Andrea Borgnino: Dopo RaiPlay Sound i contenuti RAI presto anche su Spotify.
DAB e rete possono essere un perfetto connubio. 5G ancora inadeguato per servire milioni di utenti, lo dice l’EBU. Ma podcast è complemento ideale per offerta radiofonica insieme a broadcast.
VPN per bypassare la censura su internet? Soluzione per smanettoni, inadatta al grande pubblico.
NL Media Monitor, parliamo di RaiPlay Sound (e non solo)
In questa puntata di Newslinet media monitor approfondiamo con Andrea Borgnino la nuova piattaforma RaiPlay Sound e alcune questioni relative al ruolo dei media nel conflitto in Ucraina. In un secondo appuntamento, che pubblicheremo a breve, parleremo invece di RAI Teche e di Radio Techetè. L’intervista completa, che tocca anche argomenti non compresi in questo articolo, è disponibile in formato Podcast.
Andrea Borgnino
Grande appassionato di radio, ne ha fatto il suo lavoro presso RAI fin dal 1997. Autore del programma Golem di Radio 1, successivamente si è occupato del canale Radio Techetè. Da oltre dieci anni ha uno spazio settimanale di nome Interferenze nel programma Radio 3 Mondo e da luglio del 2021 è responsabile editoriale di RaiPlay Sound, la piattaforma RAI dedicata all’ascolto live, on demand e al podcast.
L’intervista
(Newslinet) – Parlaci di RaiPlay Sound.
(Andrea Borgnino) – RaiPlay Sound è la sorella di RAI Play, la piattaforma per il video on demand di RAI. Noi nasciamo invece per l’audio e siamo attivi da metà dicembre 2021. Offriamo tutti i 12 canali radio live più decine e decine di programmi on-demand e podcast originali da noi prodotti. Distribuiamo audiolibri e l’audio di molti contenuti televisivi, inclusi fiction e film: il tutto ascoltabile rapidamente grazie ad un’app semplice e intuitiva.
Let’s get inspired
(NL) – BBC Sounds, nata nel 2018, è stata per voi un’ispirazione?
(A.B.) – Assolutamente sì. A noi manca ancora la parte musicale per questione di diritti, ma l’idea è di andare a offrire qualcosa di molto simile: loro sono certamente un modello a cui ispirarsi.
Gli utenti/ascoltatori
(NL) – Siete soddisfatti della diffusione dell’applicazione?
(A.B.) – Si. Sta aumentando, un po’ anche per il contingente legato alla guerra, ma in ogni caso in questi primi quattro mesi i numeri vanno nella direzione che ci aspettavamo.
DAB+ e IP
(NL) – DAB o IP, quale la tecnologia del futuro?
(A.B.) – Guarda, io sono un grande appassionato di broadcast. Penso che il fatto di diffondere nell’etere e permettere a tutti di ricevere i contenuti sia molto importante. Poi che sia fatto con una tecnologia analogica o digitale poco conta. Il broadcast permette anche d’informare nei momenti di calamità, quando sappiamo benissimo che le reti IP possono non funzionare.
5G inadeguato per milioni di ascoltatori
Il broadcast permette di raggiungere tante persone contemporaneamente, una cosa che l’IP non riesce ancora a fare. Io ho avuto la fortuna di lavorare due anni all’EBU e i colleghi continuavano – e continuano – a ricordare che anche col 5G non possiamo neppure immaginare di servire tutti i milioni di utenti che attualmente fruiscono della radio.
Duopolio perfetto
Inoltre, penso che la radio viva molto bene questo duopolio: un contenuto live fresco, aggiornato via etere e un altro, magari più lavorato, distribuito via rete anche on-demand. Ancora per molti anni vedo questa dualità nell’offerta radiofonica, anzi chiamiamola ormai “audio”.
Podcasting
(NL) – Parliamo di podcast. Un vostro comunicato stampa afferma che mirate a divenire il leader nel settore podcasting. Ma le piattaforme usate oggi dagli utenti sono Spotify e Apple Podcast.
(A.B.) – Ti do un’anticipazione. Stiamo per sbarcare su Spotify con parte dei nostri contenuti. Visto che sappiamo che sono prodotti di qualità è importante renderli disponibili – magari solo in parte – anche attraverso questo canale. Lo fanno anche gli altri broadcaster pubblici. Il contrario non te lo so dire. A oggi RaiPlay Sound nasce come offerta di contenuti RAI.
Radio online e censura
(NL) – In questi giorni difficili non possiamo non parlare della comunicazione in tempi di guerra. Le tecnologie digitali possono essere filtrate, una volta lo facevano gli stati autoritari ma ora è prassi anche nella democratica Europa. Le VPN possono essere una soluzione?
(A.B.) – Mah, guarda, la VPN mi sembra una soluzione per quattro smanettoni. Non credo che l’utente medio la possa usare come alternativa alle onde medie e corte, che non conoscevano confini di stato.
Un mezzo a rischio
E comunque ricordiamo che la VPN è un mezzo a rischio. C’e’ sempre modo di sapere se qualcuno sta usandone una: magari non cosa ci sta facendo, ma certamente il fatto che la usi è già un elemento importante. Un cittadino che usa la VPN si espone più di uno che non la usa.
Onde medie
In questo conflitto poi ho visto una grande rinascita delle Onde medie. Pensiamo a Radio Ucraina che aveva spento la rete AM e la ha riaccesa in fretta e furia, proprio per essere presente ovunque a fronte delle postazioni FM bombardate.
Onde russe
Allo stesso modo i russi hanno attivato dal 5 aprile un enorme trasmettitore in Moldova sui 999 KHz. E – devo dire – vedere la BBC che per superare la censura riaccende alcune frequenze in onde corte è una cosa che fa riflettere. (M.H.B. per NL)
La versione inglese di questa intervista è disponibile a questo indirizzo.