Esattamente due anni fa, il 22/02/2019, NL titolava: Icone radio obbligatorie sul cruscotto delle auto. Quell’articolo fu giudicato da qualcuno eccessivamente allarmistico, pessimistico. O comunque un’anticipazione eccessiva degli eventi futuri.
In realtà, col senno di poi, possiamo dire di essere stati anche troppo cauti.
Accordo a 3 fasi tra Stellantis e Gedi
E’ infatti notizia di oggi dell’accordo di Gedi a tre fasi con Stellantis.
Nel dettaglio, la joint venture siglata dal gruppo editoriale Gedi prevede l’integrazione delle app di Radio Deejay, Radio Capital, Radio m2o nella piattaforma Fiat Link&Drive.
Brand bouquet Gedi sulle 500
Il brand bouquet sarà disponibile nelle prossime settimane per essere utilizzato dai clienti della nuova 500 Action Stellantis, il gruppo nato dalla fusione di PSA e Fiat Chrysler Automobiles.
Gedi – Stellantis: accordo in 3 fasi
Entro il 2021 la joint venture GEDI-Stellantis includerà altri formati digitali. Come i podcast e l’informazione giornalistica delle testate quotidiane.
Brand to Brand
L’accordo si estenderà inoltre ad altri brand del marchio automobilistico Stellantis “con l’obiettivo di offrire servizi digitali innovativi agli automobilisti di oggi e di domani”, spiega una nota. Che aggiunge che “destinatari saranno i clienti che utilizzano le vetture dei vari brand di Stellantis e che potranno usufruire di contenuti musicali e giornalistici a loro dedicati”.
Audio, podcast, video in car
L’obiettivo, quindi, è quello di attingere ad audio, podcast e video originali prodotti quotidianamente da Gedi Gruppo Editoriale. Il quale, ricordiamo, controlla testate quali La Repubblica, La Stampa, dieci giornali locali e l’Espresso ed è uno dei principali poli radiofonici nazionali (Radio Deejay, Radio Capital e m2o).
Il nostro avvertimento sui rischi icone
Nel 2019 scrivevamo su queste pagine: “E’ più che mai necessario che gli editori sollecitino gli enti di garanzia (Antitrust e Agcom) ad intervenire sulla questione per evitare di finire letteralmente polverizzati”.
Nemo propheta in patria (sua)
“Dovrà essere indotta a livello regolamentare e legislativo la garanzia di sopravvivenza del mondo radiofonico italiano attraverso l’obbligo di ospitalità sul dashboard delle auto vendute in Italia di aggregatori indipendenti che possano garantire un’immediata fruibilità delle 500 stazioni del nostro paese realmente in onda“.
Nemo propheta in patria (sua) è proprio il caso di dire. (M.L. per NL)