Agcom ha applicato la recentissima (15/05/2019) Delibera 157/19/CONS, concernente il “Regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech“.
Destinataria della contestazione di violazione dell’articolo 32 del D. Lgs. 177/2005 e del nuovo Regolamento non è una delle tante trasmissioni televisive sulle reti nazionali o qualcuno dei quotidiani articoli di stampa dove si inveisce contro l’immigrazione, i clandestini, ecc.
E’ invece un’emittente locale romana, peraltro di matrice commerciale e musicale: RTR 99, Radio Ti Ricordi.
La stazione radiofonica, molto seguita nel Lazio in FM, sul web ed in tv (è anche una visual radio) da anni trasmette “Giorno per giorno …cor veleno”, programma di Luca Casciani il cui titolo non lascia dubbi sulla modalità di trattazione degli argomenti del giorno.
Antonio Nicita, commissario Agcom molto attivo sui social, l’indomani della pubblicazione della diffida, ha lanciato il tweet che riportiamo.Immediatamente molte testate nazionali hanno preso posizione nei confronti del provvedimento dell’Agcom e dell’emittente, ma nessuno si è premurato di interpellare i diretti interessati e cioè l’editore dell’emittente, Carlo Bonarrigo ed il diretto interessato, Luca Casciani.
(Newslinet) – Il primo caso in Italia di applicazione del regolamento di hate speech è partito nella direzione di un’emittente locale commerciale, RTR 99. Eppure basta accendere tv e la radio, oppure aprire siti web, blog e pagine social per sentire e leggere continuamente violazioni delle prescrizioni dettate da Agcom…
(Carlo Bonarrigo) – La nostra è una radio per le famiglie. E siamo soprattutto una radio musicale unica in Italia. Abbiamo un archivio di oltre 25.000 canzoni che hanno fatto la storia della musica. Beatles, Pink Floyd, Queen. E poi Morandi, Pooh, Baglioni Ranieri e tanti altri, artisti di casa da noi, spesso nei nostri studi. A difendere quella che è stata la vera storia musicale. Premessa importante questa, visto il linciaggio mediatico che è scaturito da questa diffida. In questa realtà radiofonica c’è anche Luca Casciani.
E allora lo dico subito: qualcosa si è sbagliato sicuramente. Ci siamo presi le nostre responsabilità da persone serie quali siamo. Essere i primi ad essere colpiti ci ha sorpreso. Ma alla fine, primi secondi o decimi poco conta. Il problema è un altro. Ho letto sul profilo Twitter di esponenti di Agcom alcune frasi che non mi sono piaciute. Tipo: “l’importante è intanto costruire i casi e creare giurisprudenza” – ecco non vorrei si venga a creare una sorta di due pesi due misure.
E’ chiaro che è più facile colpire realtà come la nostra, anche se definirci “piccoli” è riduttivo. A Roma RTR 99 – canzoni e parole fuori dal coro – è sul podio negli ascolti da rilevazione dei quarti d’ora dalle 7 alle 13. A mio parere Agcom e alcuni suoi esponenti su profili social personali hanno sbandierato l’accaduto in maniera eccessiva, creando terreno fertile per l’uscita di articoli che hanno colpito la radio nella sua totalità, e in modo ingiusto e assolutamente immeritato. Ripeto errori sono stati fatti e non verranno più ripetuti.
Ma non permetteremo di essere “usati” senza che nessuno si sia preso la briga di sentire anche noi. Perché qualcosa da dire c’è. Alcuni appunti sono stati sacrosanti ma altri no. Giusto per fare un esempio, uno dei passaggi contestati a Casciani come “hate speech” era in realtà la lettura di dichiarazioni di una terza persona riportate da un articolo di giornale, e la cosa era stata puntualmente evidenziata durante la diretta.
(NL) – La difesa di RTR, non accolta da Agcom, si fondava sostanzialmente sull’avvenuta decontestualizzazione delle frasi del conduttore, Luca Casciani. Diciamo però la verità, il suo programma un po’ sopra le righe lo è sempre stato….
(CB) – Eh. Fare un ricorso dove chi giudica è lo stesso che ha fatto il provvedimento non credo potesse avere fine diversa. Il programma di Casciani è sopra le righe, certo. Ma lo è anche quando difende le diversità, quando si schiera e fa proprie battaglie, credo importanti. O quando sviscera casi che spesso poi vengono risolti grazie al fatto che il programma di Luca ne ha parlato.
Ecco, parlato. Il suo è un programma di 4 ore di parole. I concetti si sviscerano in discorsi lunghi anche 15 minuti e il senso va colto nell’interezza. Da quando siamo stati colpiti da questa situazione abbiamo convenuto che il programma almeno su certe espressioni debba essere assolutamente cambiato. Ripeto qualcosa (non tutto) abbiamo sbagliato e non accadrà più. Ho chiesto a Luca delle garanzie. Mi ha dato la sua parola. La sua promessa. E così sarà. Altrimenti la trasmissione verrà sospesa.
(NL) RTR va molto bene. L’interazione con il pubblico è ai massimi livelli. I vostri ascoltatori come hanno accolto la diffida dell’Agcom?
(CB) – Non abbiamo informato direttamente gli ascoltatori. Queste cose sono pericolose da sbandierare ai quattro venti: saremmo entrati in una spirale enorme. Riceviamo 600/700 wapp al giorno; più dei network. Avremmo smosso eccessivamente le acque. Non approviamo chi lo ha fatto e coerentemente siamo stati buoni e tranquilli. Altri hanno utilizzato la nostra radio, fatta di dipendenti e duro lavoro, per metterla alla gogna. A partire da Repubblica per arrivare alle tante situazioni uscite sui social. Tutti hanno scritto di tutto. Hanno approfittato di noi, prendendoci ad esempio di situazioni deplorevoli da condannare ed estirpare e questo, sinceramente, è stato eccessivo e vergognoso. Da editore dico che bisogna essere attentissimi al microfono.
Ma questo deve valere allo stesso modo quando si pubblicano articoli che non raccontano il vero. Non vogliamo essere utilizzati per fini politici di qualcuno. Evito di fare nomi. La linea che separa l’informazione e la libera espressione del pensiero dall’istigazione all’odio o a sentimenti razzisti va marcata con onestà intellettuale e senza facili strumentalizzazioni. Altrimenti corriamo il rischio di vederci censurare anche “I Watussi” di Vianello o “Angeli negri” di Leali, o “Negro” di Marcella o di Morandi, che siamo tra i pochi in Italia ad avere in programmazione (e lo dico con orgoglio). C’è da aver timore anche di questo, ora.
Ma come vede la cosa il diretto interessato, Luca Casciani?
(Newslinet) – Luca Casciani, il primo conduttore in Italia ad essere accusato di hate speech. Punirne uno per educarne 100 o forse un po’ avevi esagerato?
(Luca Casciani) – Parto da una considerazione: se la mia trasmissione non avesse successo, e quindi tanto ascolto, non sarei stato nemmeno preso in considerazione. Mi sembra evidente che abbiano voluto colpire chi, attraverso l’uso della parola, porta un numero considerevole di persone a formarsi un convincimento diverso da quello che la minoranza della nazione pretende di far credere. Poi certo, non sono esattamente uno che spalma il miele sui propri discorsi quindi in alcuni casi ho calcato la mano. Di questo mi sono scusato, ma l’ho fatto sempre per dare enfasi ai concetti.
(NL) – Agcom ha decontestualizzato il senso delle tue parole?
(LC) – Certamente. Io conduco un format unico in Italia: 4 ore di puro parlato. Possono sembrare tante, soprattutto all’interno di una programmazione musicale che copre le restanti 20. Ma nel mio orario, 7/11, Roma vive in macchina e sono tanti, tantissimi quelli ai quali faccio compagnia e preferiscono un amico con il quale confrontarsi piuttosto che sentire musica o colleghi dediti al calcio. Quando affronto un argomento, ci parlo intorno per 15, 20 minuti e se uno vuole estrapolare solo una frase dimenticando tutta la preparazione, diventa facile punire. Diciamo che in molti casi viene a mancare quella onestà intellettuale che deve sempre essere al di sopra delle parti.
(NL) – Dopo la pubblicazione del pezzo di Repubblica, sui social i tuoi ascoltatori si sono schierati in tua difesa…..
(LC) – Non finirò mai di ringraziare gli ascoltatori di RTR 99. Sono la nostra grande ricchezza. Per me sono datori di lavoro che mi scelgono ogni giorno sintonizzando la loro radio sulle nostre frequenze. Sui social hanno protestato, civilmente, contro quello che ritengono un attacco alla libertà di pensiero. Tornando a chi ha demonizzato: è vero, a volte anche esponendosi a figure barbine. Un sito molto cliccato ha scritto che io odio gli ebrei… E pensare che io mi definisco ebreo senza esserlo, antifascista a causa delle odiosi leggi razziali del ’38, su posizioni filoisraeliane al 1000 per 1000… Questo significa non conoscere la trasmissione ma avere solo il gusto di colpire per tentare di affondare. In un passaggio della diffida mi si accusa di aver avuto posizioni omofobe su alcuni immigrati… A parte il fatto che sarebbe bastato ascoltare per capire che stavo condannando le vergognose dichiarazioni di un professore e nei dieci minuti precedenti avevo commentato l’inciviltà di certe nazioni dove se sei omosessuale vieni condannato a morte… Figurarsi che io sono favorevole alle unioni civili e difendo il diritto della comunità LGBT di non nascondersi. Poi resto fortemente dubbioso sulla omogenitorialità ma è una posizione condivisa anche da tanti ascoltatori gay.
(NL) – Strano che si sia partiti da RTR?
(LC) – Più che strano direi curioso. Ci sono trasmissioni nazionali che, tra il serio ed il faceto, veicolano messaggi veri di odio, ma non sono state toccate. Il mio pensiero è che RTR 99, la mattina, rivaleggi a livello di numeri e superi lungamente in termini di attenzione all’ascolto anche i grandi network. Capisco che per politici, giornalisti, attori, presentatori ed editori salire su un taxi e trovare sintonizzata RTR 99 invece di altre radio molto conosciute può rappresentare uno shock ma evidentemente il pubblico preferisce una radio fatta con il cuore e vicina alla gente piuttosto che spazi dove solo la popolarità televisiva ti permette di parlare dietro ad un microfono senza avere nulla da dire. Questo è un altro problema della comunicazione radiofonica che vede la presenza di personaggi televisivi prestati al mezzo radiofonico senza conoscere nulla di questa scatola magica.
(NL) – Ora però il regolamento Agcom impone una moderazione. Questo intaccherà la formula del tuo programma?
(LC) – Ho dato la mia parola all’editore, con il quale ho l’onore di collaborare da 36 anni, 37 da Settembre, che non presterò più il fianco a certi attacchi. Lo devo ringraziare perché avevo già presentato le mie dimissioni che sono state respinte dandomi forza e fiducia. Continueremo tutte le nostre battaglie dando voce alla gente utilizzando un linguaggio meno forte nella forma ma sempre penetrante nei contenuti. Le leggi, anche quelle che si reputano sbagliate, vanno sempre rispettate. Poi si può combattere per cambiarle ma finché sono in vigore io mi adeguerò.
Mi si permetta un’ultima annotazione: mi fa sorridere pensare che io sia stato accusato di fomentare odio… Sono il padrino di una meravigliosa nipotina, Melissa, papà italiano e mamma del Togo, sono lo zio di due adorati nipoti, un uomo ed una donna, entrambi gay, sono quello che utilizza la radio per raccolte di beneficenza diretta, sono il testimonial di associazioni che assistono malati e combattono il bullismo, sono il rompiscatole che bussa alla porta dei politici per far avere un alloggio a chi vive in strada… Sono anche quello che ha commentato in maniera dura, e per questo diffidato da Agcom, una disavventura accaduta a mia zia, 87enne, appena operata di cancro al seno, gettata a terra da due delinquenti per rubarle la borsa, costretta ad una ulteriore operazione per la riduzione della doppia frattura alla spalla. Spero non accada mai a chi ha giudicato di vedere una propria parente molto anziana ridotta in quelle condizioni ma ci sarebbe voluto solo buonsenso nel giudicare parole di rabbia dettate da grande affetto e non da violenza. Per parlare alla gente, devi stare dalla parte della gente altrimenti è troppo facile comminare sanzioni senza vivere la vita delle persone normali. Che poi, sono quelle che hanno fatto grande RTR 99. (M.L. per NL)