Radio 4.0. Radio Mediaset: redditivita’ del 20% sul fatturato per cavalcare digitale con smart speaker, connected car e aggregatore United Music

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Radio Mediaset, con R101, Radio 105, Virgin Radio, Radio Subasio e da poco anche RMC Radio MonteCarlo, naviga in buone acque, si sa.
Considerando i dati TER (Tavolo Editori Radio), il polo radiofonico del gruppo del Biscione raggiunge, infatti, il 17,6% degli ascolti nel quarto d’ora medio. Bene – ovviamente – anche il lato economico: il 2018 dovrebbe registrare una chiusura d’esercizio con un fatturato di circa 60 milioni di euro. Cifra esigua, se accostata ai 3,6 miliardi di euro di ricavi netti dell’intero gruppo Mediaset, ma di assoluto rilievo nel panorama radiofonico nazionale.
A tal proposito, Marco Giordani, presidente di Radio Mediaset, come riportato sulle pagine del quotidiano Italia Oggi, ha sottolineato come il piano a medio termine studiato nel 2016, “con obiettivi molto ambiziosi in termini di redditività, crescita del fatturato e ascolti”, dovrebbe essere raggiunto già a fine 2018, con ben due anni di anticipo sul 2020. Inoltre, ha evidenziato un dato di assoluto rilievo: “Radio Mediaset ha una redditività del 20% sul fatturato. E nessuno dei nostri competitor in area radio, credo, può vantare questi numeri”.

Ma mai considerarsi arrivati e il gruppo di Cologno lo sa bene. Le sfide da affrontare sono infatti tante: occorre anzitutto consolidare la propria presenza nel comparto (FM, DAB+, DTT, sat e IP), per poi concentrarsi sull’avvento degli smart speaker e delle connected car, nonché sulla necessità di presidiare anche il mercato delle app aggregatrici (come TuneIn, FM World e myTuner). In quest’ultimo settore occorre ricordare come il Biscione si sia mosso per tempo con il collettore captive United Music, che dal 01/01/2019 sarà implementato proprio in vista dell’evoluzione della radio digitale.
Paolo Salvaderi, amministratore delegato di Radio Mediaset, ha così commentato la situazione della radio 4.0: “Devo dire che la radio ha un vantaggio rispetto ad altri mondi e cioè il suo prodotto di base è la musica. Dal vinile al digitale ha dimostrato di avere la capacità di resistere. E già oggi la radio si ascolta su piattaforme molto diverse. Certo, le app non sono un fenomeno decollato, hanno un peso irrilevante [per ora, ndr].

Però credo che gli imprenditori radiofonici debbano ragionare così: tutte le nuove piattaforme devono essere considerate delle opportunità. Per esempio i vari smart speaker che entrano nelle case, da Amazon Echo a Google Home fino a Apple HomePod, sono grandi opportunità per le radio con un forte brand. Il brand, infatti, può cavalcare benissimo l’avvento del digitale”. Un brand, quello della famiglia Berlusconi, che – sicuro di sé – vuole, quindi, portare la propria radio nel mercato digitale, prevedendo anche un’espansione all’estero. (G.C. per NL)

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