Radio. Caso TER, Mucciante (Radio RAI): “Non esiste la possibilità, ventilata da qualcuno, di due indagini separate per nazionali e locali”

radio rai

Il nostro articolo dell’altro ieri che ha recepito dubbi e timori del mercato radiofonico italiano a riguardo della possibilità che la tempesta che sta interessando il Tavolo Editori Radio s.r.l. determini la realizzazione due indagini distinte per i comparti nazionali e locali, ha creato sui social di settore un interessante dibattito. Ma è frutto di un equivoco, che Flavio Mucciante, vice direttore vicario di Radio RAI oggi chiarisce: “Non esiste la possibilità, ventilata da qualcuno, di due indagini separate per nazionale e locale”. E ci spiega perché.

La tempesta sul TER

Ricordiamo che la società deputata alla realizzazione della (per ora) unica rilevazione sull’ascolto radiofonico italiano partecipata (solo) dagli editori radiofonici (direttamente per le società editrici di emittenti nazionali e mediata da associazioni di categoria per le locali) è finita al centro di durissime polemiche che hanno prodotto la delibera Agcom n. 202/23/CONS, che ne ha prescritto modifiche rilevanti (per composizione societaria e metodologia) entro 6 mesi.

Radio di serie A e di serie B

Nell’articolo rappresentavamo, per l’appunto, i timori di creare una differenziazione tra Radio di serie A (nazionali, rilevate con metodo ibrido CATI+meter) e di serie B (locali, rilevate solo con metodo CATI)

La dichiarazione equivoca(ta)

Ad aver sollevato perplessità era stata una dichiarazione di Flavio Mucciante, vice direttore vicario di Radio RAI, riportata da questo periodico.

Le riflessioni di Mucciante

“Un’unica ricerca sugli ascolti in grado di garantire sia le radio nazionali sia quelle locali, ma con metodologie differenti: interviste telefoniche per le emittenti a copertura territoriale, mentre per i grandi network nazionali un sistema ibrido, che integri la cosiddetta CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing, ndr) con una rilevazione elettronica, basata principalmente sul meter ed estesa anche agli accessi Ip via internet“, aveva spiegato Mucciante. Dando il via ad un acceso confronto tra gli operatori.

Non è così

“In realtà, non esiste la possibilità, ventilata da qualcuno, di due indagini separata per nazionali e locali“, spiega però a NL Flavio Mucciante.

Unica indagine, ma con metodologie differenti

“E piuttosto necessaria un’unica indagine, ma con metodologie differenti. Cioè con un panel unico estremamente rappresentativo sia da un punto di vista numerico che qualitativo.

Meter inadatto per fotografare locali

Il meter, come è noto, penalizzerebbe pesantemente le locali – ma questo non viene evidenziato  (nel nostro articolo, ndr) – come pure sarebbe privo di indicatori per il mercato un rilascio troppo frequente di dati per le piccole radio”, sottolinea il manager di Radio RAI.

Sulla stessa linea di Agcom

Una posizione ribadita dalla stessa Agcom: “Le metodologie tradizionali (es. Day-After Recall e diari di ascolto) sono più economiche da implementare e mantenere rispetto ai sistemi elettronici, consentono campioni di grandi dimensioni e sono in grado di fornire dati robusti su mercati frammentati che presentano un gran numero di stazioni radio più piccole.

Rilevazione effettiva dell’ascolto e rilevazione del ricordo dell’ascolto

Oggettivamente, la misurazione elettronica (meter) offre vantaggi rispetto alle metodologie che richiedono agli intervistati di ricordare o registrare attivamente ciò che hanno ascoltato (cd. dichiarative, come CATI e diari), poiché sono in grado di fornire dati estremamente accurati minuto per minuto con un ritardo minimo dopo l’ora della trasmissione e forniscono metriche in modo simile alla televisione e ai media online.

I limiti del meter

Tuttavia, la misurazione elettronica può presentare dei limiti, quanto meno in termini di costi, ove confrontata ai diari o alle interviste telefoniche (CATI).

C’è sempre un campione, alla fine

Ciò significa che le dimensioni del campione tendono ad essere relativamente piccole. E su questo, concorda con Flavio Mucciante anche Agcom, secondo la quale rappresenta “una sfida per un’accurata rilevazione dell’audience per le stazioni radio più piccole e locali“. (M.L. per NL)

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