Jürg Bachmann (Comitato direttivo per la migrazione digitale delle radio svizzere): In Svizzera, come in Italia, le radio devono essere in FM, DAB+ e IP. Ma una di queste piattaforme è di troppo. Abbiamo investito molto nel DAB+ il cui ascolto cresce in maniera soddisfacente, mentre gli ascoltatori FM sono sotto il 20%. In questa situazione sarebbe irresponsabile continuare a diffondere programmi utilizzando tre tecnologie. Una deve sparire (e lo farà il 31/12/2024).
Da noi i mezzi pubblici sono efficaci e si lascia la macchina a casa, quindi l’indoor rimane centrale per l’ascolto della radio.
Non saremo noi editori a bloccare lo sviluppo tecnologico. Saranno gli ascoltatori a dirci cosa ascoltare e come. E, se non li serviamo, sarà qualcun altro a farlo.
Chi pensa di poter continuare a fare radio come quarant’anni fa, sparirà.
In Italia c’è il problema che le frequenze FM erano praticamente di proprietà privata e potevano essere compravendute liberamente. Avevano un valore economico per l’azienda, che ora sparirà.
L’intervista con Jürg Bachmann
Dopo il recente articolo di NL sugli importanti sviluppi dell’ascolto radiofonico in tecnica digitale nella Confederazione elvetica , abbiamo raggiunto il dr. Jürg Bachmann, presidente dell’Associazione delle Radio Private Svizzere e membro del Comitato direttivo per la migrazione digitale delle radio svizzere, che, molto cordialmente, si è reso disponibile a rilasciarci un’intervista per approfondire alcuni temi specifici.
La crisi mondiale
(Newslinet) – Quale è lo stato della radiofonia in Svizzera?
(Jürg Bachmann) – La situazione commerciale per le radio private non è facile anche in Svizzera. Quando è scoppiata la crisi pandemica il volume d’affari, specialmente quello della pubblicità radiofonica, è crollato a quasi zero da un giorno all’altro. Per fortuna siamo riusciti, in stretta cooperazione con l’Ufficio Federale della Comunicazione e a membri del Parlamento Svizzero, ad azionare velocemente sussidi finanziari notevoli per ogni singola radio della nostra associazione.
Contromisure (molto) efficaci…
Così abbiamo potuto evitare danni ingenti a tutto il settore. Anche l’anno successivo, la Confederazione ha aiutato finanziariamente le radio private pagando la differenza di fatturato commerciale tra gli anni 2021 e 2019.
… ma situazione ancora fragile
Pertanto il settore è rimasto funzionante anche se ora con le conseguenze ritardate del Covid e quelle nuove della guerra in Ucraina creano un’incertezza rilevante presso i mandanti di pubblicità. La situazione economica di molte radio private rimane fragile.
FM, DAB+, IP: una piattaforma è di troppo
(NL) – La Svizzera ha scelto la strada dello switch-off FM/DAB+. In Italia, invece, gli editori si stanno opponendo con tutte le forze a qualsiasi ipotesi di abbandono della FM, anche se distante 8/10 anni…
(Jürg Bachmann) – In Svizzera come in Italia, le radio devono servire tre tecnologie: FM, DAB+ e IP. Una di queste è sicuramente di troppo, perché tre, alla lunga, sono troppo care. In Svizzera abbiamo investito molto nel DAB+ il cui ascolto cresce in maniera soddisfacente. Più dell’80% dell’ascolto radiofonico passa attraverso una tecnologia digitale. Gli ascoltatori che si servono unicamente della FM sono calati sotto il 20%.
Irresponsabile diffondere programmi con tre piattaforme
In questa situazione sarebbe irresponsabile già dal punto di vista economico continuare a diffondere programmi utilizzando tre tecnologie. Una deve sparire. E ovviamente sarà la FM perché è la meno usata.
Stop FM al 31/12/2024
La data per lo spegnimento è fissata per il 31/12/2024. Però dobbiamo anche essere sinceri: la crescita e le innovazioni non succedono prima di tutto nella tecnologia del DAB+, ma nell’internet.
4G e Wi-Fi
In Svizzera abbiamo una rete 4G molto efficiente che viene utilizzata sempre di più anche per l’ascolto delle nostre radio. Per questo, una radio che non cura alla sua community in internet avrà grandi problemi di presenza presso gli ascoltatori in futuro. E casa si ascolta radio sempre di più tramite il proprio Wi-Fi.
Perché in Svizzera l’ascolto in auto è meno incidente che in Italia
(NL) – A livello comparativo, dai dati delle rilevazioni ufficiali in Svizzera l’ascolto radiofonico è fortemente concentrato nell’indoor, mentre in auto è minoritario.
(Jürg Bachmann) – L’ascolto radiofonico varia da regione a regione. Nelle città e anche per tragitti più lunghi abbiamo mezzi pubblici efficaci di cui molte persone si servono lasciando la macchina a casa. Per questo pubblico è importante che una radio sia presente sullo smartphone degli ascoltatori. Visto che purtroppo non siamo riusciti a integrare il DAB+ negli smartphone.
Indoor centrale per l’ascolto della radio in Svizzera
Ci sono poi regioni più rurali e campestri dove la macchina rimane molto importante come mezzo di trasporto e dove gli ascoltatori continuano a seguire la loro radio preferita in automobile. L’indoor, questo effettivamente ce lo mostrano i dati, rimane un posto centrale per l’ascolto della radio. Ma, come detto prima, il Wi-Fi diventa sempre più importante.
FM meno essenziale
(NL) – Esattamente il contrario che il Italia. Ciò rende forse la FM meno essenziale per voi?
(Jürg Bachmann) – Effettivamente, questa può essere una differenza rilevante tra la Svizzera e l’Italia…
Ricevitori stand alone
(NL) – Eppure in Italia si registra la scomparsa dei ricevitori stand alone nelle case, siano essi FM che DAB+: l’utenza nell’indoor ascolta la radio via IP o DTT. Deduciamo che in Svizzera il ricevitore classico tiene…
(Jürg Bachmann) – Negli ultimi anni abbiamo fatto molta pubblicità per i ricevitori classici via DAB+ che sono stati venduti con numeri rilevanti.
Numeri diversi da quelli italiani
Pensiamo che nelle cucine, nelle camere da letto, nelle stanze da bagno e negli altri posti dove classicamente si ascolta un programma radiofonico il classico ricevitore sia ancora presente in numeri dominanti.
Promiscuità
Ma anche in Svizzera, lo dicevo prima, le innovazioni vanno verso ricevitori molto più complessi che fanno ricorso ad audio e video e di varie tecnologie. Ovviamente, internet qui diventa sempre più importante. Lo stesso discorso vale per la radio in macchina, che man mano viene sostituita da ricevitori complessi e multifunzione.
Il DAB+ resta una tecnologia tra altre
Il DAB+ resta una tecnologia tra altre e sia lo sviluppo tecnologico che il cambiamento delle abitudini degli ascoltatori succede su internet. Per questo investimenti nello sviluppo e la cura del proprio brand radiofonico sia nel mondo analogico che in quello digitale rimane fondamentale per il successo di un programma radiofonico.
5G tecnologia primaria
(NL) – Alla fine, il broadcast tramonterà a favore dell’IP?
(Jürg Bachmann) – Al più tardi, quando tra qualche anno avremo il 5G come tecnologia primaria, anche il consumo di audio e video passerà tutto per questa tecnologia. Chiaramente, ci sono ancora tanti aspetti, specialmente di sicurezza e di informazione della popolazione, per i quali dobbiamo trovare soluzioni soddisfacenti.
Se non serviamo noi gli ascoltatori, sarà qualcun altro a farlo
Ma non saremo noi editori radiofonici a bloccare lo sviluppo tecnologico. Mi sembra più evidente che saranno gli ascoltatori a dirci cosa e con quale tecnologia lo vogliono. E, se non li serviamo noi, sarà qualcun altro a farlo.
Abbiamo imposto il DAB al mercato. Con risultati sinceramente piuttosto modesti ovunque nel mondo
L’evoluzione tecnologica ci ha insegnato che DAB+ ha sicuramente tanti vantaggi. Ma ricordiamoci sempre che non è stato il mercato a chiederlo. Siamo stati noi media pubblici e privati ad imporlo agli ascoltatori. Con risultati sinceramente piuttosto modesti ovunque nel mondo. La spinta verso l’internet invece è una richiesta di mercato. Perciò con una pressione e velocità più alta e non comparabile a quella del DAB+.
Rapporti tra emittenti svizzere ed italiane sui confini
(NL) – Negli anni passati ci sono state molte frizioni tra Italia e Svizzera a causa di interferenze in FM. Qualcuno sosteneva che in realtà a preoccupare le emittenti svizzere fosse la concorrenza delle radio italiane di confine, che effettuavano dumping sul ricco mercato pubblicitario elvetico. Oggi però ci sono diverse emittenti italiane nei bouquet DAB svizzeri. Pace fatta?
(Jürg Bachmann) – Effettivamente, il livello di prezzo per la pubblicità radiofonica è più elevato in Svizzera che in Italia. Perciò qualche cliente svizzero ha cercato di servirsi di pubblicità trasmessa su una radio italiana di confine.
Il modo di fare programmi è molto diverso in Ticino rispetto all’Italia
Ma anche il modo di fare programmi è molto diverso in Ticino che in Italia. Perciò la pubblicità che le radio private svizzere hanno perso a radio private italiane mi sembra molto calcolabile. Se le radio private svizzere hanno una vera concorrenza commerciale, questa viene dai canali televisivi della televisione pubblica in Ticino che spesso offre ai clienti pubblicitari prezzi equivalenti a quelli delle radio private. Perdipiù è giusto: nel bouquet DAB+ svizzero c’è anche qualche programma italiano. Ma sul mio smartphone, ovunque io sia, ho sempre con me tutti i programmi italiani!
Le radio devono investire nel proprio marchio e nella loro community anche online
(NL) – Come vede il futuro della radiofonia a medio (5 anni) e lungo (10 anni) termine?
(Jürg Bachmann) – Le radio, come del resto tutti i media, hanno due sfide centrali da risolvere. Prima, devono investire nel proprio marchio e nella loro community anche online per avere anche in futuro ascoltatori in numero sufficiente per poter vendere pubblicità. Questo è un compito per ogni singola radio.
Il settore deve prendere atto di alcune necessità, come la semplificazione di impiego dei ricevitori
Secondo, i loro programmi devono essere trovati in ricevitori sempre più complessi dove il programma radiofonico è solo una delle tante opzioni tra le quali il cliente può scegliere. Di questo, invece, si deve occupare tutto il settore.
Chi pensa di poter continuare a fare radio come lo ha fatto negli ultimi quarant’anni sparirà e presto nessuno si ricorderà di lui
Chi pensa di poter continuare a fare radio come lo ha fatto negli ultimi quarant’anni sparirà e presto nessuno si ricorderà di lui. Inoltre, in Italia c’è il problema che le frequenze FM erano praticamente di proprietà private e potevano essere comprate e vendute liberamente. Avevano un valore economico per l’azienda. Questo valore sparirà. (M.H.B per NL)