Al Radio Meeting di Milano del 22 maggio si è parlato, tra gli operatori, di argomenti attualissimi tra cui: la scomparsa dei ricevitori FM, i brand (in particolare quelli nomen omen), le denominazioni alias per la miglior rintracciabilità delle emittenti su piattaforme IP terze (smart speaker, smart tv, aggregatori) e broadcast (DAB+), l’audio, con la loudness war, di radio lineare ed on demand e, naturalmente, della nuova generazione di playout.
Insomma, argomenti che riguardano non più (e non solo) il futuro della radiofonia, ma l’attualità della stessa. Ed ai quali dedicheremo una serie di tre articoli, di cui questo è il primo.
La scomparsa dei ricevitori FM
Al centro dell’attenzione del Radio Meeting, c’è stato, prevedibilmente, visto il clamore suscitato, lo studio VSP Perspektiven 2035+, già analizzato da Newslinet, che, pur riguardando specificamente la Svizzera, evidenzia trend generali: come il possesso di ricevitori radio, diminuito drasticamente dal 2012 al 2022, passando dal 54% al 22%.
Dato di fatto
Un dato conferma che la radio sta perdendo il suo dispositivo esclusivo di ricezione.
Radio Meeting
Si tratta di un fenomeno, come detto, che si riscontra in modo più o meno marcato in tutte le nazioni europee e le cui possibili soluzioni sono state fra gli argomenti discussi al Radio Meeting del 22 maggio scorso a Milano.
20 operatori a confronto
Oltre 20 tra editori, manager o i loro delegati si sono confrontati su nuove tecnologie e modelli di business per la radio, prendendo anche spunto da case histories rilevanti in Europa e nel dettaglio del mercato italiano.
Contenuto e brand
Un caso esemplare citato al Radio Meeting da Michele Logrippo, QA in RCS Sound Software USA, è stato quello di Bauer Media Group, player tedesco con interessi sovranazionali che realizza contenuti e campagne multipiattaforma su larga scala, tra cui Hits Radio e Greatest Hits Radio, denominazioni nomen omen che identificano emittenti UK ai vertici dell’ascolto.
Brand univoci e Alias
«Hits Radio e Greatest Hits Radio sono dei brand veri e propri in tutta la nazione. Tuttavia, in Scozia esistono ancora i brand locali, quindi lì i nomi Hits Radio e Greatest Hits Radio sono mascherati ed impiegati solo per identificare il prodotto trasmesso», ha spiegato Logrippo.
Palinsesti geolocalizzati
«Hits Radio trasmette dunque palinsesti con elementi geolocalizzati, inclusa la conduzione in voce, realizzando economie di scala, ma rispettando al tempo stesso le disposizioni di legge per le radio che conservano il nome originale. [Tanto che] alcuni interventi dei conduttori sono stati organizzati in due parti.
Post produzione e live production
Nella prima, preregistrata in più versioni e lanciata al volo da una tastiera, il conduttore nomina Hits Radio e la città o zona dove l’elemento parlato andrà in onda. La seconda è in diretta, perfettamente legata, diffusa in contemporanea su tutte le radio.
Playout e routing + missaggio
Questo è possibile grazie a una combinazione tra software di emissione (Zetta) e sistema di routing e missaggio audio (Axia).
Absolute Radio
Sempre sulla personalizzazione dei contenuti per specifici target group, c’è poi il caso di Absolute Radio, con un morning show trasmesso contemporaneamente su 8 radio tematiche con formati musicali differenti.
Stile individuale preservato
Questo programma mantiene lo stile di ciascuna radio, realizzando interventi unificati dei conduttori in diretta, fra canzoni che sono diverse in ogni radio con jingle e sigle specifici», ha sottolineato il manager di RCS Sound Software USA.
Il suono adatto a ciascun canale
Ciascuna piattaforma terza di ascolto audio, live e on demand, ha definito i suoi requisiti tecnici sui livelli di loudness, preferenziali o vincolanti, da rispettare per la pubblicazione dei contenuti.
Google e il loudness non gradito
Piero Rigolone, consulente radiofonico e digital audio e ideatore del Radio Meeting, ha riportato un caso di pochi anni fa: «Un mio cliente mi ha spiegato che i suoi news briefings per Google Assistant non sono stati approvati per la pubblicazione perché non rispettavano i valori di loudness, che Google richiedeva rientrassero mediamente tra -16 e -19 LUFS (Loudness Units relative to Full Scale).
Nuove regole
Problemi che fino a quel momento avevo riscontrato solo con piattaforme per la pubblicazione di audiolibri.
Live e on demand
Per questo, insieme a Funky Junk, distributore di apparecchiature e software per l’audio e il broadcast che ha ospitato Radio Meeting, abbiamo messo a punto un’integrazione tra la soluzione podcasting e radio on demand di OpenRadio.eu e AudioTools di Telos Alliance.
Feed alias
In questo modo è possibile ottenere automaticamente in uscita dei feed “alias” dove ciascun episodio è processato con valori di loudness differenti, in funzione della piattaforma di destinazione.
Non solo loudness
Ma non solo il loudness può essere personalizzato: anche la curva di processamento può esserlo, se per ragioni artistiche si volesse dare un’impronta sonora specifica su ciascuna destinazione».
Nuove problematiche
Fiore Confuorto, Responsabile broadcast di Funky Junk, ha evidenziato che nel contesto dell’audio in digitale si aprono nuove problematiche per le quali sono state trovate soluzioni efficaci.
Loudness war
Fra queste, la cosiddetta “loudness war”: «La tendenza dell’industria musicale a produrre brani con livelli di volume sempre più alti, che crea difficoltà alle emittenti il cui formato prevede un mix di musica del passato, con una dinamica ampia, e di musica contemporanea, ipercompressa.
Mastering
Prima degli stadi di processamento del suono per la trasmissione, occorre ricreare la dinamica di brani eccessivamente compressi in fase di mastering.
UNDO Omnia
La funzione UNDO dei processori Omnia assolve proprio a questo, ricreando i picchi soggetti a clipping ed applicando un’espansione della dinamica, il tutto in modo selettivo, solo dove serve», ha chiosato Confuorto. (M.R. per NL)