“Un mese di Aprile caratterizzato da numerose festività e ponti non ha certamente agevolato il comparto degli investimenti pubblicitari”.
Spiega così Fausto Amorese, presidente di FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità) Assoradio, la flessione del 2,5% del fatturato complessivo del medium radiofonico rilevato nel mese di aprile 2019 dall’Osservatorio dell’ente rispetto al 2018 (che corrisponde ad un fatturato totale di € 31.952.000,00).
“Consideriamo però che lo stesso mese era cresciuto di oltre il 19% nel 2018”, aggiunge Amorese che annota anche “un incremento del prezzo medio degli annunci”.
Mal comune mezzo gaudio: il -0,4% del progressivo Gennaio – Aprile 2019 evidenzia nel quadrimestre un risultato migliore del mercato ed Aprile 2019 è andato bene “tra i settori Industria/Edilizia/Attività, Abitazione e Distribuzione a conferma che l’ascolto del mezzo Radio nel tempo libero è di stimolo ai consumi. FCP-Assoradio ha inoltre in progetto nuove iniziative per la valorizzazione della pubblicità sul mezzo Radio”.
Male ovviamente anche il mercato locale, che soffre delle stesse problematiche generali a cui si aggiungono quelle specifiche areali, che restituiscono un quadro intuitivamente differente regione per regione. Così se al Nord le cose vanno da tempo meglio rispetto a 2012-2013 (punto più acuto della crisi economica), al Sud si fa ancora fatica a riprendere il ritmo.
“A dire il vero è ormai chiaro che il mercato di prima non esiste più; non solo per via dello tsunami della grande crisi mondiale, ma per un fenomeno endemico che riguarda specificatamente lo spot pubblicitario locale, che ha perso attrattiva per l’inserzionista territoriale”, spiega Giovanni Madaro, economista di Consultmedia, struttura di competenze a più livelli in ambito mediatico (collegata a questo periodico).
“Anche se alcune grandi radio regionali o superstation hanno ancora i cluster pubblicitari pieni (o quasi), comincia a pervenire anche a loro in forma sempre più evidente la richiesta di un rinnovamento nelle forme di comunicazione radiofonica. Impossibile contrastare la potenza dei social media sul piano della profilazione dell’utenza con i dati del TER, vecchi di sei mesi e sommari nella loro raccolta attraverso uno strumento superato come le interviste telefoniche col metodo CATI.
Il Digital Audio e la gestione degli eventi sono aree commerciali ancora molto da sviluppare ed estremamente promettenti. Ma ci sono già ora strumenti di engagement efficacemente sperimentati negli USA che consentono di automatizzare la pubblicazione di contenuti social in modo da sincronizzarsi esattamente con ciò che sta accadendo con la stazione in tempo reale, coinvolgendo il pubblico anche quando questo non è sintonizzato. Ma attenzione: non si tratta solo di sincronizzare automaticamente i post con la playlist integrando gli automatismi di engagement con quelli di messa in onda, ma di coinvolgere anche i clienti, spostando quindi il confronto con gli OTT del web sul loro stesso terreno. Anzi, proprio a casa loro“, conclude Madaro. (E.G. per NL)