Radio. 55° Rapporto Censis: 20,2% italiani ascolta Radio via PC e 23,8% con smartphone. Giù ricevitore indoor e autoradio. Su anche IP Tv

55° Rapporto Censis

Tra i dati più interessanti del 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale italiana, la continua e prevedibile discesa della radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale, che perde 2,1 punti percentuali di utenza. Ancora peggio l’autoradio, che segna -3,6 punti. Aumenta invece l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani che fruiscono del mezzo) e attraverso lo smartphone (abitudine del 23,8% degli ascoltatori). Dati che peraltro confermano il trend registrato dall’indagine sull’ascolto radiofonico TER (Tavolo Editori Radio). Perché accade? La spiegazione è semplice.

55° Rapporto Censis: capitolo comunicazione e media chiuso

Il capitolo Comunicazione e media del 55° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2021, mostra elementi di indispensabile riflessione da parte degli operatori.

Radio comunque in salute

All’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media, anche la Radio continua a rivelarsi all’avanguardia. Complessivamente nel 2021 i radioascoltatori sono il 79,6% degli italiani, stabili da un anno all’altro.

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Perdita & recupero

Se la Radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale perde 2,1 punti percentuali di utenza e l’autoradio 3,6 punti (penalizzata dalle limitazioni alla mobilità imposte dall’emergenza sanitaria), aumenta invece l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (20,2%, +2,9%) e attraverso lo smartphone (23,8%, +2,5%).

Questione di prossimità

Perché accade? La spiegazione è semplicissima: pc e smartphone sono ormai i device più prossimi all’utente. Il primo nell’indoor (nell’ambiente casalingo insieme alla tv, circostanza che non a caso ha generato la visual radio), il secondo sia tra le quattro mura che nell’outdoor. E la prossimità comporta l’utilizzo più frequente di un device che può veicolare contenuti audio/video surrogandosi ai dispositivi precipuamente dedicati (come radio tradizionale, autoradio, televisore).

Ip Ip urrà!

Il comportamento degli italiani nei confronti della Radio trova un parallelismo nella Tv.
Nel 2021 la fruizione della televisione ha conosciuto un incremento rilevante dovuto sia alla crescita degli usi tradizionali, sia degli impieghi più innovativi. Aumentano sia i telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia quelli della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni.

83,5% dell’utenza internet

Nel mentre, il Censis registra ancora un aumento dell’impiego di internet da parte degli italiani: l’utenza ha raggiunto quota 83,5%, con una differenza positiva di 4,2 punti percentuali rispetto al 2019. L’impiego degli smartphone sale all’83,3% (+7,6%) e lievitano complessivamente al 76,6% gli utenti dei social network (+6,7%).

Si spende meno, ma non per i telefoni

La spesa delle famiglie per i consumi mediatici tra il 2007 e il 2020 evidenzia come, mentre il valore dei consumi complessivi ha subito una drastica flessione, senza ancora ritornare ai livelli precedenti la grande crisi del 2008 (-13,0% in termini reali è il bilancio alla fine del 2020, aggravato dalla recessione dell’anno scorso), la spesa per l’acquisto di telefoni e equipaggiamento telefonico ha segnato un vero e proprio boom, moltiplicando per oltre cinque volte il suo valore (+450,7% nell’intero periodo, per un ammontare di 7,2 miliardi di euro nell’ultimo anno).

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Spesa per pc, audiovisivi e accessori quasi + 90%

Gli investimenti individuali dedicati all’acquisto di computer, audiovisivi e accessori hanno conosciuto un rialzo rilevantissimo (+89,7%), mentre i servizi di telefonia hanno visto un assestamento verso il basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-21,1%, per un valore comunque pari a 14,6 miliardi di euro sborsati dalle famiglie italiane nell’ultimo anno). Infine, la spesa per libri e giornali ha subito un vero e proprio crollo: -45,9% dal 2007.

L’informazione al tempo del Covid: i telegiornali in testa

Il 55° Rapporto Censis spiega poi che anche durante i giorni dell’emergenza sanitaria, i telegiornali hanno mantenuto la posizione di vertice tra le fonti informative per il 60,1% degli italiani. Sono un riferimento indiscusso per i 65-80enni (73,2%), ma anche per il 42,3% dei 14-29enni.

Facebook fonte di informazione insieme a Google

Al secondo posto c’è Facebook, utilizzato dal 30,1% degli italiani negli ultimi 7 giorni a scopi informativi. Poi i motori di ricerca come Google, che hanno attratto il 22,9% degli utenti per informarsi. Le tv all news (quarta fonte di informazione nel 2021 con il 22,5%) sono cresciute del 2,9%. I quotidiani cartacei registrano l’11,7% di utenza a scopi informativi (-5,8% rispetto al 2019) e i quotidiani online hanno incrementato la loro utenza a scopi informativi al 12,5% (+1,1%). (E.G. per NL)

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