con suggerimenti dal dashboard, sul modello di quanto accade con gli aggregatori di flussi streaming radiofonici, gestiti da un sistema di intelligenza artificiale che individua i contenuti più richiesti o quelli più affini ai gusti dell’utente”.
Arbitrio. Ma non libero
Oppure ad arbitrio del produttore del sistema di car entertainment o dell’auto stessa, che potrebbe, previo accordo commerciale, spingere una stazione piuttosto di un’altra. (M.L. per NL)