L’Associazione della Stampa di Puglia esprime «solidarietà a tutti i lavoratori dell’emittente Radio Mi Piaci alla luce della lunga e travagliata vicenda burocratica, finita dinanzi ai giudici amministrativi, riguardante il traliccio tramite cui la storica emittente barese (già Altra Radio) ogni giorno produce informazione e intrattenimento».
Dopo 30 anni di pacifico utilizzo il Comune scompiglia le carte
«Su quella antenna – si legge in una nota – che nel corso di ben 30 anni ha superato positivamente ogni ispezione da parte dell’Arpa Puglia e dell’Ispettorato territoriale per le comunicazioni, pende il prossimo 7 novembre il giudizio del Consiglio di Stato circa la sospensiva o meno dello smantellamento, richiesto dalla Ripartizione Urbanistica ed Edilizia del Comune di Bari, dopo che per oltre 17 anni la società editrice (Altre Reti Pubblicità srl) non è riuscita ad ottenere la conclusione delle pratiche aperte con il Comune, rinunciando tra l’altro ai condoni intercorsi proprio perché in attesa di risposte».
Il danno emergente e la beffa incessante
«Laddove restino confermate le compatibilità ambientali del traliccio, così come verificato sinora da tutte le autorità preposte – evidenzia Assostampa – sarebbero auspicabili risposte celeri e soluzioni da parte del Comune quando vengono ravvisate irregolarità, evitando inutili e costosi contenziosi». «Sarebbe una beffa, infatti – conclude Assostampa – per tutti i dipendenti, giornalisti compresi, che a pagare il conto di ritardi burocratici cumulati dal lontano 2002 e ora finiti in un contenzioso dinanzi ai giudici, siano sia l’emittente barese, sia le emittenti regionali e nazionali (Radio Radicale, Radio Dimensione Suono, Radio Norba, Radio 105) che tramite quell’antenna trasmettono ogni giorno su Bari e provincia le loro produzioni, a beneficio del pluralismo dell’informazione nella città metropolitana».(E.L. per NL – fonte ANSA)