General Motors ha illustrato i piani di sviluppo per l’infotainment sui nuovi veicoli elettrici: dal 2024 stop al mirrorlink per Apple CarPlay e Android Auto in un certo numero di modelli a favore del sistema Android Automotive integrato. Invariata, per ora, la situazione per i veicoli con motore a combustione, fa sapere la casa automobilistica.
Saranno integrate sul dashboard le applicazioni Google Maps, Google Assistant, Amazon Music, Audible, Spotify, YouTube Music. Immediato l’allarme dei broadcaster USA per l’assenza della radio nell’elenco (quanto meno in maniera non mediata da aggregatori, come TuneIn), che hanno chiesto chiarimenti a GM. “Non vogliamo fare la fine dei navigatori”.
“Continuiamo a offrire la radio AM/FM, ma stiamo valutando quali caratteristiche saranno indispensabili per i veicoli futuri. D’altra parte, agli utenti radiofonici garantiamo l’offerta di SiriusXM nei nuovi veicoli GM, oltre ad aggregatori come iHeartRadio e TuneIn”, spiega in una nota la casa automobilistica americana.
Occhio a quello che fa GM
“E’ importante seguire le strategie di GM per capire l’orientamento che assumerà il mercato dell’automotive”, spiega Roger Lanctot, responsabile dell’Automotive Connected Mobility nella Global Automotive Practice presso TechInsights e consulente per L.A. Auto Show Automobility. “Nell’automotive le cose non accadono molto rapidamente: mi aspetto che le auto saranno dotate di radio FM (almeno), per i prossimi cinque o sei anni“, ha dichiarato Lanctot.
Il modello Tesla
Gli osservatori dell’industria automobilistica ritengono che altre probabilmente seguiranno la strategia di “tecnologia integrata” di GM, che è simile a quella di Tesla.
Perché marginalizzare il broadcasting?
Ma perché le case automobilistiche spingono così tanto sullo streaming a sfavore del broadcasting?
Due i motivi, secondo gli esperti: la possibilità di profilazione dell’utente (ovviamente impossibile con le trasmissioni via etere) e quindi la gestione (strategica e commerciale) dei big data (che nell’automotive esprimono le loro potenzialità all’ennesima potenza) e la possibilità di fornire contenuti premium, quindi a valore aggiunto.
Battaglia che i radiofonici non possono perdere
Una battaglia, quella per il presidio del dashboard, che i radiofonici non possono permettersi di perdere, perché senza il vantaggio dell’one click (una necessità sostenuta da anni su questo periodico ed ora finalmente al centro dell’agenda politica europea) la radio verrebbe marginalizzata proprio nell’ambiente che rappresenta l’80% della propria fruizione.
Come e di più di quella per le AM sul cruscotto
Una difesa ancora più importante (perché più generale) di quella per la sopravvivenza della AM negli USA (da noi sono ormai morte e sepolte, come dimostrato dai recenti abbattimenti dei tralicci RAI), giunta ad una sostanziale tregua.
Qualche anno in più. Forse
Con la prospettiva di uno spostamento di qualche anno dell’estromissione dal cruscotto dei ricevitori in onde medie. Il rischio per le autoradio, è di fare la fine dei navigatori delle autovetture, completamente superati dallo sfruttamento intensivo di Google Maps. (M.L. per NL)