Azzardo come per la Norvegia o scelta in linea con i velocissimi avvicendamenti in corso relativamente al 5G?
Fatto sta che la Svizzera anticipa al 2021/2022 lo switch-off radiofonico analogico/digitale previsto per il 2024, a seguito del quale tutti i programmi radiofonici nella Confederazione Elvetica saranno diffusi solo in modalità numerica (DAB+ e IP).
Lo rende noto l’Ufcom (Ufficio federale delle comunicazioni) in un report del Gruppo di lavoro Migrazione Digitale (GL DigiMig), del 5 giugno 2018 nel quale dà conto della volontà di anticipare al 2021/2022 l’iniziale data del 2024 per lo switch-off della “diffusione analogica su OUC (FM, ndr) dei propri programmi“.
Allo stato, il passaggio dalla diffusione in modalità analogica a quella digitale si svolgerà in due fasi: una di switch-over, l’altra di switch-off.
La prima prevede che entro fine 2019 tutti i programmi FM dovranno essere diffusi anche in modalità digitale su una piattaforma DAB+ (oltre che, ovviamente, su IP) e, considerato che un’offerta parallela analogico digitale genererà un netto aumento dei costi di diffusione per le emittenti, la Confederazione interverrà a sostegno nell’ambito della promozione tecnologica prevedendo campagne informative tese ad invogliare il pubblico all’acquisto di apparecchi radiofonici digitali.
La seconda, ora rivista in anticipazione considerato “il trend positivo” della prima, stima “l’uscita dalla FM nel 2021 per essere completata nel 2022”, tenuto conto che ora di allora “le lacune di servizio in DAB+ saranno state colmate tutte le principali arterie stradali” e della sopravvenuta possibilità di impiego di altre tecnologie di ricezione digitale IP (“un certo numero di opzioni di retrofit sono già disponibili per i veicoli esistenti”).
La fase di supervisione del processo è stata delegata al Gruppo di lavoro Migrazione Digitale (GL DigiMig), formato nel 2013 con l’obiettivo di sviluppare una strategia comune rivolta al settore radiofonico per il passaggio coordinato dei programmi radiofonici da analogico a digitale e che riunisce i rappresentanti della SSR, dell’Associazione svizzera delle radio private (ASRP), dell’Union Romande des Radios Régionales (RRR), dell’Unione delle radio non commerciali (UNIKOM) e dell’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM).
Il 1° dicembre 2014 il GL DigiMig ha consegnato il rapporto finale a Doris Leuthard, consigliera federale nonché capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni DATEC.
Il report contiene 15 misure rivolte a diverse cerchie di destinatari che si riflettono in una tabella di marcia per il passaggio al digitale e prevedono che la Confederazione conceda alla SSR e alle radio locali un lasso di tempo durante il quale organizzare la migrazione in modo responsabile e autonomo, considerando le peculiarità regionali.
Alla fine del 2017, il 39% dei programmi radiofonici in Svizzera era ancora trasmesso via FM, mentre secondo Ufcom il panorama a distanza di pochi mesi è già sensibilmente mutato: “Ora è disponibile la ricezione radio digitale tramite DAB+, reti via cavo e IP TV (il processo di ibridizzazione radiotelevisiva è ovviamente in corso anche là, ndr) e, naturalmente, IP. L’85% delle nuove auto vendute in Svizzera è equipaggiato con DAB+. La maggior parte dei paesi in Europa si sta già preparando per il digitale“.
Se l’anticipazione al 2021/2022 dell’uscita di scena della Svizzera dalla FM avrà realmente luogo, si registrerà un altro importante risultato: la cessazione dell’infinito contenzioso interferenziale in modulazione di frequenza con le emittenti italiane di confine. (E.G. per NL)