Come il comparto televisivo guarda con estrema attenzione all’annunciata sperimentazione del DVB-I in Italia (illustrata per la prima volta nel dettaglio da Mediaset su NL), quello radiofonico cerca di recuperare velocemente il gap accumulato nello sviluppo del DAB, non solo in sé, ma anche come gate per l’IP. In questo caso, attraverso lo standard RadioDNS (acronimo di Radio Domain Name System).
RadioDNS
Quest’ultimo, è uno standard tecnologico aperto che, favorendo l’integrazione delle tecnologie di radiodiffusione via etere analogica (FM) e digitale (DAB) con quella Internet (IP), punta ad una distribuzione armonizzata del medesimo contenuto (il programma radiofonico lineare).
Ricevitore costantemente eccitato
Lo standard tecnologico di base (ETSI TS 103 270) si basa sul Domain Name System (DNS) per consentire ad un ricevitore radio connesso di ricercare la corrispondente risorsa IP (il flusso streaming dedicato al servizio di conversione) in base ai propri parametri di trasmissione, come l’identificatore della stazione ricevuto all’interno del segnale di trasmissione.
Ricerca della corrispondenza
In definitiva, il ricevitore ricerca costantemente la disponibilità del medesimo contenuto veicolato via etere (FM/DAB) su un determinato indirizzo per poter gestire il passaggio immediato (a latenze il più possibile normalizzate) in caso di degrado del primo e privilegiando il ripristino dello stesso alla presenza di rinnovata disponibilità.
Armonia contenutistica
A quanto riferito a NL, un consorzio DAB di radio locali, attraverso un proprio partner tecnologico, inizierà, probabilmente già dai primi mesi del 2023, attraverso una stazione beta tester, la sperimentazione nell’area milanese per l’applicazione dello standard RadioDNS relativamente all’armonizzazione di contenuti DAB/IP.
Nessuno novità, solo tempi maturi
Va detto che RadioDNS, come lo standard DVB-I, non sono affatto una novità, essendo nel cassetto da anni. Ma stanno maturando (molto velocemente) fattori che ne favoriscono l’adozione.
I fattori scatenanti
Nel caso del DVB-I si tratta dello sviluppo della connettività fissa e mobile nelle case e della diffusione massiva di smart tv di nuova generazione; in quello di RadioDNS, gli impulsi derivano dalla implementazione della connettività mobile (che subirà un’impennata con l’avvento del 5G) e della tendenza dei costruttori di auto di favorire la ricezione di contenuti via IP. Tornereremo a parlarne presto su queste pagine. (M.L. per NL)