Ha trovato pronta conferma quanto chiaramente anticipato in occasione del convegno di novembre 2018 al Pirellone di Milano sulla Radio 4.0: Spotify vuole presidiare in autonomia il promettente mercato dell’intrattenimento musicale sulle automobili, sferrando un attacco diretto al regno fin qui incontrastato della radiofonia (l’80% dell’ascolto della Radio è sulle quattro ruote) con una soluzione captive in-car.
In attesa che i radiofonici si mettano d’accordo sulle più opportune strategie per colonizzare il promettente mercato delle connected car, Spotify si prepara a lanciare uno proprio streamer musicale in-car.
Secondo il Financial Times, il dispositivo realizzato dall’azienda Flex su incarico di Spotify al prezzo di 100 dollari si sincronizzerà direttamente con l’impianto audio dell’auto tramite Bluetooth e sarà dotato di pulsanti per preimpostare specifiche playlist.
Il dispositivo supporterà comandi vocali come quelli attualmente disponibili nell’app Spotify per dispositivi mobili (smartphone, smart tv e smart speaker), anche se non è ancora chiaro se l’applicazione sfrutti un predownload o la connessione per lo streaming on demand.
“E’ un segnale d’allarme fortissimo rivolto ai radiofonici“, commenta Daniele D’Abrosca della practice Radio Tv 4.0 di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), che continua: “L’ingresso in auto di Spotify con un sistema dedicato e non più in mirrorlink con gli smartphone (soluzione che comunque ha già consentito al servizio di streaming on demand di crescere velocemente nell’automotive) inasprirà sensibilmente la competizione col medium radiofonico, quantomeno nella direzione delle radio musicali“, puntualizza D’Abrosca.
Secondo il Financial Times la strategia di Spotify è tesa a contrastare le analoghe iniziative di Apple e Google, che stanno puntando molto verso questo mercato attraverso le soluzioni CarPlay e Android Auto per poter utilizzare le app presenti su iPhone e altri smartphone anche quando si è alla guida.
Nonostante CarPlay e Android Auto supportino Spotify, l’azienda svedese vuole posizionarsi autonomamente sulle connected car, consapevole dell’importanza di collocarsi in un ambiente dove l’abitudine alla fruizione di musica è altissima attraverso device indipendenti e quindi senza la mediazione di terzi.
“Si tratta della stessa conclusione a cui sono giunti i broadcaster, come dimostra la volontà di dotarsi di un aggregatore proprio di flussi streaming (quindi senza la mediazione di TuneIn ed altri collettori indipendenti). La differenza sta nel fatto che mentre i radiofonici continuano solo a parlarne, Spotify è già passata ai fatti“, conclude il consulente. (E.G. per NL)