Il 2017 è stato l’anno dello sbocco di massa delle radio sul DTT; ma per il 2018 la colonizzazione televisiva si preannuncia già ancora più intensa.
Ma le aspettative degli editori radiofonici trovano poi conferma a distanza di qualche mese? Il rischio di effettuare un investimento azzardato in un periodo di magra, oppure che la fase di start-up sia così lunga da divenire insostenibile (ricordiamo che la principale visual radio italiana, RTL 102.5, ha iniziato a raccogliere i frutti a distanza di quasi dieci anni dall’iniziale presidio televisivo e per Radio Italia le cose non sono poi andate diversamente), non sono peregrine. E quindi molti s’interrogano se sia il caso di fare o meno un passo che potrebbe risultare più lungo della gamba.
Per cercare di dare una risposta a questa domanda abbiamo scambiato quattro chiacchiere con una radio che sul DTT c’è arrivata da poco (tre mesi), ancorché su un bacino rilevante, come quello del Lazio (e Roma in particolare).
RTR 99 (Radio Ti Ricordi) è da ottobre 2017 una visual radio a tutti gli effetti, con una propria autorizzazione per la fornitura di servizi di media audiovisivi ed un LCN (680) diffuso sul mux regionale DTT di Gold Tv.
Parliamo di questo evento con Fabio Martini, deus ex machina della stazione (il cui station manager è invece Marco Lolli).
(Domanda) Fino alla metà del 2017 RTR 99 era presente parzialmente sul DTT, col solo flusso audio sul bacino di Roma. Con l’acquisizione di un’autorizzazione per fornitore di servizi di media audiovisivi con relativo LCN (680) ed un ampliamento della copertura (ora a carattere regionale attraverso il mux di Gold Tv) è divenuta a tutti gli effetti una visual radio. Soddisfatti?
(Risposta) “Abbiamo cominciato un po’ di tempo fa, con inesperienza, ma tanta voglia di fare. Non eravamo troppo soddisfatti della nostra presenza sul DTT in solo audio: siamo abituati a non fare tantissimo, ma dove ci lanciamo ci piace esserci come si deve. Grazie alla tenacia mia e di Marco Lolli abbiamo anche interpellato un grande esperto del settore, l’avv. Massimo Lualdi (di Consultmedia, ndr): volevamo avere un canale, un video ma soprattutto una copertura capillare. In poche settimane abbiamo trovato la quadratura del cerchio. A livello di copertura e LCN credo non potessimo chiedere di meglio. Siamo molto soddisfatti ma il lavoro è ancora tantissimo. Migliorare ancora la già buona qualità video sarà uno dei prossimi passi”.(D) Dopo tre mesi possiamo tentare di percentualizzare la quota di ascoltatori che vi seguono attraverso la piattaforma tv?
(R) “Dire in quanti ci guardano e ascoltano in tv non è facile. Però a dicembre abbiamo avuto un piccolo problema tecnico ed in 30 minuti sono arrivato 400 messaggi di whatsapp di lamentele. Mai una piccola interruzione è stata così importante: ci ha aiutato a capire che la strada scelta era quella giusta”.(D) La radio in tv conta di più come surrogato della scomparsa dei ricevitori FM nell’indoor o come integrazione sensoriale in un mondo che è sempre più visual?
(R) “Rimango legatissimo alla radio in FM: RTR 99 è l’acronimo di Radio Ti Ricordi, quindi tutto ciò che è storico mi piace e molto. In questa fase, almeno per noi, le cose vanno di pari passo. Ad oggi per noi l’FM è irrinunciabile e quindi insostituibile”.
(D) Sostanzialmente sono due le scuole di pensiero sulla “radio on tv”: c’è chi crede che il modello vincente sia quello della totale sovrapposizione, del symulcasting, insomma lo schema della radiovisione di RTL. Un’altra interpretazione esalta la distinzione dei contenuti tra radio e tv, che rimangono però accomunati dal brand. E’ il caso di R 101, di Radio Italia e, in parte, della nuova Dee Jay Tv…..
(R) “Dipenda da radio a radio: non esiste al momento una regola generale. L’idea che la tv a volte possa essere più tv e meno radio e viceversa mi piace come idea di fondo, anche se penso che l’enorme successo di RTL sia proprio nella radio in tv”.
(D) L’attuale layout televisivo di RTR è un punto di arrivo o di partenza?
(R) “Assolutamente solo un punto di partenza. Per ottenere grandi risultati c’è ancora da migliorare tantissimo; ma diamo tempo al tempo”.
(D) Qualche editore locale comincia a sviluppare la diffusione terrestre attraverso il DTT in regioni diverse da quella d’origine… Ha senso essere presenti in DTT dove non si può arrivare in FM?
(R) “La radio, in generale, oramai con internet ha varcato i confini. Senza perdere troppo le origini, secondo me sarà bellissimo nel tempo affacciarsi in altre regioni in DTT; anzi credo possa essere il futuro”.(D) Multipiattaforma non significa però solo FM e DTT, ma anche DAB+ e IP. Relativamente al web in queste ultime settimane si è molto parlato di brand bouquet IP: poiché uno dei primi modelli italiani in tal senso è stato il mux Lolli Radio di Marco Lolli, possiamo dire che avete il know-how in casa. Ci sono ipotesi di studio?
(R) “Seguiamo tutto e tutti. Vent’anni fa ho creato il primo consorzio DAB. Poi però tale tecnologia ha tradito le aspettative e oggi – anche se in molti si entusiasmano – non credo sia la soluzione: nelle case ad esempio è difficile ascoltarlo. Ma vigilo e vigiliamo per essere comunque pronti. Io guardo ai fatti e non alle parole. Sono e siamo aperti a tutto. Con Lolli poi nell’avventura non potrebbe essere altrimenti”. (E.G. per NL)