“Sono rimasto colpito da queste dichiarazioni (di Paolo Salvaderi, a.d. di Radiomediaset, ndr) che, secondo me, sono frutto di un malinteso che alberga nella testa di molti radiofonici della parte italofona d’Europa. Non è vero che la radio è musica, la radio è ritmo”.
Così Sacha Dalcol, giornalista e vicedirettore delle stazione elvetiche Teleticino e Radio 3i a riguardo dell’articolo di NL sulle novità in casa Radiomediaset.
Anche le parole recano ritmo, se non si crea cacofonia
“Il ritmo può essere dettato anche dalla parole. L’aspetto fondamentale è decidere che ritmo avere ed evitare di creare delle cacofonie. Invece, spesso, in una radio musicale si tende ad interrompere il flusso, probabilmente più per rispettare la legge che per una reale esigenza, con inutili, superficiali e rapidissime pagine informative che spezzano il ritmo, irritano l’ascoltatore e generano, senza fatti salienti, l’effetto rilevato da Salvaderi”, continua Dalcol.
Breaking news rompono
“Ma il problema si pone anche con le breaking news di Tgcom24 riproposte dalle emittenti Mediaset. Anzi, una testata estranea al format si inserisce in un’altra testata, proponendo notizie che, se cerco, posso ascoltare integralmente, e senza la rottura della musica, su Tgcom. Più che decidere se avere dell’informazione in una radio musicale, bisognerebbe scegliere se fare talk o se suonare musica“, annota il giornalista estero.
Occasione persa
“Sinceramente, mi chiedo come mai, avendo numerosi canali, Radiomediaset non abbia pensato di potenziare, sfruttando le redazioni radiofoniche ereditate, e diffondere direttamente l’audio di Tgcom24 in Fm e Dab+. A volte ci si scorda che le all news televisive sono nate da un concetto squisitamente radiofonico. E tra l’altro, qualche anno fa, sull’app di Tgcom24 vi erano due opzioni: la prima per riprodurre lo streaming televisivo e la seconda per il solo streaming audio. Sarebbe bastato seguire questa intuizione”, conclude Dalcol. (E.G. per NL)