Alla fine, con quasi un anno di ritardo rispetto alla previsioni, Radio Dimensione Suono Soft, la radio dei cuoricini del gruppo RDS, è sbarcata anche in Lombardia sulle frequenze ridondanti della rete nazionale.
Che il reticolo impiantistico di RDS (la radio nazionale del gruppo Montefusco) fosse eccessivamente ridonante (con presenza di tre segnali – e alle volte più – su quasi tutti i capoluoghi di provincia lombardi), era evidente a tutti gli osservatori, che infatti presumevano l’arrivo di una nuova emittente su alcune frequenze (non essendo altrimenti spiegabili certi investimenti).
Tale ingresso era atteso a fine 2017 (cfr. nostro pezzo di novembre), ma – a quanto risulta a questo periodico – questioni amministrative interne lo avevano ritardato fino allo scorso week-end, quando la rete lombarda centrata sui 95.5 MHz dal Monte Bisbino (Co), importante asset paragonabile ad una Valcava minore – e storica prima frequenza montana di RDS (dalla fine degli anni ’80, con la successione alla milanese Radio More Music) dopo pochi anni dall’ingresso nell’etere milanese sui 94,450 MHz (ex Radio Krishna Centrale, ex Radio Città Milano rete 2) -, ha iniziato a modulare i programmi di Radio Dimensione Soft, modello radiofonico già in onda con successo a Roma in FM e in tv sul sat, oltre, ovviamente a IP e DAB+ (quindi in multipiattaforma, ma senza DTT).
L’impianto a 95,5 MHz è completato in tutte le province lombarde essenziali con limitrofi diffusori a 95.4 MHz e 95,7 MHz, in massima parte acquisiti dal gruppo Media Hit (che li usava principalmente per Radio Cuore) nei mesi scorsi.
Attenzione però: chi sia aspettava una superstation è rimasto deluso. Le Dimensione Suono Soft sono infatti due: una romana e l’altra milanese, pur condividendo il medesimo layout editoriale. Ciò in ossequio all’antico teorema che vuole che una radio che parla ai romani non sarà mai ascoltata dai milanesi e viceversa, con la conseguenza che, in applicazione a tale principio, o si rinunciava al localismo realizzando un prodotto di tipo nazionale, oppure si creavano due prodotti locali identici nella forma, ma non nella sostanza (sullo schema del franchising).
Nulla di nuovo: ci aveva provato 20 anni fa Lorenzo Suraci, col progetto delle RTL locali stoppato poi da una controversa norma ad personam, anzi contra personam (art. 2 comma 2 bis L. 78/1999), che vietava il reimpiego locale di brand nazionali. Disposto normativo che alla lunga era caduto sotto i colpi della Corte Costituzionale, ma quando ormai il progetto era stato dismesso a favore della meno fortunata Hit Channel, poi confluita, quanto a frequenze, nella stazione madre RTL 102.5.
Ora Montefusco ci riprova, iniziando da Lombardia e Lazio, cioè le due piazze demograficamente e commercialmente più importanti d’Italia. (M.L. per NL)