Confermando le anticipazioni di febbraio di questo periodico, Amazon ha rilasciato il 9 agosto il suo Auto SDK (acronimo di “software development kit”), un nuovo set di strumenti di sviluppo che renderà più semplice per le case automobilistiche incorporare l’assistente vocale di Amazon Alexa sulle proprie auto.
Attraverso il SDK le case costruttrici potranno garantire agli automobilisti di sfruttare le skills di Alexa (che negli USA domina il mercato degli smart speaker con l’80% della penetrazione del mercato) come conoscere mete, ascoltare le radio, la musica, i podcast, ma anche integrarsi con i sistemi di infotainment, di navigazione, di gestione dei media e del controllo del clima.
Il SDK per sviluppatori di Amazon è attualmente disponibile per chiunque voglia consultarlo all’apposita pagina.
L’intento di Amazon è quello di far uscire di casa Alexa e farla salire sulle vetture, per presidiare l’importantissimo mercato dell’automotive prima che consolidino la propria presenza il CarPlay di Apple e l’Android Auto di Alphabet, che hanno incorporato tutti gli assistenti vocali nei loro strumenti per le case automobilistiche.
Sebbene Amazon abbia già collaborato con un certo numero di case automobilistiche tra cui Toyota, Ford e Mercedes-Benz, il nuovo SDK renderà più semplice per qualsiasi sviluppatore indipendente che non abbia una relazione preesistente con l’OTT implementare le proprie competenze utilizzando le skills di Alexa.
In tema di Radio 4.0, in Italia, dove lo smart speaker Echo di Amazon dovrebbe arrivare in autunno (nel frattempo domina il concorrente Google Home), 22HBG, titolare dell’aggregatore FM World ha già avviato contatti con l’OTT per sviluppare la presenza su Alexa sia nell’indoor che nell’automotive, argomento su cui è caldo l’interesse delle case automobilistiche.
Ricordiamo che sullo sviluppo dell’IP in car si sono recentemente concentrate le attenzioni dei colossi del SOD (streaming on demand), con Pandora e Spotify in cima alla lista, mentre i principali broadcaster di tutto il mondo si stanno attrezzando per reggere l’onda d’urto determinato dal cambiamento di fruizione della radio in auto, dove si concentra l’80% dell’utenza di riferimento.
Oggetto di discussione è in particolare modo il futuro della radio per come la conosciamo, cioè nel prodotto unico confezionato a monte in forma indistinta verso un’utenza generalizzata (“da uno a tutti”).
“Molti editori hanno acquisito consapevolezza di questo fenomeno, grazie anche all’intensa azione di NL, che da oltre due anni sta sensibilizzando gli operatori sul tema – commenta Giulia Cozzi, advisor della task force Radio Tv 4.0 di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico) -, come dimostra l’aumento del 200% in soli sei mesi delle richieste di consulenza su visual radio e smart speaker.Tuttavia, occorre non commettere l’errore di ragionare solo sulla multipiattaforma, che è elemento essenziale della fruizione radiofonica in un momento in cui l’FM è relegata all’automotive ma con un’aggressione progressiva dei SOD determinata dal crollo delle tariffe di connessione (ormai di fatto flat) e dalla capillarizzazione delle celle telefoniche a 4 e 4,5G, in attesa del 5G. Oltre alla multipiattaforma la Radio deve ragionare sul modello di somministrazione, nella direzione del podcasting e del live streaming on demand. Altrimenti lo spettro di tante iHeartRadio italiane è dietro l’angolo“, annota l’advisor. (E.G. per NL)