A fine anno, si sa, qualcuno vuol sempre giocare coi botti, rischiando di farsi molto male. La metafora introduce l’ennesima follia suggerita da qualcuno che forse non aveva niente di meglio da scrivere, auspicando l’approvazione del piano di assegnazione delle frequenze analogiche per la radiodiffusione sonora, magari previo nuovo censimento impiantistico.
Improbabile che qualcuno presti attenzione ad un suggerimento del genere, ma, visto che l’Italia è il paese della creatività giuridica, meglio allora esporre qualche considerazione che porti a delle opportune, preventive, riflessioni. Prima osservazione: in venticinque anni di autoregolamentazione a titolo oneroso, la modulazione di frequenza ha raggiunto una sostanziale stabilità; la stessa condizione era stata conseguita dal comparto tv analogico. L’integrale riscrittura intervenuta con la migrazione alla tecnologia digitale ha poi introdotto un numero tale di variabili (diritti d’uso assegnati, modificati, revocati e riassegnati in continuazione) che ha reso il settore instabile, non programmabile a livello economico-finanziario (investimenti a medio-lungo termine) e ingestibile sul piano commerciale (i 600 soggetti attivi in analogico sono diventati 3500 in digitale a fronte di una contrazione delle risorse economiche complessive). Anche limitandosi ad una valutazione di ordine tecnico, la gestione ministeriale delle assegnazioni frequenziali televisive è risultata assolutamente inefficace, sicché pensare che con la radio le cose potrebbero andare diversamente è un’utopia. Seconda valutazione: un nuovo censimento non recherebbe alcun valore aggiunto, posto che i dati sono ormai acquisiti con elevata affidabilità dagli Ispettorati territoriali del Mise, sicché una nuova fotografia immetterebbe con ogni probabilità solo autocertificazioni che dovrebbero essere vagliate con dispendio di tempo e risorse economiche pubbliche e private. Terza considerazione: la radio digitale si sta assestando – anche se non nella direzione del DAB-T ma del più plausibile streaming online – sicchè dedicare attenzione ad una pianificazione analogica sarebbe anche in questo caso un dispendio inutile di tempo e risorse che potrebbero essere destinate ad altre necessità più impellenti. In conclusione, se proprio la penna prude tra le mani, meglio utilizzarla per scrivere gli auguri di buon anno. (M.L. per NL)