Radio. Ancora soltanto speculazioni sulle sorti della raccolta di Radio Italia dopo la rinuncia (forzata) di Mediamond

Una raccolta pubblicitaria da 30 mln che cambierà casa dal 2017 per via di decisioni dell’Antitrust; nel settore circola diversi nomi, da Cairo a Discovery, da Manzoni a Sky. Ma Mario Volanti resta abbottonato, non escludendo l’opzione di una concessionaria captive.

Ancora nessuna novità da Radio Italia per quanto riguarda la gestione dei suoi spazi pubblicitari dal 2017. Attualmente, infatti, la concessionaria dell’emittente di Mario Volanti è Mediamond, che non potrà tuttavia rinnovare il contratto (in scadenza a fine anno) per via della delibera adottata dall’Antitrust in merito all’acquisizione delle quote di controllo della holding Finelco (Radio 105, Virgin e RMC) da parte della capogruppo Mediaset (che peraltro controlla Monradio, editore di R 101 e del relay della portoghese Radio Orbital, per la quale sono attese importanti novità). E così, sul piatto c’è una raccolta pubblicitaria che vale 30 mln e la cui destinazione, al momento, è lasciata solo alle speculazioni visto che lo stesso Volanti ha fatto sapere che “prima di metà luglio non ci saranno novità” dal momento che per prendere una decisione con calma “i tempi ci sono”. E dunque, mentre quasi tutta l’attenzione della radio si concentra sul tirare le somme delle due date live in piazza del duomo a Milano, nel settore viaggiano diverse speculazioni su quale sarà la sorte della raccolta pubblicitaria di Radio Italia. Molto chiacchierato come sostituto di Mediamond è Urbano Cairo, il patron di La7 in corsa per raggiungere la maggioranza in RCS e che con la radio non ha ancora avuto esperienze e potrebbe sfruttarla in sinergia con la sua tv; tuttavia, l’editore piemontese smentisce, sebbene non manchi di descrivere la possibilità come “interessante”. Altre opzioni sarebbero poi quella di Manzoni (gruppo L’Espresso), che ha già lavorato con Radio Italia, arrivando però ad un divorzio abbastanza infelice, quando quest’ultima passò a Mediamond; qualcuno fa anche il nome di Sky Pubblicità e di Discovery Media, che potrebbe sfruttare l’occasione per diversificare le sue attività. Tutte strade percorribili, anche se forse la più probabile resta quella di una concessionaria interna ipotesi che lo stesso Volanti dice essere ancora in discussione e che potrebbe anche spiegare la calma laconica adottata nell’iniziare “a valutare” le proposte. E, in effetti, tutti i player radiofonici che negli anni si sono "messi in proprio" sono stati premiati in termini di volume di raccolta. (E.V. per NL)

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