Travolti gli oppositori: il Maxi Ristori (DL 137/2020), approvato dalla Camera, è legge (L. n. 176/2020 in GU Serie Generale n.319 del 24/12/2020 S.O n. 43). E con esso almeno uno dei due (dirompenti) emendamenti su questioni radiofoniche.
Camera perplessa
L’iter, rapidissimo, non è stato però indolore. La Camera aveva rilevato “che alcune disposizioni del provvedimento, pur non potendosi escludere che possano in qualche modo contribuire al sostegno dei settori produttivi e delle pubbliche amministrazioni nell’ambito della crisi provocata dall’epidemia da COVID-19, suscitano comunque perplessità per quel che attiene la riconducibilità alla ratio unitaria del provvedimento (…) si segnalano in particolare: i commi 18 e 19 dell’articolo 6-bis in materia di emittenti nazionali radiofoniche a carattere comunitario (…)”.
L. 176/2020
Ciò nonostante, La Camera ha approvato il testo di conversione in legge, con modificazioni, del DL 137/2020, che, come detto in apertura è divenuta L. n. 176/2020 pubblicata ieri (24/12/2020) in G.U.
Che c’azzecca(va)?
Il provvedimento, essendo rubricato con la finalità di recare “ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19″, non sembra oggettivamente avesse le caratteristiche di vettore di norme che col Coronavirus c’entrano ben poco, ma che ora sono norme cogenti dell’ordinamento giuridico.
Trasformazione titoli concessori in forma dinamica
Via libera (con la pubblicazione di ieri in G.U.), quindi, alla conversione dei titoli concessori (sia locali che nazionali) da comunitari a commerciali (prima era possibile solo il contrario e in via definitiva).
Con la riforma dell’articolo 27, comma 6, del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo n. 177/2005, l’ultimo periodo è stato quindi sostituito.
La nuova formulazione
La versione novellata ora prevede che “In caso di trasferimento di concessione per emittente di radiodiffusione sonora in ambito nazionale o locale o di trasformazione della forma giuridica del titolare, la concessione è convertita in concessione a carattere comunitario o commerciale secondo i requisiti del nuovo titolare”.
Valido anche per le nazionali
Inoltre, “l’articolo 27, comma 6, del testo unico di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, si applica anche alle emittenti nazionali”.
No all’affitto di aziende o del solo diritto d’uso della frequenza FM
Non recepito nella conversione in legge del DL 137/2020 invece l’emendamento (contestato in modo particolare da Mediaset) che introduceva un’interpretazione autentica dell’art. 27 c. 5 del D. Lgs. 177/2005.
La norma (che scommettiamo farà capolino in un prossimo DDL) interpretava tale disposto nel senso che “per trasferimento si intende qualsiasi forma di cessione a qualunque titolo, anche temporanea in forma di affitto di azienda o del solo diritto d’uso della frequenza, in conformità alla direttiva 2009/140/CE e dell’articolo 14-ter del decreto legislativo n. 259 del 2003″.
Uniformità radiotelevisiva
Come avevamo avuto modo di spiegare nei giorni scorsi, in realtà tale interpretazione non avrebbe fatto altro che uniformare il settore radiofonico a quello televisivo. Dove, per quanto riguarda gli operatori di rete DTT, l’affitto dei diritti d’uso è da molti anni consentito.
Rivoluzione normativa
Nei prossimi giorni approfondiremo a dovere la norma che costituisce una vera e proprio rivoluzione nell’architettura giuridica specifica del settore, assegnando un inedito dinamismo concessorio. (M.L. per NL)