Prendete un sistema di presence shouting come Twitter, innestatevi un rametto di recommendation à la Pandora o Last.fm ed ecco nascere (e chissà, crescere, se i diritti d’autore non lo faranno avvizzire), l’alberello di Blip.fm, una accattivante proposta di social radio. Ci si iscrive come “deejay”, si compila una lista di autori preferiti e Blip fa combaciare i profili di altri DJ che hanno indicato di avere gusti simili. A questo punto, come su Twitter, sullo schermo cominciano ad apparire i “blip” di questi DJ. Potete decidere di riprodurre i brani, acquistarli, inserirli nelle vostre playlist. Potete anche, se siete musicisti, alimentare il sistema con i vostri brani (siete voi i responsabili delle eventuali violazioni di copyright). Per inserire un vostro blip potete effettuare un’altra ricerca, magari partendo dai nomi di artisti e gruppi che zampillano sullo schermo ogni tot secondi. Dentro al blip potete inserire un commento, un saluto, un messaggio di presenza twitteriana. I DJ con cui vi sentite in maggiore sintonia possono essere premiti con un “prop”, un puntello (ma anche contrazione di “propeller”, elica, propulsore).
E’ meno complicato di Pandora, perché l’interfaccia è quella di Twitter con un profilo un po’ più ricco di funzioni e in pochissimo riesce a tessere un valido sottofondo musicale. In arrivo anche una API, un ponte diretto per far agganciare i blip alle playlist di Last.fm e ovviamente una versione per iPhone. Un’altra piccola tessera nel mosaico del mausoleo della radio digitale e delle stazioni radio “animate” da deejay scemi e farcite della musicaccia indegna che ci ostinano a propinarci. Non a caso ho scoperto Blip.fm grazie ai BBC RadioLabs.