Gli editori radiofonici italiani hanno capito veramente cosa sta succedendo sulle quattro ruote? Sono consapevoli di quello che fa (oggi) un neopatentato quando sale in macchina?
La ricerca di AutoScout24
Secondo una ricerca di AutoScout24 presentata diverse settimane fa durante il workshop online “Connected Car & Mobility: quali strategie per valorizzare i dati?” organizzato dall’Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano, oltre 6 italiani su 10 scommettono sulle connected car.
70% e 54%
Questo rapporto aumenta ulteriormente al 70% considerando soltanto gli acquirenti di auto nuove.
E il 54% di essi riconosce come plus valore l’infotainment.
Infotainment al primo posto
Dati coerenti con quello italiano sono stati registrati anche in Belgio, Austria, Germania e Olanda. Fra i plus della connettività ci sono i sistemi di infotainment (54%) e i dispositivi per la sicurezza attiva (57%).
Infotainment…
Infotainment è un neoanglicismo che nasce dalla fusione di information e entertainment, cioè informazione e intrattenimento. In sostanza, un solo dispositivo che informa e svaga l’automobilista durante la guida.
… secondo Quattroruote
La rivista Quattroruote, bibbia degli automobilisti, descrive così il sistema di infotainment.
“Attorno ad esso gravitano di norma l’impianto stereo, l’eventuale navigatore satellitare e tutto ciò che riguarda la connettività con gli smartphone.
Apple CarPlay e AndroidAuto
In particolare, i sistemi più moderni sfruttano spesso i software Apple CarPlay e AndroidAuto per far sì che i telefoni iOS e Android possano interagire al meglio con l’elettronica di bordo e permettano di gestire in modo ottimizzato dal display dell’auto alcune app e i contenuti principali”.
Autoradio?
E qui arriviamo al punto. In tema di infotainment, provate ad osservare il comportamento di un neopatentato quando sale sulla sua nuova auto.
Quale è la prima cosa che fa? Accende l’autoradio e sintonizza una stazione FM oppure DAB+?
No, smartphone
No: connette il suo smartphone. Con il suo abbonamento flat (in quanto da almeno 30 giga).
Se va bene. Ma non va quasi mai bene
E se va bene – ma non va quasi mai bene – ascolta (in streaming) un’emittente radiofonica, selezionata attraverso un aggregatore di flussi streaming (l’ipotesi che abbia scaricato l’app della stazione è remota).
Spotify & C.
Nella stragrande parte dei casi, in realtà, ascolta musica da una piattaforma di streaming audio on demand, come Spotify. Al di là di improbabili strategie di engagement suggerite all’editore dal consulente di turno, è estremamente improbabile quindi che un neopatentato possa diventare un utente radiofonico. Quantomeno nel breve termine.
Infotainment da giovane-adulto
Potrebbe diventarlo però più avanti. Segnatamente quando scoprirà che il suo sistema di infotainment può servire a qualcosa di utile all’interno dell’abitacolo, oltre alla musica. Per esempio l’informazione, l’intrattenimento, il meteo e la viabilità.
Radio aggregatrice di contenuti per automotive
Tutti contributi disponibili online singolarmente. Ma che la Radio aggrega (di norma sapientemente) e rende disponibili costantemente. Senza necessità di azioni coordinate, articolate e distraenti.
L’ascoltatore sopravvenuto
Il nostro giovane neopatentato, nel frattempo divenuto giovane-adulto, con l’ingresso nella progressiva maturità, cambierà le sue abitudini. E accoglierà tra di esse la Radio.
Siediti lungo l’autostrada e aspetta: prima o poi vedrai passare il tuo giovane ascoltatore
Ha quindi senso inseguire inutilmente, anzitempo, il nostro giovane potenziale utente, piuttosto che prendere atto che la Radio è ormai un mezzo per giovani adulti ed adulti. Ed attenderlo al varco? (M.L. per NL)