Radio. Anna Maria Genzano (RTL 102.5): prominence primo posto in agenda. Scelte esclusive anziché inclusive automotive penalizzano consumatori

Anna Maria Genzano

Anna Maria Genzano (RTL 102.5): su obbligo DAB+ sulle vetture qualcuno sta violando la norma e non nascondo che nell’ultimo anno e mezzo ci sono pervenute diverse segnalazioni di automobilisti molto irritati. Queste doglianze sono la chiara dimostrazione di come la radio DAB+ (e la Radio in generale) in automobile sia richiesta dagli utenti e insostituibile.
Google ed Apple con Android Auto e Apple CarPlay avrebbero potuto anche fare a meno di integrare noi broadcaster nei loro sistemi, quindi se lo stanno facendo è perché sanno di non poter fare a meno di noi.
Con Radioplayer i radiofonici fanno sì che l’accesso alla radio sia immediato, con un solo click (il cosiddetto tasto radio), che si traduce in un’interfaccia utente intuitiva e facile da usare che permette agli ascoltatori di avviare la riproduzione radiofonica senza dover navigare tra menu complessi.
Un aspetto innovativo è il lancio imminente di una Data Platform e un Insight Dashboard che rappresentano un notevole passo avanti per la sua evoluzione.
Sono stati poi siglati accordi di partnership con numerosi marchi automobilistici (oltre il 50% del mercato) e un accordo globale con Google per migliorare l’esperienza e potenziare l’industria radiofonica.
Nativi digitali e Audiradio: ritengo che, allo stato attuale, non vi siano ancora le condizioni per una rilevazione efficace e puntuale. E sarebbe controproducente per tutti partire subito. Ma non dovremo attendere ancora molto…

Sintesi

Torniamo a parlare con Anna Maria Genzano – preparata e disponibile responsabile dei rapporti istituzionali per il gruppo RTL 102.5 di temi bollenti per il settore radiofonico, quali: la prominence radiofonica, le scelte discutibili dell’automotive, l’ingerenza delle piattaforme over the top sui contenuti radiofonici, i limiti della profilazione che anziché favorire l’utente lo recinta, il ruolo degli aggregatori, l’offerta aumentata del DAB, la rilevazione degli ascolti dei nativi digitali e la fatica di regolatore e legislatore a stare al passo con un mercato sempre più dinamico.

L’evoluzione tecnologica e del mercato non segue il calendario

(Newslinet) – Agcom sta lavorando sulla prominence della tv generalista via etere sulle smart tv. Ma l’evoluzione del mercato non appare compatibile coi tempi del regolatore e le piattaforme OTT nel frattempo consolidano il loro dominio. Un problema che riguarda anche la Radio, soprattutto sulle automobili, dove addirittura alcune case (Citroen e Renault) hanno eliminato l’autoradio da alcuni modelli…
(Anna Maria Genzano) – L’evoluzione tecnologica e del mercato non segue il calendario, figuriamoci i tempi della burocrazia. Oggi i giorni valgono secoli ed i mesi millenni. Pertanto, l’assenza di una regolamentazione in grado di stare al passo con i tempi, condanna le imprese a rimanere indietro di ere geologiche rispetto agli OTT che inspiegabilmente non hanno regole da rispettare o termini da attendere ed esercitano un potere straordinario.

Normativa infelice

Noi radiofonici, già in occasione del recepimento della direttiva europea che ha istituito il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, abbiamo segnalato come la regolamentazione di settore non assecondasse  un mercato in continuo cambiamento e non supportasse il settore broadcast, che investe sia in contenuti sia in infrastrutture, anziché cannibalizzarle. 
La normativa attualmente in vigore, contenuta nel D. Lgs. 207/2021 e che ha recepito tale direttiva, è praticamente già superata. 

Violazioni

In questo contesto qualche brand automobilistico ha approfittato per non inserire  il DAB+ all’interno delle proprie auto, ci sono pervenute diverse segnalazioni di automobilisti molto irritati, che si sono sentiti ingannati in quanto convinti di aver acquistato una vettura con la radio digitale DAB+ a bordo, ma poi si sono ritrovati semplicemente o solo la sola radio FM o con un paio di altoparlanti e una presa USB. Fare economia, a scapito degli utenti, su componenti dal costo irrisorio non è una grande idea, e infatti queste  doglianze sono la chiara dimostrazione di come la radio DAB+ e la Radio in generale, in automobile oltre ad essere richiesta dagli utenti sia insostituibile. 

Scelta di Renault e Citroen poco logica

Pertanto, è molto importante anche fare i dovuti controlli affinché i consumatori non vengano ingannati.
Detto questo, non so francamente quanto sia logica la scelta di Renault e Citroen atteso che, come appena detto, gli utenti alla Radio non vogliono rinunciare, soprattutto considerando anche che il mercato sta andando nella direzione del modello della “Radio ibrida”.

Radio insostituibile

Personalmente credo moltissimo nel mezzo radiofonico e nel suo valore e non penso proprio che altre soluzioni possano sostituirlo, semmai affiancarlo come di fatto la naturale evoluzione del mercato sta già dimostrando.
Diversa, invece, la questione legata a determinati apparati che sono rimasti illogicamente esclusi dall’obbligo di dotazione della radio DAB+ e tra questi i ricevitori di modesto valore, per non parlare poi della scandalosa esclusione degli smartphone.

Esclusione autoradio va contro tendenza all’inclusione del consumatore

Permettere l’esclusione di questi apparati dall’obbligo di ricezione dei programmi radiofonici digitali, nonostante la bassissima incidenza sui costi di produzione, determina un rilevante danno per il consumatore, perché i servizi radiofonici saranno destinati ad essere diffusi, nei prossimi anni, prevalentemente, se non esclusivamente, in tecnica digitale.

Modesto valore

Chi acquista un apparato di modesto valore (da capire poi esattamente cosa voglia intendere il Legislatore con “modesto valore”) dovrà accontentarsi solo della radio FM, come se la Radio costituisca un vero e proprio medium elitario, che è del tutto contraria alla sua natura di mezzo agile, gratuito e facilmente fruibile da chiunque. 

Agcom e MIMIT impongano obbligo DAB+ su ogni device

In buona sostanza sto dicendo che forse è giunto il momento che Agcom e Ministero, ognuno per quanto di propria competenza, avviino immediatamente tutte quelle iniziative atte a rendere disponibile la radio DAB+ su tutti i device esistenti, nessuno escluso, e a garantire, conseguentemente, la prominence della Radio.

Servizio di interesse generale

E ciò in quanto noi siamo un servizio di interesse generale e, come avvenuto per la televisione, anche la Radio necessita di avere un ruolo prominente prima di tutto sui dispositivi installati sulle automobili – ambiente dove si concentra circa il 70% dell’ascolto – e più in generale su tutti i dispositivi atti alla ricezione di contenuti sonori digitali, tutto ciò prima che il problema della emarginazione della Radio sulle dashboard delle auto e su altri dispositivi possa aggravarsi.

TUSMA ed EMFA

Sempre in tema di prominence, vorrei ricordare come, oltre al TUSMA, anche l’EMFA, in considerazione della grande quantità di informazioni e del crescente impiego di strumenti digitali per accedere ai media, abbia sottolineato l’importanza di garantire rilievo ai contenuti di interesse generale in modo da poter contribuire alla parità di condizioni nel mercato interno e al rispetto del diritto fondamentale di ricevere informazioni.

Il tempo non è il migliore alleato, ma il ritardo è il grande nemico

Insomma, di certo il tempo non è il nostro migliore alleato, ma il ritardo è sicuramente il nostro grande nemico, perciò attendere ancora vuol dire costringere le imprese radiofoniche italiane a rincorrere per anni i player globali stranieri.
La Radio è entrata in partita da tempo, ma ora è necessario che le regole siano davvero uguali per tutti.

Due giganti in un’auto

(NL) – L’equivalente dell’icona Tv nella home delle smart tv per accedere alla tv lineare via etere dovrebbe essere il tasto Radio in evidenza sul cruscotto dell’auto. Non sembra complicato, ma intanto Google ed Apple con Android Auto e Apple CarPlay operano per conseguire un obiettivo esattamente contrario: integrare la radio via etere nei loro sistemi, onnipresenti sulle nuove vetture…
(Anna Maria Genzano) – Mi piace guardare il bicchiere mezzo pieno. Google ed Apple con Android Auto e Apple CarPlay avrebbero potuto anche fare a meno di integrare noi broadcaster nei loro sistemi, quindi se lo stanno facendo è perché sanno di non poter fare a meno di noi.

Google ed Apple hanno compreso l’importanza della radio broadcast

Di fatto è una loro ammissione di quanto siano importanti per gli utenti i nostri contenuti e non solo le semplici playlist anonime generate da algoritmi e senza alcuna interazione di persone in carne e ossa. Il prossimo passo è che riconoscano in modo tangibile il nostro ruolo di traino.

Ipotesi di prominence

(NL) – Quale potrebbe essere un approccio concreto ed efficace per conseguire una prominence delle radio concessionarie/autorizzate sulle auto ed in generale su ogni device connesso (smartphone, smart tv, smart speaker)? Qualcuno suggerisce di imporre agli aggregatori (TuneIn in testa) di mettere in evidenza in ogni nazione europea, prima delle altre, le stazioni di quel territorio.
(Anna Maria Genzano) – Un approccio concreto ed efficace già esiste e si chiama Radioplayer. Noi siamo soci fondatori di questo progetto e parte attiva insieme a tutte le altre radio nazionali e le associazioni di radio locali.
Radioplayer World Wide è una società no-profit attiva in 22 paesi, riunisce e rappresenta quasi 10.000 stazioni radio a livello globale.

Speculatori sulla radiofonia

Questo progetto, nato da diversi anni, è stato creato “dalla radio per la radio”, diverso quindi da TuneIn che per anni ha speculato usando i nostri contenuti senza averne l’autorizzazione e punta a rivoluzionare l’esperienza di fruizione radiofonica utilizzando le opportunità messe a disposizione dai device connessi.
Radioplayer collabora con i giganti del mondo dell’Automotive e della tecnologia per migliorare l’accessibilità e la visibilità delle stazioni radio, integrandole in modo nativo nei dispositivi connessi come automobili, smartphone, smart TV e smart speaker, fornendo supporto per la hybrid-radio, che permette il passaggio automatico tra FM, DAB e IP.

Radioplayer

La collaborazione con le principali case automobilistiche consente di integrare i contenuti radio direttamente nei cruscotti delle auto, includendo sia le trasmissioni in diretta che i contenuti on-demand.
Per Radioplayer, la prominence significa garantire che l’accesso alla radio sia immediato, con un solo click (il cosiddetto tasto radio). Questo si traduce in un’interfaccia utente intuitiva e facile da usare che permette agli ascoltatori di avviare la riproduzione radiofonica senza dover navigare tra menu complessi.

Data Platform e un Insight Dashboard

Un aspetto innovativo di Radioplayer è il lancio imminente di una Data Platform e un Insight Dashboard che rappresentano un notevole passo avanti per la sua evoluzione.
Sono stati siglati accordi di partnership con numerosi marchi automobilistici (oltre il 50% del mercato) e, nel 2024, Radioplayer ha sottoscritto anche un accordo globale con Google per migliorare l’esperienza e potenziare l’industria radiofonica.

User experience

L’impegno di Google nel migliorare l’esperienza degli ascoltatori sottolinea l’importanza di collaborare con l’industria unificata dei broadcaster attraverso Radioplayer.

Comandi vocali

(NL) – C’è poi il nodo dei comandi vocali: con lo sviluppo dei sistemi di navigazione integrati in Android Auto ed Apple CarPlay a svantaggio di quelli captive delle singole case (sempre meno usati) è probabile che anche le stazioni radio saranno sintonizzate con invocazioni. Un bene o un male?
(Anna Maria Genzano) – Non è un male, è una naturale evoluzione della tecnologia e come sempre va gestita nel modo più opportuno. E’ un sistema progettato per facilitare l’interazione tra l’utente e la tecnologia tramite comandi vocali. È necessaria, però, un’implementazione accurata e la continua innovazione, perché la Radio risponda esattamente agli intenti di ricerca degli utenti.

Partnership con Google

Ritorno sulla partnership globale sottoscritta con Google, menzionata prima. Google Assistant è integrato in sistemi di infotainment, come Android Auto, e Radioplayer sta collaborando perché la richiesta (vocale) sia gestita e risolta in maniera corretta, in modo tale che restituisca un risultato e/o una informazione pertinente, e perché i dati di ascolto possano essere accessibili alle emittenti attraverso la Data Platform.

Integrazione nativa

Non parliamo di una skill o una action, ma di un’integrazione nativa che dovrà rispondere alla richiesta: “Hey Google, fammi ascoltare RTL 102 e 5”
Lo stesso vale per Amazon, anche con loro è stato siglato un accordo lo scorso anno e si lavora per integrare Radioplayer con un’interfaccia evoluta del RadioSkillKit di Amazon.

Più storditi che preoccupati

(NL) – 200 stazioni DAB a Milano e 100.000 flussi radio in streaming. Vi preoccupa un’offerta di questa portata?
(Anna Maria Genzano) – In realtà ci sentiamo più storditi che preoccupati. Stiamo assistendo ormai da tempo ad una proliferazione di radio, il che è di per sé positivo e significa che il mezzo è più vivo che mai. Oltre a nuovi soggetti che si affacciano sul mercato, abbiamo anche una integrazione verticale di quelle esistenti, cioè il brand che viene declinato in altre versioni (nel nostro caso RTL 102.5 Best, RTL 102.5 Napulè, RTL 102.5 DOC, ecc…) quindi ce ne sono davvero tantissime.

I limiti della profilazione che ci recinta

Tuttavia, l’eccesso di offerta, a mio avviso, porta allo stordimento e tante volte si spende più tempo a scegliere che ad ascoltare, così alla fine il rischio è che qualcuno scelga per noi. Le piattaforme ne sono un esempio. Le liste sono tarate sulla nostra profilazione, quindi ci suggeriscono ciò che già ci piace, non viene proposto nulla di nuovo.

Radio identitaria

Questo non accade ovviamente con la Radio, per fortuna. Abbiamo la nostra identità, i nostri ascoltatori sanno chi siamo e sono liberi di scegliere la radio in grado di rispondere meglio alle loro esigenze.

Contenuti soprattutto. Anzi, sopra tutto

Ciò che effettivamente conta, di fatto, sono i contenuti di qualità che, in un’offerta così ampia, vengono contraddistinti dal brand.
Per quanto concerne le 200 stazioni DAB, va detto che la maggior parte (circa tre quarti) sono radio locali che si trovano ancora in una situazione di avvio delle attività. Quando il mercato si  stabilizzerà anche loro avranno modo di consolidare le proprie identità e i propri bacini d’ascolto.

Regolamentazione degli elenchi DAB necessaria

Una cosa è certa, però, serviranno quanto prima interventi tecnico-operativi per regolamentare anche l’ordine di visualizzazione dei canali DAB sulle dashboard delle automobili, Oggi le autoradio hanno logiche diverse, perciò da una casa automobilistica all’altra le visualizzazioni cambiano e spesso la ricerca di un canale è molto complicata. Questo, ovviamente, non aiuta né l’utente né il settore.

Audiradio

(NL) – Di fronte ad una proposta digitale di questo livello è accettabile che anche la nuova Audiradio accetti solo l’iscrizione dei concessionari FM? Non è una fotografia parziale del comparto?
(Anna Maria Genzano) – Abbiamo parlato più volte della situazione e delle criticità del DAB in Italia. Il comparto nazionale, quello privato, è da tempo attivo con una copertura che ormai si avvicina sempre più al 90% della popolazione, ma dall’altra parte abbiamo il settore locale che sta scontando un forte ritardo e non è stabilmente operativo, anzi, sono tutt’ora in corso i rilasci dei diritti d’uso e molti operano ancora su frequenze sperimentali, perciò siamo ancora in una fase di avvio del mercato.

Condizioni ancora insufficienti per la rilevazione dei nativi digitali…

Inoltre, il Ministero non pubblica dal 2019 un elenco aggiornato dei fornitori di servizi media radiofonici regolarmente autorizzati e ci sono ancora contenziosi in corso per le assegnazioni delle risorse.
RTL 102.5, come noto, ha investito molto e da tempo nei canali nativi digitali e chiaramente abbiamo tutto l’interesse e conveniamo sull’importanza di rilevare anche le radio DAB+ per avere un quadro generale e corretto del settore radiofonico e intercettare tutto il nostro pubblico reale, ma con queste premesse personalmente ritengo che, allo stato attuale, non vi siano ancora le condizioni per una rilevazione efficace e puntuale e sarebbe controproducente per tutti partire subito.

… ma presto sarà possibile

Ciò non vuol dire che non si possa recuperare in tempi brevi. Sono molto fiduciosa e confido nelle Istituzioni che pare stiano accelerando per risolvere queste problematiche in corso e rivedere le regole che ci hanno governato fino ad ora, anche alla luce dei diversi cambiamenti intervenuti da quando è stato pubblicato il Regolamento DAB (ricordo che risale alla fine del 2009, con la delibera 664/09/Cons).

Verifiche periodiche

In ragione di quanto appena detto, Audiradio, come già evidenziato anche dal Presidente, Antonio Martusciello, si è impegnata ad effettuare verifiche periodiche circa gli sviluppi di mercato della tecnologia diffusiva DAB+ e valuterà, di volta in volta, la possibilità e la necessità di includere nel perimetro della ricerca anche gli operatori nativi digitali DAB+. (M.L. per NL)

 

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