Antonio Martusciello: l’introduzione di una misurazione più adatta ai processi multimediali costituisce un passo in avanti significativo e rispondente alle esigenze del mercato, da cui l’ascolto radiofonico emergerà premiato.
Accanto alla rilevazione CATI su un campione rappresentativo della popolazione di riferimento, l’indagine Audiradio 2025 introduce una metodologia censuaria per la componente di ascolto on demand, che tiene in considerazione sia l’audio che il video e che è in grado di rilevare, appunto, il consumo sui device digitali.
La previsione di un parziale sdoppiamento dei percorsi tra radio nazionali e locali si rende necessaria per cogliere la specificità anche metodologica di audience differenti, restituendo una fotografia più accurata del mercato di riferimento.
In altri termini, è proprio la prevista separazione che consente di individuare al meglio le particolarità dei singoli bacini, quello locale e quello nazionale e quindi di offrire una analisi che si qualifica per una maggior aderenza alla realtà del mercato e per una precipua equità nella ripartizione dei costi della ricerca.
Lo sdoppiamento delle indagini, quindi, lungi dall’introdurre un sistema di serie A e B, consente di cogliere, con la dovuta precisione, le caratteristiche di ciascun bacino di riferimento. Aspetto questo che, al contrario, una ricerca unitaria non avrebbe consentito di ottenere.
Sintesi
Dopo le interviste ad Anna Maria Genzano (Eurodab) ed a Sergio Natucci (DAB Italia), ospitiamo su queste pagine un altro relatore del convegno milanese del 02/12/2024 Da Marconi al DAB: Antonio Martusciello (primo a sinistra nella foto d’apertura di Umberto Labozzetta), presidente di Audiradio, il JIC (Joint Industry Committee) che curerà l’omonima indagine sull’ascolto radiofonico che dal 2025 prende il posto del MOC (Media Owner Committee) TER, il quale terminerà la sua esistenza con la rilevazione dell’ultimo trimestre di quest’anno (in corso).
Il presidente Martusciello, nell’intervista a NL, spiega la nuova indagine sotto tutti i profili, compresi quelli più complessi: dall’integrazione volontaria della componente censuaria SDK a quella classica CATI; dalla necessità di diversificare le rilevazioni tra nazionali e locali, alla riconciliazione dei dati di indagini diverse (TER 2024 vs Audiradio 2025); dall’apertura ai nativi digitali DAB al contesto normativo che ha condotto al nuovo assetto societario.
Riconciliazione
(Newslinet) – Nel suo intervento al convegno Da Marconi al DAB, ha definito “innovativa” l’indagine Audiradio. Immaginiamo che, proprio perché tale, la riconciliazione coi dati TER potrebbe costituire un problema. Vi aspettate oscillazioni importanti tra l’ultimo anno TER ed il primo Audiradio, non riconducibili ad effettive alterazioni delle singole emittenti?
(Antonio Martusciello) – La ricerca metodologica degli ascolti radiofonici che Audiradio sta “mettendo in campo” si caratterizza inevitabilmente per la sua capacità di innovare, specie se confrontata con i sistemi precedenti.
Ciò per due ordini di motivi.
Da MOC a JIC
In primo luogo, per l’inevitabile passaggio da MOC, cioè organismo di rilevazione degli ascolti costituito – attraverso TER – dagli editori, a JIC, nel quale convivono sia la componente degli editori sia quella del mercato (e quindi gli “investitori pubblicitari”), così realizzando i principi di indipendenza, autonomia, equità e non discriminazione.
Il quadro normativo
Una scelta questa, scandita dall’evoluzione del quadro normativo, ormai mutato rispetto al passato. Oggi il TUSMA (Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi), all’art. 71 comma 5, lett. b), prevede “(…) che le rilevazioni degli indici di ascolto e di lettura dei diversi mezzi di comunicazione, su qualsiasi piattaforma di distribuzione e di diffusione, si conformino a criteri di correttezza metodologica, trasparenza, verificabilità e certificazione da parte di soggetti indipendenti e siano realizzate da organismi dotati della massima rappresentatività dell’intero settore di riferimento (…)”.
European Media Freedom Act
Allo stesso modo, anche a livello europeo, l’EMFA (European Media Freedom Act), all’art. 24, richiede che i fornitori di sistemi di misurazione dell’audience garantiscano una rilevazione e una metodologia che rispetti i principi di trasparenza, imparzialità, inclusività, proporzionalità, non discriminazione, comparabilità e verificabilità.
Scenario in trasformazione
In secondo luogo, l’innovazione è dettata dal contesto multimediale di riferimento, il cui cambiamento in atto restituisce uno scenario di profonda trasformazione per l’intero sistema delle comunicazioni ed espande in maniera significativa il bacino potenziale delle audience raggiungibili, anche in ragione dei mutamenti strutturali nei comportamenti di consumo dei contenuti.
Garanti degli ascolti
La nuova indagine Audiradio è quindi chiamata a garantire, nella nuova ricerca metodologica, una rilevazione degli ascolti radiofonici, capace di assicurare quel delicato equilibrio tra la necessità di dare continuità alla currency, realizzata da TER, e l’esigenza di adottare una metodologia che prenda atto dell’irreversibile processo di digitalizzazione dei media e dei conseguenti cambiamenti che si stanno determinando nei comportamenti di utilizzo e nelle modalità di fruizione dei contenuti multimediali.
Ascolto premiato
L’introduzione di una misurazione più adatta ai processi multimediali costituisce un passo in avanti significativo e rispondente alle esigenze del mercato, da cui l’ascolto radiofonico – ne sono certo – emergerà premiato.
Cosa è l’SDK
(NL) – Da alcune sollecitazioni pervenute in redazione sembra che ai più non sia chiaro in cosa consista il metodo censuario SDK che affiancherà il CATI. Quindi, di cosa si tratta, al netto dei tecnicismi?
(Antonio Martusciello) – Il sistema SDK (Software Development Kit) è un marcatore analitico, già impiegato nei sistemi di rilevazione delle audience, che restituisce dati censuari sui volumi della fruizione di tutti i contenuti online distribuiti tramite differenti piattaforme.
Strumenti di misurazione integrati
Il sistema consente, quindi, di integrare gli strumenti di misurazione dei contenuti digitali indipendentemente dal device utilizzato per la loro fruizione.
Metodologia censuaria
Accanto, dunque, alla rilevazione CATI (Computer Assisted Telephone Interviews) – c.d. Day After Recall – su un campione rappresentativo della popolazione di riferimento, raggiunto sia su telefoni fissi sia sui dispositivi mobili – l’indagine Audiradio 2025 introduce una metodologia di rilevazione per la componente di ascolto on demand, che possa tenere in considerazione sia l’audio che il video, e sia oltretutto in grado di rilevare, appunto, il consumo sui device digitali.
Evoluta, ma sostenibile
L’intento è quello di utilizzare le metodologie più opportune per rendere la ricerca degli ascolti radiofonici più al passo con l’evoluzione sia tecnologica che di mercato, sempre però con un occhio ben attento al tema della sostenibilità economica.
Indagine campionaria
(NL) – L’SDK si applicherà sia alle nazionali che alle locali?
(Antonio Martusciello) – Come si può leggere anche nella nota metodologica che abbiamo reso pubblica, in un’ottica di piena trasparenza del processo di rilevazione degli ascolti, l’indagine Audiradio 2025 è un’indagine campionaria – rappresentativa della popolazione di 14 anni e oltre, presente sul suolo italiano.
L’universo rilevato
Questa rileva l’ascolto delle emittenti radiofoniche pubbliche e private, nazionali e locali.
Total audience a richiesta
La rilevazione SDK avverrà per le emittenti che si iscriveranno specificamente anche a tale parte della ricerca. Per queste ultime emittenti, il dato dell’ascolto digitale on demand rilevato con la tecnologia SDK verrà integrato al dato dell’ascolto lineare, rilevato attraverso l’indagine telefonica CATI, realizzando quindi il dato di “total audience”.
Due stream, anzi tre
(NL) – Due stream differenti per nazionali e locali comporteranno due elenchi distinti o vi sarà un’unica classifica?
(Antonio Martusciello) – In realtà, l’indagine CATI viene suddivisa più propriamente in tre distinti Stream, poiché il primo (c.d. Stream A) viene ulteriormente suddiviso in A1 e A2, ognuno dei quali risponde a degli obiettivi specifici e ha un perimetro ben definito. Abbiamo quindi lo Stream A relativo alle locali e il B che concerne le nazionali.
Lo stream A1
In particolare, lo Stream A1 è basato su 80 mila casi rappresentativi dell’universo di riferimento – realizzato da GfK e Ipsos su campioni equamente suddivisi – che permette di misurare l’ascolto lineare delle emittenti locali nel Quarto d’ora Medio, la durata dell’ascolto, gli ascoltatori nel Giorno Medio e nei Sette Giorni.
Lo stream A2
Lo Stream A2 è invece basato su 40 casi rappresentativi dell’universo di riferimento, realizzato da Ipsos – che serve da una parte a stimare le coperture cumulate a 14 e 28 giorni dell’ascolto lineare sia per le emittenti nazionali che locali, dall’altra – insieme allo Stream A1 – a misurare l’ascolto lineare delle emittenti locali nel Quarto d’ora Medio, la durata dell’ascolto, gli ascoltatori nel Giorno Medio e nei Sette Giorni.
Deduplicazione
Inoltre, attraverso questo Stream vengono raccolti i parametri di deduplica per la produzione delle metriche a totale mezzo e le informazioni utili per la profilazione e deduplicazione dei dati di ascolto on-demand provenienti dall’SDK.
Lo stream B
Infine, lo Stream B è basato su 80.000 casi rappresentativi dell’universo di riferimento – realizzato da GfK e Ipsos su campioni equamente suddivisi – che permette di misurare l’ascolto lineare delle emittenti nazionali nel Quarto d’ora Medio, la durata dell’ascolto, gli ascoltatori nel Giorno Medio e nei Sette Giorni.
Convergenza stream
Grazie al processo di fusione, i dati provenienti dai tre Stream convergono in unico database contenente le metriche a totale mezzo e per singola emittente, privata o pubblica, nazionale o locale.
Due elenchi
(NL) – Qualcuno paventa il rischio di creare radio di serie A e serie B…
(Antonio Martusciello) – La previsione di un parziale sdoppiamento dei percorsi tra radio nazionali e locali si rende necessaria per cogliere la specificità anche metodologica di audience differenti, restituendo una fotografia più accurata del mercato di riferimento.
In altri termini, è proprio la prevista separazione che consente di individuare al meglio le particolarità dei singoli bacini, quello locale e quello nazionale, e quindi di offrire una analisi che si qualifica per una maggior aderenza alla realtà del mercato e per una precipua equità nella ripartizione dei costi della ricerca.
Limiti di un’indagine unitaria
Lo sdoppiamento delle indagini, quindi, lungi dall’introdurre un sistema – come lo definisce – di serie A e B, consente, invece di cogliere, con la dovuta precisione, le caratteristiche di ciascun bacino di riferimento, aspetto questo che, al contrario, una ricerca unitaria non avrebbe consentito di ottenere.
Marcare meglio le specificità
Per rispondere alla sua domanda, ritengo che non sussistano rischi, ma, anzi, il sistema separato, attraverso una quotazione più precisa, sia in grado di “marcare” al meglio le specificità delle radio nazionali e locali.
Pubblicità nazionale alle nazionali, pubblicità locale alle locali!
Del resto, appiattire la rilevazione su un unico metro, non tenendo conto dei diversi universi di riferimento, avrebbe pregiudicato sia le radio nazionali che quelle locali, e ciò anche per la struttura normativa dettata in materia: pubblicità nazionale alle nazionali, pubblicità locale alle locali!
Nativi DAB? Si vedrà se sarà ragionevole e necessario
(NL) – Nel 2026 aprirete ai nativi DAB?
(Antonio Martusciello) – Per quanto riguarda il DAB – come ho più volte sottolineato e come peraltro prevede lo Statuto di Audiradio – si procederà a verifiche periodiche degli sviluppi di mercato della tecnologia diffusiva DAB+ e si valuterà, conseguentemente, la possibilità di includere nel perimetro della ricerca gli operatori nativi digitali, laddove tale opzione risultasse ragionevole e necessaria”.
Il video dell’evento
Qui il video dell’evento. (M.L. per NL)