Con Android Automotive il supporto del telefono non è più necessario e tutto viene visualizzato direttamente sulla dashboard del proprio mezzo. Il processo di trasformazione dell’auto in un perfetto oggetto smart, grazie al controllo tramite Google Assistant, sembrerebbe dunque essere stato completato.
Il quadro della situazione
Il progetto NAB Pilot, a cui aderiscono diversi operatori del settore, collabora con Google affinché le radio trovino la migliore collocazione in Android Automotive (NB, non Android Auto che, come vedremo, è altra cosa), sistema operativo infotainment prodotto dal colosso di Mountain View. Senza opportune contromisure, i broadcaster, infatti, rischiano di essere penalizzati, se non addirittura ghettizzati sulle nuove dashboard da altri servizi di streaming on demand. Come Spotify, che per molti editori italiani è, di fatto, già il principale concorrente (pur non essendo esso stesso una radio).
ABI Research
Il punto di partenza è la constatazione oggettiva che i costruttori di apparecchiature originali (OEM) stanno sempre più espandendo il proprio business verso Android Automotive. Il sistema operativo di Google pensato per le auto è, infatti, una realtà sempre più affermata che, secondo quanto stima ABI Research, nel 2030 sarà presente su circa 36 milioni di veicoli.
Android Automotive non è Android Auto
Android Automotive è un sistema operativo stand alone, perfettamente integrato nel veicolo. Non va dunque confuso con Android Auto, il quale permette l’interazione tra smartphone e automobile.
Smartphoneless
Con Automotive il supporto del telefono non è più necessario e tutto viene visualizzato direttamente sulla dashboard del proprio mezzo. Il processo di trasformazione dell’auto in un perfetto oggetto smart, grazie al controllo tramite Google Assistant, sembrerebbe dunque essere stato completato.
La crescente richiesta di Android Automotive
Ovviamente, per le sue caratteristiche innovative, il sistema operativo sviluppato da Google è diventato subito oggetto del desiderio dei produttori di auto.
La svolta del car entertainment
General Motors, Ford, Audi e Stellantis hanno in programma di integrare Android Automotive sui propri veicoli. Una svolta importante per il mondo dell’automotive, ma anche per quello dei broadcaster.
Dashboard e autoradio
Gli editori radiofonici, in particolare, hanno espresso forti preoccupazioni per il fatto che l’adattamento delle nuove funzionalità possa andare contro i propri interessi. Il motivo principale è che Google ed Apple ricoprono una posizione di rilievo nella scelta dei software per la dashboard, che andrà a sostituire l’autoradio nella plancia delle vetture.
Ascolti
I broadcaster rischiano dunque di vedersi penalizzati dal punto di vista dell’accessibilità alle proprie reti e di conseguenza anche sul lato degli ascolti.
Operatori internazionali e OEM
È proprio in tal senso che i principali operatori internazionali del settore si stanno muovendo. Non solo gruppi radiofonici come iHeartMedia e BBC dunque, ma anche società come Xperi e NAB (National Association of Broadcasters) – che si occupa dello sviluppo tecnologico dell’iniziativa Pilot.
Pilot
Pilot è il progetto avviato da NAB a cui si sono aggregati sempre più soggetti. Lo scopo è quello di portare sul tavolo la questione radio, affinché il settore sia sufficientemente preso in considerazione dagli OEM. Il risultato a cui mira l’iniziativa è la creazione di software e funzionalità extra nel sistema Android Open Source Project.
Le parole di John Clark
John Clark, direttore esecutivo di NAB Pilot, ha affermato che l’obiettivo dell’operazione è far sì che i broadcaster siano supportati nel sistema open source di Automotive. “Dobbiamo essere sicuri che le funzionalità radio siano inserite e supportate da Android Automotive e che il tuner e tutti gli standard di trasmissione come HD Radio (IBOC), DAB, AM e FM siano integrati e disponibili a tutti gli sviluppatori di app”.
Frammentazione
Nondimeno, ancora non ci sono le garanzie che la digitalizzazione della dashboard sia funzionale per i broadcaster. Anzi, essa potrebbe portare a una maggior competizione, vista la presenza di servizi come Spotify. A peggiorare la situazione potrebbe contribuire anche la frammentazione dell’iniziativa dei vari attori.
User (in)experience
Una polverizzazione che porterebbe ad adottare soluzioni tra di loro diverse, rendendo differente l’user experience individuale.
Anche ai broadcaster è richiesto uno sforzo
I designer e gli sviluppatori della dashboard devono, dunque, tenere bene a mente la componente via etere. Ma anche gli editori devono fare un passo avanti e supportare gli sforzi per aggiungere i metadata alle proprie trasmissioni.
Joe D’Angelo su Android Automotive
Secondo Joe D’Angelo, vice presidente senior di Broadcast Radio per Xperi, i broadcaster devono assicurare che Android Automotive implementi totalmente tutti gli standard trasmissivi attualmente distribuiti. Dai nuovi formati digitali, all’analogico, il sistema operativo di Google deve poter ospitare tutti gli operatori, nessuno escluso.
Dal canto suo, Google, sta ascoltando con attenzione le esigenze e i suggerimenti del progetto Pilot, come ha detto Clark. D’Angelo ha poi aggiunto che Xperi ha una lunga storia di collaborazione con Google; affermazione che lascia intendere che questo fattore possa essere decisivo nella creazione di un sistema operativo che tenga in conto delle esigenze presentate dai fautori di Pilot.
AutoStage
Non solo. Xperi è anche sviluppatrice di DTS AutoStage, piattaforma ibrida di infotainment che potrebbe a sua volta essere integrata nel nuovo sistema di Google.
L’interesse primario di Xperi sono i broadcast
Sul punto D’Angelo ha tenuto a sottolineare che lo scopo principale della sua compagnia e del progetto è tutelare gli interessi dei broadcaster, poiché “Android Automotive è un sistema ibrido, ma – ha aggiunto – se non supportiamo i broadcaster nel modo corretto, non c’è nessuna radio ibrida”. (A.M. per NL)